La sindaca di Rosà dà il benservito alla “pastasciutta antifascista”: scoppia la polemica
La mail di risposta del primo cittadino chiariva nero su bianco che il nome dell'evento avrebbe potuto causare disordini
Stasera al parco di via Sacro Cuore un flash mob di protesta contro la decisione dell'amministratrice
La sindaca di Rosà dà il benservito alla “pastasciutta antifascista”: scoppia la polemica
Da ottant'anni il 25 luglio si ricorda la caduta del regime fascista così come l'avevano festeggiata i fratelli Cervi a Campegine in provincia di Reggio Emilia: celebrando questo momento storico con quintali di pasta al burro e parmigiano da condividere insieme in piazza. La "pastasciutta antifascista" col tempo è diventato un vero e proprio evento nazionalpopolare, ma quest'anno a Rosà è stato dato "il benservito" agli organizzatori.
La motivazione l'ha digitata nero su bianco in una mail Elena Mezzalira, sindaco della cittadina vicentina, che ha negato l’autorizzazione allo svolgimento dell'evento promosso dalle quattro sezioni ANPI dell’Altopiano dei Sette Comuni, di Bassano del Grappa, Marostica e Valbrenta al Parco Via Sacro Cuore chiarendo che “il nome dell’iniziativa può essere, purtroppo, richiamo di disordini e di problemi di sicurezza e ordine pubblico”. Una spiegazione però che è risultata "indigesta" agli organizzatori.
"Ci troviamo di fronte ad una decisione chiaramente lesiva dei diritti di libertà costituzionalmente sanciti- replicano Danilo Andriollo, Franca Dal Maso, Luigi Poletto dalla presidenza provinciale dell'Anpi- solo nelle dittature si vietano eventi pacifici con il pretesto della tutela dell’ordine pubblico. Abbiamo interessato il Prefetto perché - ad di là del fatto inconcepibile di considerare l’antifascismo non quale cardine valoriale della comunità, ma addirittura come incompatibile con la convivenza civile - le Autorità pubbliche non possono con decisione discrezionale negare un diritto costituzionale. Se ciò avvenisse si farebbe scempio della Costituzione e muterebbe il carattere democratico delle istituzioni repubblicane.
A Vicenza il "Mis" ha risposto all'evento con uno striscione provocatorio
Presso Porto Burci continuano- dove un ampio numero di associazioni ha organizzato una “pastasciutta antifascista”, è stato appeso uno striscione a firma “MIS” con la seguente dicitura: “Se manca l’olio lo portiamo noi”. E’ una azione vile, minacciosa e intimidatoria che ricorda i peggiori comportamenti violenti dello squadrismo fascista. Peraltro la stessa organizzazione neofascista che ha firmato lo striscione aveva già provocato la città di Vicenza il 25 Aprile scorso, organizzando l’inaugurazione della propria sede nel giorno della ricorrenza della Liberazione dal nazifascismo.
Per questo ribadiamo la necessità di reintrodurre la clausola antifascista nel comune di Vicenza - sia in riferimento agli spazi pubblici che ai locali comunali - e chiediamo agli altri Comuni della provincia di procedere nella stessa direzione.
Valuteremo inoltre tutti i percorsi amministrativi e legali per ottenere il diritto a manifestare il nostro antifascismo anche a Rosà."
Proprio nella città berica la comparsa dello striscione ha innescato una serie di reazioni a catena di ferma condanna per un atto ingiustificabile. La sindaca di Rosà da parte sua, vista la reazione dell'associazione nazionale partigiani d'Italia, ha voluto chiarire la questione rispondendo così anche a Chiara Luisetto, consigliera regionale del PD Veneto, che ha definito la sua decisione come primo cittadino "una censura in violazione di ogni principio democratico e repubblicano" e anche " senza giustificazioni e fuori dalla storia. Una scelta di pura strumentalizzazione politica".
«L'amministrazione comunale non può autorizzare, e mai lo ha fatto neppure in passato, l'uso di un parco pubblico per un'iniziativa che non rispetta il regolamento di utilizzo e gestione, che prevede una destinazione socio-ricreativa.
Solo venerdì scorso abbiamo ricevuto la richiesta di utilizzo da parte dei promotori. Ma la diffusione sui social di volantini col titolo di “pastasciutta antifascista” fa pensare che non si tratti solo di un appuntamento conviviale o culturale. Mi lascia perplessa la presa di posizione della consigliera regionale Chiara Luisetto, che, nelle sue dichiarazioni, ha fatto un uso propagandistico e strumentale della vicenda. Gli organizzatori sono liberi di trovare un’altra sede".
Stasera un flash mob al parco di via Sacro Cuore
Intanto la polemica si allarga a macchia d'olio e questa sera, proprio nel parco oggetto del contendere, è stato organizzato un flash mob per non far spegnere i riflettori sulla questione.
"Bisogna però protestare perché è inaccettabile quanto accaduto. Oggi alle 20.30 ci sarà un flash mob nel parco di via Sacro Cuore a Rosà. Rifondazione Comunista e Unione Popolare del Veneto ci saranno e invitano tutte/i a partecipare.
La sindaca- continua Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, coordinamento nazionale di Unione Popolare- definisce che l'aggettivo antifascista 'può essere un richiamo di disordini e di problemi di sicurezza e ordine pubblico'. Se si ragiona come la sindaca quindi non si dovrebbe celebrare il 25 aprile e sostanzialmente l'antifascismo e la Resistenza, cioè i fondamenti della nostra Costituzione, finirebbero fuorilegge.
Chi potrebbe minacciare una "pastasciutta antifascista" creando problemi di sicurezza? Solo dei neofascisti, Che compito dovrebbero avere le istituzioni a partire dalla sindaca? Garantire l'esercizio dei diritti democratici da parte degli antifascisti.
È gravissimo dunque che una sindaca vieti l'uso di un luogo pubblico per una manifestazione che rende omaggio alla memoria di martiri della Resistenza e che celebra la fine del regime di Mussolini. Questa sindaca è contro la Costituzione e quindi la democrazia. Una sindaca del genere andrebbe rimossa dall'incarico e il comune Commissariato."