La rosatese Elisa Zonta riceve il «Premio Accademia della Birra»
«Il segreto è la passione. E’ sentirlo dentro, senza troppe spiegazioni. Quando sono con i miei clienti, mi sento a casa, in famiglia».
La rosatese Elisa Zonta riceve il «Premio Accademia della Birra»
Ha ricevuto lo scorso febbraio a Rimini in occasione di Beer Attraction il «Premio Accademia della Birra» organizzato dalla rivista Il mondo della Birra. Unico bar premiato nel gruppo dei 50 locali italiani, tra gli oltre 600 candidati. Il Bar Mulino Vecchio di Rosà si inserisce nella selezione degli esercizi che nel panorama nazionale hanno un importante ruolo nella diffusione della cultura birraia. A gestire il locale dal 2015 Elisa Zonta, classe 1984, che a Rimini ha ritirato la targa di riconoscimento. A lei l’impegno di aver voluto inserire il Mulino Vecchio nel panorama dei locali specializzati all’interno del mondo birraio.
«Un impegno e un successo che premia non solo me – commenta Elisa – ma anche i fornitori».
Inserita nei locali da sempre per scelta e passione, Elisa ha dato fin da subito un’impronta particolare alla sua gestione con decisione e intraprendenza.
«Ho voluto a tutti i costi introdurre nel locale le birre Lupulus, particolare birra belga. Una scommessa, perché non è semplice da proporre alla massa e poteva essere una occasione mancata. Invece è stato un successo. oggi il Mulino Vecchio è l’unico locale in zona a proporre l’intera selezione di questa birra».
Affermato ormai nella comunità rosatese, il locale è stato dichiarato seconda sede dal Gruppo Alpini.
Come hai iniziato? Quale è l’impronta che hai cercato di dare al tuo locale?
«Ho iniziato a fare la barista a vent’anni. E’ la mia grande passione. Ho sempre lavorato da dipendente. Poi, nel pieno degli studi in giurisprudenza, ho avuto la possibilità di prendere in mano la gestione del Mulino Vecchio. Una cosa tutta mia. Mi sono buttata e mi sono messa in gioco totalmente. All’inizio eravamo in due amiche, poi la gestione è passata a me del tutto. La prima cosa che ho fatto è stata quella di introdurre la birra. Rosà è piena di locali, proprio per questo è necessario distinguersi. Secondo me mancava un posto che avesse birre particolari da proporre. Io sono amante della birra belga, è una passione. Una cultura che cerco di trasmettere ai clienti. Per questo l’età media di chi frequenta il locale va dai trent’anni in su».
Quali sono le proposte del locale? Com’è nata l’idea della gara del salame fatto in casa?
«Organizzo serate di degustazione di birra da ottobre a marzo, una volta al mese. Il giovedì facciamo karaoke. A settembre partiamo con l’Oktoberfest con cena e birra, a maggio organizzo la serata Lupulus, a febbraio c’è la grande festa del salame fatto in casa, una gara-concorso a cui partecipano i contadini del territorio con i loro salami. Una giuria composta da macellai e addetti del settore giudica i prodotti in base a una scheda tecnica che valuta profumi, sapori, colori, aspetto. E’ una giornata particolare e finisce con una grande festa dedicata al sapore e alla compagnia».
Qual è il segreto per far bene questo mestiere?
«Il segreto è la passione. E’ sentirlo dentro, senza troppe spiegazioni. Quando sto nel mio locale, con i clienti, mi sento a casa, in famiglia. E’ la risposta giusta alla mia scelta di vita».