"Ho visto la morte in faccia. L'acqua aveva invaso l'auto"

La drammatica testimonianza di Tamara Miotti.

"Ho visto la morte in faccia. L'acqua aveva invaso l'auto"
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Tamara Miotti

Bloccata nel sottopasso con l'acqua che entra nell'abitacolo dell'auto. Momenti di paura per Tamara Miotti.

Bloccata nel sottopasso con l'acqua alta

«Non nascondo di aver avuto paura di morire. Sono rimasta bloccata nel sottopasso con l’acqua che entrava nell’abitacolo della macchina, aveva raggiunto la vita e non si fermava. L’impianto elettrico non funzionava, alla fine ho pensato agli insegnamenti di mio padre che mi diceva di imparare a mantenere la calma e ho trovato la forza in mia figlia Vittoria. Così ho preso a calci la portiera e mi sono liberata».

Drammatica testimonianza

E’ l’inizio del lungo racconto di Tamara Miotti, l’insegnante 43enne di inglese e francese di Breganze che, nella sera di sabato 11 maggio, se l’è vista davvero brutta. Al termine di un incontro la donna doveva trovarsi con degli amici; verso le 21.30, si avvicina al sottopasso di via dell’Artigianato a Schio e, vista la pioggia, la sua Bmw scivola a causa dell’aquaplaning e il mezzo si ferma nel sottopasso dove l’acqua aveva quasi raggiunto un metro di altezza. L’impianto elettrico della vettura va in tilt e quindi è impossibile aprire le portiere e il bagagliaio. Sembra che non ci sia una via di fuga. Tutto è buio, in lontananza i fari della Polizia locale. Il livello dell’acqua sale nell’abitacolo. Non si arresta. E’ arrivato fino alla vita della dell’insegnante. Cerca una vita di fuga, prova a segnalare la sua presenza lampeggiando, ma i fari sono spenti. Funziona solo la luce interna e così accende quella. Nel frattempo cerca di dare indicazione agli amici con i quali si sarebbe dovuta trovare.

Calci alla portiera

«Ho provato a uscire da ogni parte ma, essendo stata operata da poco al tunnel carpale non avevo abbastanza forza. Alla fine ho pensato a mia figlia e questo mi ha aiutato tantissimo, ho iniziato a prendere a calci la portiera. Al primo colpo non è successo nulla, al secondo - sferrato con due piedi - la portiera si è aperta in modo da farmi uscire, nonostante la forza dell’acqua che premeva ancora di più per entrare. Mi sono gettata fuori, non toccavo neppure per cui ho dovuto nuotare fino a quando gli agenti mi hanno tratto in salvo. Solo in un secondo tempo ho scoperto che erano arrivati con l’auto ibrida per cui hanno rischiato la vita anche loro per aiutarmi visto che un mezzo a corrente in quel contesto non è forse fra i più sicuri». Di sicuro la donna ha potuto contare su qualcuno che l’ha protetta da lassù visto che è la seconda volta che, sempre in auto, riesce a salvarsi la vita in extremis. «Lo scorso anno sono rimasta vittima di un terribile incidente stradale a causa di un frontale - ricostruisce la giovane donna - Ero seduta dal lato del passeggero quando è accaduto l’incidente legato a una vettura che sorpassando ha invaso la corsia opposta. E’ intervenuto anche l’elisoccorso per portarmi in ospedale. Non è certo stato un impatto da niente. Diciamo che sono stata fortunata, come in questo secondo caso».

La riflessione

A distanza di giorni la donna riflette ad alta voce su quanto avvenuto e ringrazia i soccorritori per la professionalità, ma è anche l’occasione per pensare a cosa sarebbe accaduto se al volante ci fosse stata una persona anziana o, nel seggiolino, un bambino piccolo. Ora che il peggio è passato e quanto accaduto è un avvenimento da archiviare fra i brutti ricordi, è giunto il momento della conta dei danni. I quaderni e i documenti che erano nella macchina sono quasi inservibili e la Bmw oramai è da rottamare. Nel frattempo la donna non nasconde di avere paura quando si trova all’imbocco dei sottopassi; mentre da Palazzo chiariscono che la struttura è a norma e arriveranno i semafori per scongiurare altri fatti analoghi.

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