La passione di Roberto Lando tra tele e colori

La sua arte è stata messa in esposizione in diverse città italiane e a volte è stata protagonista dei palcoscenici europei.

La passione di Roberto Lando tra tele e colori
Pubblicato:
Aggiornato:

La passione di Roberto Lando tra tele e colori

Quando si conosce un artista, si apre sempre un mondo. Quello di Roberto Lando, 69 anni, è tutto racchiuso nel capannone dietro casa. Fa parte di quella categoria che non segue una corrente artistica particolare, in quanto basa tutto i suoi lavori sul proprio istinto. Le sue opere spesso affrontano tematiche d’attualità e trasmettono un messaggio rivolto al futuro. Molte si basano sulle sue grandi passioni che Lando coltiva appena il tempo glielo permette.

«Amo la musica, in particolar modo la chitarra classica e acustica. A casa ne possiedo una quindicina. Sono stato campione regionale nel 1985 di dama, pure con gli scacchi me la cavo. Un’altra mia passione è l’aeromodellismo. Nelle mie opere, utilizzo chitarre, scacchiere e aeroplani».

Quando nasce la sua passione per l’arte?

«Si può dire che inizia fin da bambino. Già alle elementari me la cavavo nelle materie artistiche. Qualche anno più tardi ho seguito diversi corsi di olio, di tempere e di acquerello per perfezionare la tecnica e acquisire ulteriori qualità. Contemporaneamente ho svolto lavori come fresatore, saldatore, tornitore; tutte attività che mi hanno aiutato nella mia carriera artistica. Tra le altre, sono stato uno dei fondatori del gruppo “Dimensione Arte” di Rosà».

Dove trova l’ispirazione?

«Non bisogna cercarla, è lei che ti viene quando meno te lo aspetti».

Che particolarità hanno le sue opere?

«Sono opere indefinibili, realizzate con vari materiali di uso comune e da lavoro come plastiche e policarbonato. Spesso uso il fuoco per decorarle e darne forma. Se proprio vogliamo usare un termine, le mie opere sono dei quadri scultura in quanto sono delle rappresentazioni a tre e a volte quattro dimensioni».

Ci fa un esempio di qualche sua opera?

«Ho realizzato una specie di quadro dove un paio di scarpe da donna sono racchiuse in una ragnatela e ha lo scopo di sensibilizzare il tema della violenza nei confronti delle donne. Il messaggio che voglio mandare è che loro se vogliono, possono liberarsi dalla tela che le tiene imprigionate. Un'altra opera è il violino realizzato accanto a due specchi in acciaio inox in modo che ci si possa specchiare e creare così la quarta dimensione».

Ha una visione futuristica delle cose. Come le rappresenta?

«In un quadro del 2003 ho ricreato il suolo lunare con dei telefonini abbandonati. In questo caso volevo porre l’attenzione su un problema che si sarebbe presentato qualche anno più tardi, ovvero l’uso sconsiderato di tutta questa tecnologia che ogni giorno buttiamo. In un’altra ho trovato ispirazione dallo tsunami che ha colpito il sud est asiatico una quindicina di anni fa. Ho rappresentato un mare con una vecchia barca in legno. Ci ho costruito un grattacelo con delle schede memoria del computer che rappresentano la modernità. Tramite un meccanismo, questo grattacielo si alza e ciò sta a significare che l’uomo non potrà mai fermare il mare e un giorno costruirà le città che si alzano. Purtroppo, la mente umana è l’arma più terribile che possa esistere».

Ha già fatto qualche mostra?

«Ne ho fatte diverse in Europa come nel castello di Rohan e a Vienna. Poi ne ho fatto circa 200 in giro per l’Italia, tra cui la Milano art Gallery. A novembre sarò alla Fiera d’arte contemporanea di Padova».

Seguici sui nostri canali