Emergenza coronavirus

Fabris (Cna): "Chiusura delle imprese, scelta dolorosa ma inevitabile"

"Unica strada possibile per la salute dei cittadini. Ma necessario il blocco ordinato delle attività"

Fabris (Cna): "Chiusura delle imprese, scelta dolorosa ma inevitabile"
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"Una scelta dolorosa ma inevitabile". Cinzia Fabris, presidente di Cna Veneto Ovest commenta così la decisione, annunciata dal premier Giuseppe Conte di chiudere, da oggi al 3 aprile, anche le imprese non essenziali durante l'emergenza sanitaria da Coronavirus . "Noi avevamo sostenuto che, in termini di principio, era meglio fin da subito un blocco totale esteso alle attività lavorative, salvaguardando le attività necessarie, quale unica arma per bloccare l'epidemia immediatamente. Fermandoci oggi possiamo salvare vite umane, per ripartire presto con rinnovato vigore, senza portarci avanti magari per altri due o tre mesi una situazione devastante sotto tutti i profili, come quella degli ultimi giorni. Il blocco è un sacrificio che le nostre imprese sono pronte a sostenere, a nome della salute dei cittadini, ma ora ci aspettiamo chiarezza. Vanno definite presto le regole di classificazione delle imprese essenziali, che non possono limitarsi a un solo elenco di codici Ateco, perchè incompleti, spesso non aggiornati, e comunque fonte di dubbi interpretativi - ha sottolineato Cinzia Fabris -. Va codificato poi il ruolo delle imprese che si stanno riconvertendo per la produzione e confezionamento di mascherine e presidi sanitari, che oggi non hanno un Ateco specifico. Ma soprattutto va dato modo, alle imprese che chiudono, di organizzare al meglio la sospensione dell'attività, con impianti, personale, clienti e fornitori. Non basta accelerare una scelta tardiva per recuperare il tempo perduto, anzi si rischia di lasciare ancora più in difficoltà chi poi deve metterla in pratica. Continuiamo ad auspicare inoltre la messa a disposizione di risorse adeguate per far fronte realmente all'emergenza: gli strumenti che ad oggi sono stati approvati rischiano di essere poca cosa nel lungo termine".

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