Nei guai due coniugi

Creavano società per evadere le tasse e sbaragliare la concorrenza

L'evasione fiscale è stata quantificata in oltre 900mila euro.

Creavano società per evadere le tasse e sbaragliare la concorrenza
Pubblicato:
Aggiornato:

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vicenza hanno dato esecuzione, a due ordinanze di custodia cautelare emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Vicenza nei confronti di due coniugi (una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di M.A., 49 anni, residente in Valdagno ed una agli arresti domiciliari nei confronti di P.P., 47 anni, residente in Valdagno), imprenditori della Valle dell’Agno, nel tempo amministratori di diritto e di fatto di quattro società soggette a procedure concorsuali fallimentari, in relazione a plurime ipotesi di reato che vanno dalla bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale, alla sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte con un danno patrimoniale quantificato in oltre 900.000,00 euro nonché per ipotesi di autoriciclaggio. Sono state eseguite, altresì, in provincia di Vicenza e Padova, diverse perquisizioni disposte dalla Procura della Repubblica di Vicenza nei confronti delle sedi delle società coinvolte.

Creavano società per evadere le tasse e sbaragliare la concorrenza

In particolare, le indagini svolte dai finanzieri della Sezione di P.G. della Procura della Repubblica di Vicenza e del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Vicenza, coordinati dalla Procura della Repubblica di Vicenza, hanno permesso di rilevare che i predetti coniugi, in concorso con altri due soggetti, amministratori delle medesime società, hanno nel tempo gestito un articolato e consolidato sistema illecito, consistente nella creazione e gestione di società di capitali e società cooperative di comodo, operanti nel medesimo campo dei servizi e della logistica, con l’intento preordinato di non adempiere agli obblighi tributari e contributivi maturati, al fine di poter fornire i propri servizi a soggetti terzi, nel mercato di riferimento, a prezzi altamente concorrenziali.

Tale modus operandi ha portato alla dichiarazione di fallimento e alla liquidazione coatta di n. 4 società che hanno generato un ingente danno patrimoniale. Nel corso delle indagini è stato accertato che sono stati sottratti alla massa fallimentare 36 autoveicoli per trasporto merci, otto dei quali sono stati trasferiti fraudolentemente ad altre società riconducibili agli stessi indagati mentre altri due sono stati localizzati in territorio estero anche con occultamento della documentazione contabile delle società interessate.

E’ stato altresì rilevato che nel tentativo di sottrarsi alle responsabilità del fallimento, le sedi legali di 2 delle società fallite erano state trasferite fittiziamente in Milano allo scopo di ricercare un indebito “oblio fiscale” in un’area metropolitana ad altissima densità imprenditoriale, con contestuale nomina, quale amministratore formale, di un soggetto “prestanome” di nazionalità rumena che all’epoca dei fatti aveva 22 anni ed era in Italia da pochi giorni.

Le operazioni odierne, consistite nell’applicazione delle suddette misure cautelari personali (1 ordinanza di custodia cautelare in carcere ed 1 ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari) e nell’esecuzione contestuale di diverse perquisizioni locali nei confronti dei 4 soggetti e delle sedi delle società a questi riconducibili, nonché degli uffici di due consulenti fiscali, hanno consentito di interrompere il reiterarsi delle condotte criminose sopra descritte.

L’operazione di polizia economico-finanziaria è stata condotta secondo la metodologia operativa “Dimenticatoio”, finalizzata al contrasto del fenomeno rilevato, in numerosi casi di frode fiscale e di bancarotta, per il quale gli amministratori e/o titolari di quote di società con rilevanti debiti tributari provvedono a cedere le proprie quote a soggetti “nullatenenti”, a far nominare una “testa di legno” quale nuovo amministratore e, soprattutto, a trasferire la propria sede legale dalla provincia berica in un’altra, spesso in una grande città metropolitana, al fine di evitare o attenuare il rischio in capo agli ideatori della frode, ossia i reali beneficiari del profitto illecito da evasione fiscale, di incorrere in controlli erariali. L’operazione svolta si inquadra nella costante azione di contrasto alle diverse forme di criminalità economica ed è stata sviluppata trasversalmente, facendo leva sulle peculiari funzioni di polizia economico-finanziaria del Corpo, nella prospettiva di assicurare all’Erario ed ai creditori il soddisfacimento delle legittime pretese creditorie.

Seguici sui nostri canali