Gabriella è fra le 10 finaliste del premio «Donna dell’anno»
La stilista Marin è fra le protagoniste del Treviso Creativity Week che si terrà dal 20 al 27 ottobre con un ricco carnet di eventi.
Gabriella è fra le 10 finaliste del premio «Donna dell’anno»
La stilista Gabriella Marin fra le finaliste del premio «Donna dell’anno». Treviso Creativity Week è pronta ad animare la Marca Trevigiana dal 20 al 27 ottobre con un ricco carnet di creatività, imprenditoria, innovazione e tantissime idee avvincenti per una terza edizione che lascerà il segno. Grazie al successo riscontrato nella scorsa edizione, torna il premio “Donna dell’anno”, il riconoscimento che vuole promuovere, incentivare e sostenere personalità femminili di spicco della regione del Veneto che con intuito e coraggio si sono distinte nei diversi settori, dall’economia alla cultura, dall’ambito sociale a quello creativo, sia localmente sia a livello nazionale. Il fiore all’occhiello della provincia di Vicenza è la scledense Gabriella Marin, stilista e artigiana, la cui ricerca è incentrata sulla sostenibilità, portandola ad instaurare importanti collaborazioni. Il suo sogno è fondare una scuola di sartoria e una linea di capi per donne di tutte l’età, con tessuto etico ed ecologico (per poterla votare si deve accedere al link: https://tcw409051.typeform.com/to/zbw5V7). Alla prima classificata un premio in denaro di 700 euro da destinare a sostegno della causa per la quale è stato riconosciuto il premio e un’opera artistica realizzata da un team di studenti del Liceo Artistico di Treviso. Il premio sarà consegnato la mattina di sabato 26 ottobre nel corso della tappa della Treviso Creativity Week in programma al salone del Palazzo dei Trecento di Treviso.
Cos’ha provato di fronte alla notizia di essere fra le dieci finaliste?
«Non ci potevo credere e forse non ci credo ancora neppure adesso. Già questo è un traguardo importante, riuscire a vincere sarebbe ancora più bello; soprattutto perché sarebbe una bella opportunità lavorativa anche oltre i confini dell’Italia. Si aprirebbero le porte delle fiere all’estero, insomma, grandi opportunità».
Lei è anche reduce da un’estate davvero particolare, che ben si lega a questa nomina nella top ten.
«Ho fatto delle bellissime esperienze a Venezia e sono arrivata in Laguna grazie al gruppo “Le rosa”, gruppo che racchiude varie tipologie di donne intente nelle varie declinazioni del lavoro e delle professionalità. Questo mi ha portato a Venezia dove mi sono misurata come artigiana e stilista, riuscendo a vendere anche degli abiti che sono volati a New York e, nel mentre, sono proiettata verso la Venice fashion week dove porterò i miei abiti in tessuto biologico, con tanto di certificato, e uno dei quali realizzato in tessuto di menta impreziosito da disegni di farfalle realizzate dai ragazzi del liceo artistico Martini di Schio».
Ci parli di questi tessuti...
«Parto dal motto “Non può esserci estetica se non c’è etica”, per questo ritengo che i tessuti debbano essere biologici, certificati e garantire una filiera etica non solo nel rispetto dell’ambiente, ma anche del lavoro che deve essere sempre equamente ricompensato. Adesso sto aspettando dei tessuti che arrivino dalla Toscana a base di menta, ortica, canapa, lino e cotone. Per cui siamo chiamati a guardare a uno sviluppo sostenibile senza dimenticare la bellezza che non deve mai essere abbandonata».
Il suo nome era passato alla ribalta delle cronache anche perché aveva cercato di regalare un suo abito a Michelle Obama. Tentativo che resta ancora nel cuore?
«E’ una donna di grande classe e il suo vestito è stato confezionato con grande emozione. Certo è un sogno che c’è ancora, ma ora ambisco ad avere una bottega, magari in Laguna, dove poter insegnare l’arte della sartoria in modo da tramandare quest’arte che non conosce tempo e confini».