Cinque volontari in Mozambico a costruire chiese

Domenica 5 maggio nella sala sotto l’asilo di Molina si sono riunite 200 persone a pranzo per aiutare la popolazione sfollata del Paese africano.

Cinque volontari in Mozambico a costruire chiese
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Duecento persone riunite per sostenere la popolazione del Mozambico devastata dall’uragano Idai.

Il pranzo di beneficenza

Domenica 5 maggio nella sala posta sotto alla scuola materna di Molina due centinaia di persone, giovani, bambini, anziani, donne e uomini provenienti anche dai paesi limitrofi hanno presenziato al pranzo di solidarietà organizzato da 5 volontari maladensi che a novembre 2018 sono volati a Beira, seconda città più importante del Mozambico, per costruire due chiese. Coadiuvati dal gruppo missionario di Malo, i 5 benefattori hanno pensato di riunire attorno alla tavola quanti volessero contribuire per aiutare una popolazione povera, ulteriormente messa in ginocchi dal violento ciclone che si è abbattuto sulla loro terra nella notte tra il 14 e 15 marzo scorso. Loro sono Franco Fortuna, Antonio Amatori, Lino Milani, Marino Marta e l’unica donna, Michela Casarotti.

Testimonianze

«Per me e Antonio questa è la terza esperienza in Africa - racconta Franco - Prima siamo stati in Camerun, poi in Angola mentre il 9 novembre 2018 abbiamo deciso di andare ad aiutare don Maurizio Bolzon in Mozambico. Siamo tornati il giorno della vigilia di Natale, e nei due mesi passati là abbiamo costruito la struttura portante di due chiese, che verranno poi adibite anche a centro comunitario, in due diversi villaggi. Anche lì stanno nascendo delle associazioni aggregative per cercare di riunire i giovani e dare loro modo di stare assieme, togliendoli dalla strada». Antonio, ex impresario edile racconta di aver costruito assieme ai suoi amici ben 54 pilastri in un mese e mezzo, mentre Michela ha dipinto dei cerchi decorativi utili ad abbellire le due strutture. «Chi va in Africa una volta poi ci ritorna, è incredibile vedere come quella gente non abbia nulla ma sia felice lo stesso», racconta Marino. Anche don Maurizio, prete missionario, doveva essere presente al pranzo, ma ha preferito rimanere a Beira per aiutare la popolazione sfollata, che dopo la calamità naturale non ha più nulla. «Il 14 marzo c’è stato un violento ciclone che ha portato via il poco che avevano - spiega Franco - così abbiamo pensato di organizzare un pranzo per raccogliere fondi utili alla ricostruzione delle case distrutte da vento e pioggia. Anche le coltivazioni di riso, che sono la loro fonte di sostentamento principale, sono state rovinate, sicché non hanno più nulla da mangiare; a causa di questa situazione, si stanno anche diffondendo malattie come il tifo e la malaria».

Il messaggio di don Maurizio

Don Maurizio ha voluto a suo modo essere presente al momento conviviale, lasciando un messaggio vocale per ringraziare quanti hanno deciso di donare qualcosa al popolo in difficoltà. 5 amici, tra i quali 3 alpini. Marino è infatti il responsabile delle penne nere di Molina: «i nostri Alpini hanno donato 600 euro per la causa, e io li ringrazio tanto. Abbiamo in previsione di tornare di nuovo in Mozambico, ci teniamo tanto. Mio fratello sacerdote il 5 aprile del 2014 è stato rapito in Camerun e tenuto ostaggio assieme ad un altro prete e una suora per 47 giorni, fino al 31 maggio 2014. Là è così purtroppo».

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