Corsa al vaccino anti virus, Zaia: "Via alla sperimentazione in Veneto"
Un vaccino richiede 4 o 5 anni di test ma tutto il mondo sta lavorando a ritmi intensi per battere la pandemia: "Prima di Natale risposte importanti".
Ospite il rettore dell’Università di Verona, Pier Francesco Nocini.
Il bollettino
Sono 1.254.000 i tamponi effettuati pari al 25% della popolazione veneta, mentre sono 20.233 i soggetti positivi. In isolamento 4.090 pazienti (la maggior parte contagiati asintomatici). Sono poi 2076 i morti, ricoverati 112 e 7 persone in terapia intensiva di cui 4 positivi e 3 negativi. I dimessi sono 3.767.
In vista dell’autunno
Venerdì verrà presentato il piano di sanità pubblica per la stagione autunnale:
“Siamo convinti del fatto che c’è il virus in giro: è come fare il bagno nell’oceano dove se non ci sono squali, si nuota bene ma se c’è uno squalo bianco, meglio stare attenti. Oggi il virus non ha il mitragliatore ma è un ottimo cecchino. Si è abbassata di vent’anni l’età dei contagiati, oggi non possiamo dire che il virus se ne sia andato. Molti segnalano l’uso di dispositivi e altro: nel momento in cui si apre, noi spostiamo la responsabilità dall’ospedale all’individuo.”
Ci sarà una parte che verrà codificata sugli screening nelle comunità, tra le badanti e tra le realtà più a rischio. La situazione, sostiene Zaia, è comunque sotto controllo. Confermata l’ordinanza sui treni: la capienza è quella da omologazione, con obbligo di mascherina, in attesa che Roma si esprima.
La ricerca dell’Università di Verona
Una breve introduzione da parte del rettore Pier Francesco Nocini:
“E’ sicuramente un momento molto importante. Generalmente, un vaccino chiede 4 o 5 anni per essere testato mentre adesso tutto il mondo sta lavorando in maniera efficiente e veloce. Perché Verona? Perché è un centro di ricerche in cui tutti gli ospedalieri e gli studenti hanno collaborato con le sperimentazioni. Sono 25 i vaccini testati, di cui 5 in fase 3: 30mila le persone testate e già diverse idee e dubbi da portare avanti. Più verrà testata questa possibilità, più avremo notizie certe per il bene della popolazione. E’ il momento di fare squadra: qui non c’è nessuno che vince o perde. Possiamo solo fare del bene e aiutare la popolazione.”
Il professor Oliviero Olivieri interviene illustrando il protocollo di studio:
“Lo studio prevede la somministrazione di 3 dosi di vaccino in soggetti giovani (18/55 anni). Successivamente, si passerà a soggetti più fragili e poi alla somministrazione del vaccino: i pazienti verranno seguiti per 6 mesi e si valuterà la capacità del vaccino di stimolare una risposta a livello anticorpale. Prima di Natale potrebbero arrivare delle risposte importanti.“
I risultati ottenuti, grazie anche alla collaborazione con lo Spallanzani di Roma, permettono di valutare il vaccino su persone vulnerabili. Le tre fasi, comunque, verranno ultimate entro fine 2021, non prima. L’azienda farmaceutica che sta affiancando gli studi è Reithera.