Diageo World Class: la gara tra i bartender
In semifinale due bassanesi: Elisa Favaron del Palazzo delle Misture e Roberto Cunico del Danieli.
Diageo World Class: la gara tra i bartender
Diageo World Class è una competition lanciata da un’azienda che opera a livello mondiale: la Diageo. Una competition dove creatività e innovazione fanno da padroni. Si sviluppa prima a livello nazionale e poi mondiale.
Gli step sono:
1. L'iscrizione. Questa è online e quest'anno le ricette da presentare erano due. Il primo tema doveva essere sviluppato attorno al Tanqueray Ten ed era il Tech Tonic . Il secondo tema era o Science of Smoke con Johnnie Walker Black Label o Tartan Tiki con Talisker. Dall'iscrizione online vengono selezionati i 20 semifinalisti in base alla coerenza con il tema. La ricerca, l'innovazione e l' equilibrio dei drink sono poi fattori fondamentali che vengono analizzati da esperti del settore.
2. In The Bar Judging: in data tra il 2 e il 15 Maggio i quattro giudici Diageo faranno visita ai semifinalisti nel bar in cui lavorano. Il Team di Diageo valuterà competenza e professionalità sul posto di lavoro. In questa fase verranno selezionati gli 8 finalisti che si sfideranno alla finale Italiana 2019.
3. La finale: tra gli 8 finalisti solo uno verrà decretato il miglior bartender italiano e potrà quindi accedere alla finale globale dove sarà l'unico rappresentante del nostro Paese.
4. Global Final World Class 2019: La finale globale si terrà a Glasgow in Scozia. Qui i finalisti di paesi diversi dovranno prepararsi per la sfida. Una finale che diventa un vero percorso di crescita per i bartender. Sarà visibile a tutti nel mondo in diretta streaming.
La bartender Elisa Favaron: il Tiny Tonic e Johnnie Burro
«Figlia di un padre cuoco, da sempre appassionata di cucina, mi sono avvicinata al bartending per caso, attirata dal desiderio di lavorare a contatto con le persone. Ho scoperto un lavoro in cui posso dare voce a molte delle mie passioni: la cura per la ricerca del gusto in un equilibrio alchemico, lo studio grazie alla miscelazione storica, la continua ricerca di prodotti, la possibilità di creare una dimensione emozionale attraverso preparazioni in sintonia con le esigenze dei clienti». Queste le parole di Elisa Favaron, la semifinalista alla Diageo World Class. Giovane, intraprendente e dinamica. Queste le caratteristiche di una bartender che tra tra le mura del «Palazzo delle Misture» ha trovato la sua strada e grazie allo studio è riuscita a raggiungere un grande traguardo, anche grazie alla collaborazione dell’erboristeria «Madonna della Salute», che l’hanno aiutato nella ricerca delle materie prime per i suoi drink.
Il primo drink che ha portato è stato il «Tiny Tonic», che vede come ingredienti il Tanqueray Ten, la soda alle scorze di pompelmo rosa e il pepe Andaliman selvatico, con petali essicati di Monarda come garnish. «Ho voluto porre l'attenzione sul concetto di Gin&Tonic: un drink all'apparenza semplice che però ha dietro sé storia e ricerca. Per la mia proposta ho mantenuto la costruzione tipica del gin&tonic utilizzando come gin il Tanqueray Ten e addizionando una Soda homemade. Tuttavia, se il metodo di miscelazione è quello a tutti noto, la ricerca e la selezione dei pochi, ma particolari ingredienti, non lo è. Infatti, la soda è stata prodotta a base di profumate scorze di pompelmo rosa, che con le loro note fresche di agrume si sposano con il pepe di Andaliman. Quest'ultimo è una spezia selvatica proveniente dall'Indonesia, raccolta a mano ed essiccata sul bambù tra gli alberi della foresta vergine: un metodo di raccolta ed essicazione che permette lo svilupparsi di note sensoriali uniche, prorompenti, che armoniosamente si intrecciano a quelle agrumate del pompelmo. La soda che è stata prodotta accompagna ed esalta il Tanqueray Ten enfatizzandone le note agrumate e floreali. Per aumentare il carattere e la struttura del drink, è stata aggiunta una riduzione di Tanqueray Ten e dell'Acido L-ascorbico. Questo drink diventa un Gin&Tonic per tutti, impossibile non innamorarsi del suo bilanciamento, tra note leggermente amare, speziatura e freschezza. Potrà essere un drink anche per i non appassionati del genere. E' nato il Tiny Tonic!».
La seconda creazione è, invece, il «Johnny Burro», che ha come ingredienti il Johnnie Walker 12 y.o. Black Label al burro, il Johnnie Walker 12 y.o. Black Label, il Heering Cherry liqueur, il succo di limone e lo sciroppo al pepe affumicato, con una garnish composta da fave di cacao Maglio e pepe affumicato ed una affumicatura esterna ai chiodi di garofano. «Per la creazione del drink mi sono ispirata alla citazione di Dave Broom: “L'affumicatura aggiunge peso, persistenza e struttura ad un whisky. Anche una piccola quantità può donare qualità al finale ed al retrogusto di un whisky. Qui ancora una volta la cosa più importante è bilanciare la nota affumicata in un blend, in un single malt e in un drink”. Ho posto l’attenzione, non tanto sui prodotti che potevo affumicare, ma su quelli che potevano esaltare la nota torbata ed elegante di Johnnie Walker 12 y.o. Black Label. Al palato il burro avvolge e dà spessore ai sentori torbati. Le piacevoli note caramellate e agrumate del whisky vengono poi affiancate da quelle della frutta secca, delle ciliegie e del marzapane dell’Heering Cherry Liqueur. Anche se il finale viene speziato grazie all'aggiunta dello sciroppo al pepe affumicato, l'indiscusso protagonista rimane il Johnnie walker Black Label che ci porteremo a casa nel ricordo dell’ultimo sorso di “Johnnie Burro”».
Il bartender Roberto Cunico: Ten Girls e Rap Roy
«Ho iniziato questa professione mentre studiavo, poi per una quindicina d’anni ho lavorato in ufficio. Nel 2013, però, ho deciso di dedicarmi totalmente al bartending, ciò che davvero amo». Con queste parole spiega brevemente il suo percorso Roberto Cunico, semifinalista bassanese alla Diageo World Class. Gli ultimi anni li ha trascorsi a sperimentare e studiare per creare drink unici e inimitabili. Lo fa tra le mura del «Leon Bar» e del «Danieli», i due locali del centro storico di Bassano del Grappa in cui esercita la sua professione di bartender.
Il primo drink con cui ha partecipato alla competizione nazionale è stato da lui intitolato «Ten Girls». Si ispira alla canzone «Dieci ragazze per me» di Lucio Battisti, che fa da colonna sonora al video di presentazione della preparazione del drink stesso. Inoltre, il «ten» richiama sia le botaniche del gin Tanqueray Ten utilizzato, sia il nome dell’alambicco. La lavorazione del cocktail è iniziata con il gasare la soda composta da pompelmo, camomilla e pepe rosa. Poi è stata creata la garnish con del pompelmo congelato attraverso l’utilizzo dell’azoto liquido e poi frantumato. E’ stato quindi costruito il drink prima con l’inserimento del gin e poi con l’aggiunta della tonica homemade. Inoltre, dovendo trovare un modo veloce per servirlo al cliente, è stato pensato da Roberto, con l’aiuto fondamentale del suo titolare Leone Miotti, di inserirlo in una lattina. Un drink pronto all’uso in pochi istanti: «un’idea geniale», commenta Roberto.
Il secondo drink è stato il «Rap Roy», il cui nome è stato ispirato da più elementi. «Rap» perché ricorda la rapa che in qualche modo è presente nel drink, mentre «Roy», che significa rosso in scozzese, ricorda l’eroe Rob Roy MacGregor, detto «Roberto il Rosso» e che rimanda a sua volta proprio al bartender Roberto, proveniente da una famiglia thienese, la cui «menda» era quella dei «Rossi». Questo drink doveva avere due elementi fondamentali: contenere il whisky Johnnie Walker, il preferito di Winston Churchill, e presentare un’affumicatura a freddo. Roberto ha scelto di affumicare il prodotto stesso in una moka da caffè con del ghiaccio secco e avente come elementi aromatici del tè verde, delle alghe, dei licheni e dell’erica. Ha quindi unito il risultato ottenuto con del vermouth belsazar alla rapa viola e del bitter all’arancia e al mandarino. Due creazioni, nate da esperienza, innovazione, ricerca, storia e tradizione. Elementi fusi assieme in un equilibrio davvero sorprendente. «Questo è solo l’inizio - afferma il bartender bassanese - e sono davvero molto contento e soddisfatto ad essere passato alla prima selezione. Questo è anche merito della squadra che mi ha appoggiato, ossia i miei titolari Leone ed Edoardo Miotti che mi hanno aiutato a realizzare i video e mi hanno dato alcuni preziosi consigli sulle ricette che ho poi proposto alla competizione. Adesso arriva il bello, bisogna studiare ed essere preparati al meglio. Il mio sogno, ovviamente, è arrivare in finale». Entrambe le preparazioni sono state immortalate in alcune riprese davvero spettacolari, che calano l’osservatore in un mondo unico, quasi trascendentale e che riescono ad esprimere in modo ottimale la creatività che era nella mente di chi eseguiva due drink che possono solo essere definiti come avventure diverse, storie dalle mille sfaccettature e inimitabili sensazioni per le papille gustative.