Il fiume di solidarietà dalla valle per il Mozambico

Insieme per la ricostruzione di Beira, il porto più colpito dall’inaspettato uragano Idai.

Il fiume di solidarietà dalla valle per il Mozambico
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Il fiume di solidarietà dalla valle per il Mozambico

Dalla Valbrenta dal 14 marzo, data del passaggio del ciclone Idai in Mozambico, è attivo un fiume di solidarietà fatto da aiuti economici, raccolte straordinarie ma soprattutto da volontari che partono per l’Africa meridionale. Una staffetta di uomini a piccole squadre si sta alternando in questi mesi per dare una mano concreta alla ricostruzione di Beira, il porto più colpito dall’inaspettato uragano che ha raso al suolo la seconda città del Mozambico per numero di abitanti e per estensione dopo la capitale Maputo. Il legame tra la valle e Beira è il mons. Claudio Dalla Zuanna, vescovo nativo di San Nazario dove sono presenti familiari, parenti e amici che già sei anni fa, dopo la sua nomina come pastore di quella diocesi estesa come tutto il nord Italia, si erano attivati per sostenere, costruire e ristrutturare ambienti della Diocesi mozambicana. Attualmente sono presenti a Beira quattro volontari della valle, di Bassano del Grappa, di Marostica e dintorni a seguito di un passaparola tra chi, libero da impegni poteva dedicare un mese di lavoro in Africa.

01 episcopio dopo il passaggio del ciclone (1)
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047 episcopio ricostruito (1)
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42 volontari insieme (1)
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48 gente beira (1)
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13 la squadra (1)
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02 partenza primi 3 volontari Flavio Mocellin, Roberto Bordignon, Mariano Campana (1)
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L’appello urgente del Vescovo Dalla Zuanna inizialmente riguardava la necessità di ricostruire il tetto dell’episcopio, completamente divelto, e di sistemare quella che comunemente è l’abitazione del vescovo, ma a Beira è anche luogo di accoglienza, centro di formazione, punto di coordinamento dell’attività pastorale e in questa situazione anche di smistamento di beni di prima necessità e di aiuti umanitari arrivati da Caritas italiana e internazionale e da molte altre agenzie umanitarie. La popolazione si è trovata nell’emergenza più grave, completamente priva di acqua potabile, cibo, con il rischio dell’epidemia di colera, senza più un riparo, cure assistenziali e speranza. A Beira è presente il Cuamm con un ospedale, riferimento importante per tutta la popolazione, che è stato gravemente danneggiato dal ciclone che ha distrutto sale operatorie e reparti. All’appello di Mons. Dalla Zuanna hanno risposto i suoi compaesani e molti altri per amicizia, solidarietà e umanità. La staffetta si concluderà a fine settembre con la sesta squadra che andrà a completare i lavori di muratori, falegnami ed elettricisti che si sono alternati nelle strutture della diocesi per assicurare il funzionamento di ambienti come il seminario, scuole, chiese, canoniche. Il ciclone Idai ha devastato gravemente la regione di Sofala in cui è collocata geograficamente Beira ma ha avuto di riflesso, come effetto collaterale positivo, una risposta di solidarietà che è stata narrata a fine luglio a San Nazario, in una serata di restituzione alla comunità, da una decina di volontari già tornati che si sono messi in collegamento skype con il Vescovo Dalla Zuanna. È stata una comunicazione alla distanza di 8mila chilometri, tra Italia e Mozambico che, come ha sottolineato il parroco di don Massimo di Solagna e Valbrenta, ha aperto gli orizzonti su una realtà missionaria che ci permette di essere migliori, più umani, capaci di uno sguardo che abbraccia l’intera umanità. Nella prima settimana di settembre in Mozambico è prevista la visita di papa Francesco che, potrà fermarsi solo nella capitale Maputo, ma certamente porterà con il suo passaggio, aiuto e consolazione a quella nazione africana così pesantemente colpita.

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