Dramma sull'altopiano

Il bimbo di due mesi ha una setticemia ma il pediatra non c'è... l'inferno di una famiglia in vacanza

Il piccolo ha rischiato di morire...

Il bimbo di due mesi ha una setticemia ma il pediatra non c'è... l'inferno di una famiglia in vacanza
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Una famiglia in vacanza, la voglia di evadere, il tempo che scorre rapidamente. Poi il dramma, il panico che prende il sopravvento, e infine, fortunatamente, solo tanta rabbia. E non, per fortuna, il dolore. Sì, perché alla famiglia del Ferrarese in ferie sull'Altopiano, sarebbe potuta finire in tragedia.

Il bimbo di due mesi ha una setticemia

Il figlio, infatti, di appena due mesi, a un certo punto delle ferie ha iniziato a piangere. Un pianto continuo, che ha subito fatto preoccupare terribilmente i neo-genitori. Tanto da convincerli a recarsi al Pronto soccorso. E lì, l'amara scoperta: il pediatra non c'è. Il reparto di Pediatria, infatti, era chiuso. Perché sì, il reparto del nosocomio cittadino chiude alle 13, lasciando un pericoloso "vuoto" nella cura di prossimità.

... ma il pediatra non c'è

L'unica alternativa è l'ospedale di Santorso. Ma questo dista 30 chilometri. E in certi casi non ci si può davvero permettere il "lusso" di sprecare del tempo in auto. Quello in questione era uno dei casi. Il piccolo, infatti, come solo dopo si è scoperto, aveva una setticemia causata da un'infezione alle vie urinarie. E avrebbe potuto rischiare la vita se non fosse stato preso in cura in tempo. I genitori, scoperta la chiusura del reparto a quell'ora, sono rientrati in albergo.

L'inferno di una famiglia in vacanza

Anche perché il piccolo sembrava manifestare segnali di miglioramento. Ma sono bastate poche ore perché il dolore del bambino divenisse di nuovo insopportabile. Alle tre di notte il figlio ha ripreso a piangere. E la famiglia si è messa in strada per raggiungere l'ospedale di Santorso. Ma poi hanno deciso di deviare verso l'ospedale vicino alla loro abitazione nel Ferrarese. Lì la diagnosi: setticemia, come detto, e un ricovero di dieci giorni dopo un trattamento intensivo. Una terribile disavventura, dunque, che forse si sarebbe potuta evitare ma fortunatamente non una tragedia. Ma è stata solo questione di "fortuna"...

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