Guardia di Finanza: sequestro preventivo di 21mila euro
Una società di Castelgomberto emetteva fatture fasulle che non riportavano alcun pagamento tracciabile.
Guardia di Finanza: sequestro preventivo di 21mila euro
Nei giorni scorsi, i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vicenza hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso dal G.I.P. di Vicenza, finalizzato alla confisca diretta, della somma di 21.392 euro, nei confronti di una società del vicentino e del suo rappresentante legale (P.A., classe 1979, di Arzignano), il quale, sulla scorta delle indagini svolte, avrebbe utilizzato, per diversi anni, fatture passive per operazioni oggettivamente inesistenti.
Le attività di sequestro costituiscono lo sviluppo di controllo fiscale avviato nel giugno 2018 dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Arzignano nei confronti di una società, sedente in Castelgomberto e operante nel settore della costruzione di edifici residenziali
e non residenziali, avviato sulla base di risultanze info-investigative connesse a pregresse attività di servizio condotte dai militari della tenenza della Guardia di Finanza di Noventa Vicentina che, nel corso di una verifica fiscale, avevano approfondito la posizione di una
ditta individuale di Sarego la quale avrebbe emesso svariate fatture di vendita, ritenute fasulle, ad una serie di soggetti economici tra i quali risultava annoverata la società di Castelgomberto.
Avviato il controllo, i militari della Città del Grifo hanno costatato come la società, negli anni 2012, 2013, 2014 e 2016, avesse intrattenuto rapporti economico-commerciali con quella già sottoposta a verifica fiscale dai finanzieri di Noventa Vicentina, permettendo di acclarare che la stessa aveva registrato e utilizzato per abbattere il reddito imponibile esposto in dichiarazione, le fatture emesse da tale soggetto giuridico. Le indagini svolte hanno - tuttavia - evidenziato la fittizietà dei rapporti economici documentati dalle fatture, circostanza, questa, corroborata in particolare dal fatto che – nonostante sui documenti fossero indicate delle modalità di pagamento tracciabili – nessuna traccia di essi è stata rinvenuta dai finanzieri nel corso dell’esame della contabilità aziendale e dei conti bancari. Le evidenze investigative acquisite nel corso delle indagini hanno portato il Tribunale di Vicenza, su richiesta della locale Procura, ad emettere il citato decreto, teso a sequestrare in via diretta il profitto del reato, costituito dall’indebito risparmio d’imposta. Il provvedimento di sequestro delle disponibilità finanziarie è stato eseguito presso due distinti istituti di credito
ubicati in Montecchio Maggiore e Chiampo.