In viaggio nella rotta balcanica dei migranti
Nell’ambito del progetto «Umanità InInterRotta» ideato da Via Scalabrini 3, ufficio di animazione giovanile interculturale dei missionari scalabriniani.
In viaggio nella rotta balcanica dei migranti
Sono partiti venerdì 6 settembre per un viaggio attraverso i confini di terra della rotta Balcanica per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulle condizioni dei migranti che ogni giorno si muovono lungo queste zone. Zaino in spalla sono partiti in nove anche da Bassano per raggiungere la frontiera tra Turchia e Siria e poi ritornare in Italia il 25 settembre nell’ambito del progetto «Umanità InInterRotta». Ideato da Via Scalabrini 3, ufficio di animazione giovanile interculturale dei missionari scalabriniani in Europa che ha sede proprio nella città del Ponte Vecchio, vuole essere un grido di solidarietà nei confronti di quelle vite migranti sospese ai confini e spesso dimenticate dall’Ue nonché un racconto di piccole scintille di speranza accese da coloro che ogni giorno si impegnano a fianco di chi scappa da guerre e soprusi. Questo viaggio, però, sarà anche un tentativo di denuncia di diritti calpestati, di attese infinite e di tacite violenze da diffondere alle organizzazioni internazionali, agli enti pubblici, alle associazioni e a tutta la società civile. Un viaggio che di fatto partirà da Gaziantep e toccherà Kirsehir e Izmir in Turchia, per poi passare in Grecia a Samos, Atene e Salonicco, fino a Skopje in Macedonia, Belgrado in Serbia, e Sarajevo, Velika Kladusa, Bihac in Bosnia Erzegovina. Il gruppo di Via Scalabrini 3, poi, sarà a Zagabria in Croazia e Lubiana in Slovenia, per poi raggiungere l’Italia a Trieste. «L’idea di “Umanità InInterRotta” nasce dal desiderio di farci migranti con i migranti, cercando in prima persona di accorciare le distanze tra chi, come noi, possiede un passaporto che ci apre ogni confine e possibilità e chi, invece, sogna l’Europa ma trova solamente una via sbarrata da muri, respingimenti violenti e attese infinite in campi profughi o in insediamenti di fortuna» spiega padre Jonas Donazzolo, di Via Scalabrini 3 che è attiva da anni in Europa e soprattutto in Italia con esperienze di formazione, servizio e sensibilizzazione in contesti giovanili e anche tramite i social network. «Vogliamo percorrere i passi dei migranti nel loro cammino verso l’Europa, incontrando le persone e le comunità che vivono nelle terre di transito e conoscendo le buone pratiche di accoglienza e di inclusione messe in opera da chi, nonostante le difficoltà, cerca di aprirsi alla solidarietà e costruire ponti. Con il nostro racconto, testuale e audiovisivo, vogliamo contribuire a dare voce alle vite bloccate ai confini e costruire percorsi di solidarietà anche attraverso il volontariato». L’intento, infatti, è quello di ideare e realizzare degli eventi pubblici di sensibilizzazione attraverso installazioni artistiche con foto, video, testi e suoni sia in Italia (compreso a Bassano) che all’estero. Non solo: i ragazzi di Via Scalabrini 3 vogliono anche comunicare ciò che vedranno e ascolteranno alle istituzioni nazionali e internazionali partecipando a eventi come il Design your community 2019 in programma a ottobre a Milano oppure al Festival des migrations, des cultures et de la citoyenneté previsto per marzo 2020 a Lussemburgo. Tra i nove giovani in viaggio con padre Jonas (Paola Tellatin, Martina Cociglio, Miriam Casetta, Milena Baretta, Simone Garbero, Davide Pignata, Valentina Scala) anche la fotografa bassanese Barbara Beltramello, studente di fotogiornalismo alla Danish School of Media and Journalism di Aarhus in Danimarca e autrice di alcuni reportage pubblicati su testate come BBC, National Geographic, The Huffington Post, Discovery Network Channel solo per citarne alcune. Il progetto «Umanità InInterRotta» è stato realizzato grazie al sostegno dell’associazione «Hakuna Matata» e vede come partner il C«entro Studi Emigrazione» di Roma e la parrocchia di Santa Maria del Carmine di Milano.