Francesco e Ubaldina innamorati dal 1963
Un amore senza tempo che è riuscito a superare gli ostacoli della vita.
Francesco e Ubaldina innamorati dal 1963. «Siamo ancora molto innamorati, come il primo giorno», e ne sono passati 56, di anni.
Sono occhi luccicanti, pieni d'amore, quelli di Ubaldina Manera mentre come un fiume in piena, sgomitola la sua storia insieme al marito Francesco Bonato. Raccontare e descrivere a parole il tono di voce di Ubaldina, le risate, i piccoli sorrisi che le escono spontanei quando parla del primo incontro con quell’uomo che poi sarebbe diventato l’amore di una vita, è un’impresa che rimane una delle più difficili da mettere nero su bianco. I suoi occhi trasmettono in anteprima il film della sua vita, focalizzando l’attenzione sul primo incontro, sui vestiti indossati, sull’atmosfera del momento, sui profumi che immediatamente riportano ad un lontano 28 aprile del 1963.
Il primo incontro.
«Ci siamo conosciuti a San Gallo, in Svizzera, entrambi eravamo migranti. Ti dico anche il giorno, perché quello, è il “nostro” giorno. 28 aprile del 1963. Quello che poi sarebbe diventato mio marito, faceva l'elettricista, io invece lavoravo in una grande fabbrica di pizzo San Gallo; sono stata lì per 14 anni. Ci siamo conosciuti tramite una signora italiana che aveva sposato uno svizzero. Un giorno mi chiese se la domenica fossi libera per andare a Kloten, all'aeroporto, ci sarebbe stato anche un loro amico. Accettai l'invito molto volentieri. La domenica arrivai a casa di questa signora, vidi un bellissimo giovanotto, in piedi, vicino alla macchina. Come ci siamo guardati, io ancora non lo so spiegare, ci siamo piaciuti subito e non ci siamo più lasciati. Sono 56 anni che ci conosciamo. Rimase colpito dalla mia chiacchiera, ma la felicità di quel giorno fu tanta. Tornati dall'aeroporto mi chiese timidamente, (mio marito è abbastanza timido, così ci compensiamo), se c'era la possibilità di vederci ancora.
Il primo bacio.
Il 3 maggio, venne a conoscenza del mio compleanno e si presentò con una scatola con dentro un profumo; la conservo ancora. Quella sera, ci siamo dati il primo bacio. E da qui è iniziata la nostra bella storia d'amore e dopo tutti questi anni, siamo innamorati più di prima, più del primo giorno».
Ubaldina, facendosi scorrere tra le mani le tante foto del passato, ne trattiene una: lei e Francesco appena conosciuti, «Questi eravamo noi, mio marito era bellissimo, grande, magro. Ci siamo innamorati. Non c'è niente da dire, una cosa meravigliosa».
Il primo incontro agli occhi di Ubaldina.
Come si potrebbe descrivere quel primo incontro?
«L’inizio della mia vita. Ho visto Francesco, per la prima volta, ci siamo guardati e niente ci ha più diviso. Innamorati, persi. Anzi, più che persi ci siamo trovati tra un mondo pieno di gente».
Un amore senza mezze misure che è nato nella sincerità del tempo e maturato dalla volontà di due anime che hanno deciso di trascorrere la loro vita insieme. «A luglio di quel 1963, è venuto a casa e ha chiesto la mia mano a mio padre. Lui voleva sposarsi subito, ma le condizioni economiche del momento non lo permettevano. Ci siamo sposati il 19 settembre del 1964. Un amore lampo che dura una vita. Abbiamo passato tante traversie ma il nostro amore non ha avuto paura di superarle; insieme siamo riusciti a tenerci stretti anche nei momenti bui». Si sono sposati, con un’Ubaldina appena ventenne, il 19 settembre 1964. «Il mio vestito da sposa l’ho fatto io, in raso e ricamato in seta». Vivono ancora a San Gallo in Svizzera e faranno ritorno in Italia nel luglio del 1975. Da questo grande amore nascono Alessandro e Roberto, che sono le perle preziose della famiglia, custodite e decantate come solo una mamma può fare. Ubaldina li chiama così, «Sono i figli dell'Amore».
E’ stato facile ritornare alla quotidianità dell’Italia?
«Diciamo non semplice. Mio marito ha faticato un po’ in questo senso; è rimasto innamorato della Svizzera. Ma l’amore ci ha fatto superare ben altre traversie che questa fu una delle sfide minori».
Svelateci un segreto: l’ingrediente essenziale per innamorarsi ogni giorno dell’altro, qual è?
«La sincerità reciproca, sempre e comunque, soprattutto nelle piccole cose; l’imparare a sacrificarsi, a venirsi incontro senza sbattere pugni ma aprendo le mani; adattarsi e prendere il buono che c’è in ogni momento della Vita; c’è un disegno che qualcuno ha già scritto per noi, dobbiamo solo credere. Alla base di tutto c’è l’Amore, quello autentico che si fonda sulla roccia, sul sacrificio, sul tenersi per mano anche se sarebbe più facile mollare la presa».