Evasione fiscale nel settore del legno, maxi sequestro da 1,2 milioni: nove imprenditori indagati
Contestati i reati di emissione di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ed occultamento o distruzione di scritture contabili.
Servizio della Finanza di Schio, che nel corso della mattinata odierna sta dando esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo per equivalente fino a concorrenza di oltre 1,2 milioni di euro nei confronti di nove imprese e di altrettanti imprenditori, titolari di diritto o di fatto ai quali sono contestati i delitti di emissione di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ed occultamento o distruzione di scritture contabili.
Evasione fiscale nel settore del legno, maxi sequestro
Nella mattinata di oggi, martedì 7 settembre 2021, i Finanzieri del Comando Provinciale di Vicenza stanno dando esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo per equivalente emesso dal locale Tribunale su richiesto dalla Procura della Repubblica berica fino a concorrenza di oltre 1,2 milioni di euro nei confronti di nove imprese e di altrettanti imprenditori, titolari di diritto o di fatto.
Le indagini, condotte dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Schio nell’ambito dell’operazione “Legno tarlato”, avevano tratto origine, nel 2019, dall’avvio di un controllo fiscale nei confronti di due ditte individuali con sede in città, operanti nel settore del commercio di pallets in legno e riconducibili al medesimo titolare, evasori totali o paratotali nel periodo sottoposto ad ispezione.
Nel corso dei citati interventi, era ricostruito come le ditte avessero emesso, dal 2014 al 2019, 317 fatture per operazioni oggettivamente inesistenti, per oltre 3,8 milioni di euro nei confronti di sette imprese ubicate in tutto il nord Italia (Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte).
Attività ad "alto valore aggiunto"
Tutte le società clienti sono accomunate dall’attività economica esercitata, il ritiro di pallets usati (a titolo gratuito) e la successiva riparazione, cui segue la vendita dei prodotti lavorati. Trattasi di un’attività commerciale ad alto valore aggiunto, in virtù dell’esiguità dei costi sostenuti nella fase iniziale, per cui le stesse società, al fine di abbattere l’imponibile fatturato ed evadere le imposte dirette, hanno annotato in contabilità elementi negativi fittizi.
Essendo un settore economico ad alto rischio di frode fiscale, le cessioni di “bancali in legno (pallet) recuperati ai cicli di utilizzo successivi al primo” sono assoggettate, sin dal 2015, al meccanismo dell’inversione contabile (reverse charge), per cui l’I.V.A. non viene addebitata in fattura bensì integrata dall’acquirente.
Nel febbraio 2020, erano state eseguite, su delega della Procura della Repubblica di Vicenza, 24 perquisizioni locali che avevano permesso di appurare l’avvenuta annotazione in contabilità e il successivo utilizzo in dichiarazione delle fatture emesse dalle “cartiere” scledensi, mentre in quattro casi le fatture di acquisto e le scritture contabili erano state occultate dai titolari delle imprese clienti.
Era stata, inoltre, rinvenuta e sequestrata copiosa documentazione manoscritta, con cui i titolari delle ditte emittenti annotavano, con cura certosina, il profitto a loro spettante per la condotta illecita, pari al 5% dell’importo di ogni singola fattura emessa.
Nove indagati
Complessivamente, sono oggi indagate dalla Procura della Repubblica di Vicenza 9 persone fisiche, per i delitti di emissione di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ed occultamento o distruzione di scritture contabili.
Il G.I.P. presso il Tribunale di Vicenza, accogliendo la richiesta della locale Procura e aderendo alla ricostruzione delle Fiamme Gialle scledensi, ha emesso un decreto di sequestro preventivo per equivalente nei confronti delle nove imprese coinvolte (le due ditte emittenti e le sette utilizzatrici), nonché di nove persone fisiche, titolari di fatto o diritto dei citati soggetti giuridici, fino a concorrenza di € 1.252.948,68, importo pari alla sommatoria dell’evasione delle imposte sul reddito (e, in minima parte, dell’I.V.A.) conseguita con l’utilizzo o l’occultamento dei documento fittizi, e del profitto personale dei due titolari delle imprese cartiere.
Le misure cautelari hanno ad oggetto immobili, anche di particolare pregio, disponibilità finanziarie e beni mobili riconducibili alle persone fisiche e giuridiche attinte dall’odierno provvedimento. Contestualmente, le Fiamme Gialle scledensi stanno dando esecuzione, anche con l’ausilio di altri Reparti del Corpo competenti per territorio, a otto decreti di perquisizione locale, nelle province di Vicenza, Verona, Mantova, Reggio Emilia e Sassari.
L’operazione è stata avviata e condotta nell’alveo delle metodologie operative elaborate dal Comando Provinciale di Vicenza con il supporto di avanzati applicativi informatici, le quali mirano a contrastare in maniera sistematica e massiva i fenomeni illeciti del sommerso d’azienda e delle frodi fiscali.
L’operazione eseguita dalla Guardia di Finanza sotto la direzione della Procura di Vicenza si inserisce nel quadro delle rinnovate linee strategiche dell’azione del Corpo, volte a rafforzare l’azione di contrasto ai contesti di illegalità economico-finanziaria connotati da maggiore gravità, a tutela del sistema economico “sano” e degli imprenditori del settore onesti e rispettosi delle regole che vedono lesi, da tali comportamenti fraudolenti, le leggi di libera concorrenza e di mercato.