Frode fiscale, sequestrati beni per 700mila euro a due società vicentine
Gli artefici del meccanismo fraudolento di compensazione con crediti fittizi fornivano servizi di consulenza in materia di amministrazione, contabilità e tributi.
I finanzieri del Comando Provinciale di Vicenza hanno eseguito un provvedimento emesso dal G.I.P. presso il locale Tribunale, sottoponendo a sequestro disponibilità finanziarie ed autovetture per un valore complessivo di oltre 700 mila euro nei confronti di due società vicentine di servizi forniti da revisori contabili, periti, consulenti ed altri soggetti che svolgono attività in materia di amministrazione, contabilità e tributi nonché in capo a tre persone fisiche F.F. di anni 69, C.P.A., di anni 59 e M.P. di anni 59.
Crediti d'imposta falsi
I militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Vicenza, in collaborazione con il personale della Guardia di Finanza della Sezione di P.G. della Procura della Repubblica vicentina, hanno disvelato un meccanismo di frode fiscale messo a punto dal rappresentante legale di una delle imprese interessate, in seguito alla valorizzazione di un controllo amministrativo condotto dall’Agenzia delle Entrate sulle predette società e ricorrendo all’uso della specifica informatica operativa in uso al Corpo.
È stato rilevato al riguardo come il predetto rappresentante legale, ricorrendo a crediti d’imposta fittizi, non solo ha compensato i propri debiti tributari, ma ha ceduto parte di essi ad ulteriori soggetti economici, anch’essi debitori verso l’erario, incassando un corrispettivo quantificato nell’1,9% del valore degli stessi crediti.
Con lo stratagemma gestionale di presentare gli “F24 a saldo zero”, gli indagati hanno fraudolentemente affrancato le proprie e le altrui aziende dal pagamento delle imposte e devono ora rispondere del reato di “indebita compensazione”, punito dall’art. 10-quater del Decreto Legislativo n. 74/2000.
Sequestrati beni per oltre 700mila euro
La ricostruzione investigativa effettuata dai militari del Corpo, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Vicenza, è stata valutata pienamente attendibile dal Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale, che, condividendo la prospettazione accusatoria, ha emesso nei confronti delle suddette imprese e dei loro amministratori un provvedimento di sequestro preventivo.
La misura ablativa, eseguita dagli stessi militari che hanno curato le investigazioni, ha consentito di vincolare disponibilità finanziarie presenti su 3 conti correnti bancari e 4 autovetture: una Jaguar Type, una BMW 530 Station Wagon, un’Audi Q5 (SUV) ed una Smart.
L’operazione delle Fiamme Gialle è stata sviluppata secondo il dispositivo operativo del Corpo nell’ambito del contrasto all’evasione, all’elusione e alle frodi fiscali, facendo leva sulle peculiari funzioni di polizia economico-finanziaria ed è stata condotta trasversalmente tanto sotto il profilo amministrativo quanto sotto quello penale con il conseguente sequestro “per equivalente” del patrimonio finalizzato alla confisca, obbligatoria nel caso in cui il procedimento penale si concluda con la condanna dei tre indagati, con ristoro delle somme sottratte alle casse erariali e con apprensione a vantaggio della collettività per finalità anche di ripristino sociale dei beni acquisiti in via definitiva dallo Stato.