Il nuovo piano di zona dell’Azienda Ulss 7 Pedemontana

Valbrenta, Lusiana-Conco e Colceresa ne entrano a fare parte.

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Il nuovo piano di zona dell’Azienda Ulss 7 Pedemontana

Benvenuto al nuovo piano di zona dell’Azienda Ulss 7 Pedemontana ed un brindisi ai tre nuovi comuni che ne sono entrati a farvi parte: Valbrenta, Lusiana-Conco e Colceresa. Mentre se ne sono andati in otto. E così il Distretto 1 dell’Ulss 7 Pedemontana scende a 23 comuni. Scende anche il numero degli abitanti che si fermano ora a quota 1890.040 residenti, 120 in meno rispetto all’anno precedente che equivale ad un – 0,7% un trend che risulta negativo per il quarto anno consecutivo. Un decremento demografico che risulta essere dovuto ad un saldo naturale negativo, parzialmente attenuato da un saldo migratorio positivo. Il tema della sanità è molto sentito insieme a quello del sociale, dove il suo direttore Alessandro Pigato ha messo in cantiere un piano con proiezione 2050, soffermandosi su un concetto base quando sottolinea  come «in prospettiva, ci saranno forse bisogno di meno case di riposo rispetto ad oggi proprio a seguito del calo demografico».

Un futuro che mette in allarme la progettualità del presente

Un voluminoso dossier di circa duecento pagine, ricco di dati statistici e di proiezioni. Questo il quadro che ne emerge scorrendo il nuovo piano di zona  prorogato al 31 dicembre del 2019. Un piano che scruta l’orizzonte ed un futuro che mette in allarme un po’ tutto il sistema come osserva il dottor Gianni Lionello, responsabile dell’unità operativa per il sociale ed estensore del piano stesso, approvato dalla conferenza dei sindaci.

Un piano che lancia segnali ben precisi.

«Basterà osservare la piramide delle età che pone a confronto l’anno 2004 con l’anno 2019. Dove si segnala lo spostamento in avanti dell’età che, prossimi anni, potrebbe diventare un serio problema senza una seria pianificazione. Le statistiche parlano ad esempio  di un aumento delle patologie croniche e della demenza ma i campi di intervento tendono ad allargarsi sempre di più anche in altre aree».

Quali le possibili terapie?

«Innanzitutto bisognerà porre attenzione al campo della prevenzione. Oggi sono già attive sul modello regionale, anche nell’ambito dell’Ulss 7 Pedemontana stessa, strutture intermedie quali gli ospedali di comunità (gli ODC) e le unità riabilitative territoriali (le URT), oltre alle case di riposo. Coordinate tutte dal Cot (il centro operativo territoriale) che giornalmente si confronta con le dimissioni ospedaliere preoccupandosi poi di smistare i pazienti verso le strutture a loro più idonee».

A quanto ammontano le risorse economiche a disposizione nell’ambito del sociale dell’Ulss 7 Pedemontana?

«Sono oltre 212 milioni di cui poco più di 111 milioni sono quelli stanziati dalla Regione pari al 52,4% dei finanziamenti, mentre i comuni mettono oltre 21 milioni di euro che corrisponde al 10% del fabbisogno. Bisogna poi aggiungere quello che mette l’utenza privata, oltre 73 milioni e 433 mila euro mentre circa 3 milioni e 500 mila euro, pari all’1,6%, provengono da enti privati».

Quali sono i finanziamenti per area di intervento previsti per quest’anno?

«Al primo posto gli anziani cui andranno il 57,8% delle risorse disponibili, seguiti dalle disabilità (14,5%) e dagli interventi a favore della famiglia, del mondo dell’infanzia, dell’adolescenza, dei minori e dei giovani (12,1%). Più sotto la salute mentale cui sono stati destinati fondi pari al 9,2%, l’area delle dipendenze (4,1%), della marginalità sociale (1,3%) per chiudere con la trasversale (0,8%) e l’immigrazione (0,1%)».

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