Insieme in corteo in difesa della sanità dell’Alto vicentino

L’appello ad aderire alla manifestazione di sabato 16 partendo alle 14.30 dal Pala Romare alla volta di Santorso.

Insieme in corteo in difesa della sanità dell’Alto vicentino
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Appello in difesa della sanità dell’Alto vicentino.

Insieme in corteo in difesa della sanità dell’Alto vicentino

A prendere carta e penna è «Coalizione civica» che mette nero su bianco la necessità di puntare alla salute come un diritto universale e imprescindibile. Ecco allora che per sabato 16 novembre, alle 14.30, è previsto un corteo che partirà dal PalaRomare e arriverà alle 15.30 a Santorso.

«Dalla qualità della salute dipende il futuro della società in cui viviamo - scrivono in una nota -. Per questo motivo non possiamo chiudere gli occhi davanti al rapido declino della qualità dei servizi sanitari e socio-sanitari del territorio dell’Alto Vicentino. Le cause risalgono a scelte regionali che hanno tagliato risorse e accentrato i luoghi delle decisioni, rendendo irrilevanti le istanze dei territori e impoverendo complessivamente tutta la sanità pubblica. Sull’Alto Vicentino, in seguito anche al costoso project-financing con cui è stato costruito l’ospedale di Santorso, si è abbattuta una vera e propria scure: mancano decine di medici e operatori sanitari di ogni tipologia. La scarsità del personale determina liste d’attesa vergognose, cosa del tutto nuova in un territorio che le aveva pressoché azzerate. Alcuni reparti rischiano il collasso, come il Pronto Soccorso, altri si reggono sulla dedizione dei lavoratori, ma sono in grave difficoltà. Mancano anche i posti letto: ne sono stati previsti troppi pochi a Santorso, non sono stati integrati dalla creazione di Ospedali di Comunità, con il risultato che attualmente non sono adeguati ai bisogni della popolazione. Riduzioni e accorpamenti riguardano anche i servizi territoriali, come dimostra la vicenda della chiusura del Centro di Salute Mentale di Schio, e le convenzioni per i servizi sociosanitari vengono ridefinite al ribasso. L’Alto Vicentino ha una storia di collaborazione tra amministratori del territorio, dirigenti, personale e privato sociale che ha prodotto notevoli risultati. Ma la Regione ha scelto di abbandonare questo modello in favore di un’organizzazione verticistica, dove i Sindaci hanno poteri molto limitati e dove l’amministrazione viene effettuata da un’unica struttura, l’Azienda Zero, senza tener conto delle diverse opinioni, comprese quelle dei lavoratori coinvolti. La Regione ha scelto quindi deliberatamente di tagliare e risparmiare sulla sanità e sul sociale, a danno dei cittadini veneti e dell’Alto Vicentino che sempre più spesso sono obbligati a rivolgersi alla sanità privata (che, guarda caso, in Veneto gode di ottima salute), trovandosi nella situazione di pagare due volte: perché oltre alle tasse, si trovano a pagare, con i propri risparmi, servizi e cure che devono essere gratuite e di qualità, come dice la nostra Costituzione. Tutto questo è inaccettabile».

Poi la richiesta di rimboccarsi le maniche:

«Facciamo quindi appello a tutto l’alto vicentino per chiedere insieme: tutela e difesa della sanità pubblica, modifica delle strategie regionali in ambito sanitario, tornando a dare voce ai livelli territoriali, maggiori investimenti, anche rinegoziando il project-financing, nell’ospedale di santorso e nei servizi distrettuali, garantendo un’equa distribuzione delle risorse e qualita' nelle risposte. invitiamo alla partecipazione le cittadine e i cittadini, le associazioni e le organizzazioni della società civile, per far sentire la voce di un territorio che è da tempo in sofferenza».

 

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