Non so se chi ci legge ricorda ma, qualche settimana fa in Procura con il padre Lerry Gnoli che doveva essere sentito dagli inquirenti, oltre all’avvocato era andato anche un giovane aitante (più che distinto, pensò chi scrive, visto il luogo in cui accedeva con fare spavaldo e jeans strappati).
Se al tempo uno poteva chiedersene il motivo, ora lo sa.
Cristallizzato il fatto
Chiuse le indagini sulla morte di Elisa Spadavecchia, infatti, insieme a Lerry Gnoli (ancora in carcere) è indagato anche il figlio per omicidio colposo in cooperazione.
Sembrano, infatti, chiuse le indagini sulla tragedia del 24 maggio 2025 quando, sulla spiaggia di Pinarella, il Lerry Gnoli, alla guida di una macchina movimento terra, arrotò, uccidendola, la 66enne Elisa Spadavecchia, di Creazzo (VI) che lì era in vacanza.
L’azione delle Procura
E’ notizia di oggi, infatti, di come la Procura abbia presentato richiesta di giudizio immediato per l’uomo, che da giugno si trova in carcere con le accuse di omicidio colposo e violazioni in materia di lavoro.
Gnoli, già difeso da Vittorio Manes al quale darà manforte il collega Carlo Benini di Ravenna, ha trovato tra gli indagati anche il figlio 23enne. Motivazione? Omicidio colposo in cooperazione.
I ragazzo, difeso da Marco Martines di Forlì, infatti, sarebbe il titolare della ditta che si occupava della movimentazione sabbia per la quale il padre lavorava come dipendente.
Le motivazioni del Tribunale del Riesame non sono ancora note ma, intanto, il quadro si allarga.
I fatti
La zona di Cervia che stava avviandosi alla stagione balneare, era stata scossa dalla tragedia di Pinarella, soprattutto perché nessuno si spiegava chi avesse autorizzato a mettersi al lavoro in uno dei primi fine settimana della stagione che si preannunciava importante; chi avesse commissionato i lavori e se questi consentissero un tale comportamento.
I precedenti
Mentre a Vicenza ed a Creazzo si piangeva la morte della Spadavecchia, erano emersi precedenti a carico del conducente della ruspa, Lerry Gnoli, già condannato per omicidio stradale nel 2022, positivo alla cocaina come si adombrò che fosse anche il mattino del 24 maggio 2025.
A fine 2019, peraltro, Lerry Gnoli era stato arrestato dalla Questura di Forlì con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, quando aveva con sé quattro ovuli di cocaina.
La mela non cade distante dall’albero ?
Così potrebbero aver pensato gli inquirenti quando gli hanno convocato anche il figlio ma, probabilmente, Gnoli Senior, con patente di guida limitata e con ditta intestata gioco forza al figlio, avrà pensato solo a mandare avanti l’attività che dava sostentamento alla famiglia.
Quanto sopra, però, senza pensare alle responsabilità che stava mettendo in capo al figlio né – per quanto riferito dalle cronache – ai tempi ed ai modi coi quali si era messo al volante della “pàchera“.