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Chiodi sull'asfalto, colpi di kalashnikov e le fiamme: il furgone assaltato lungo l'autostrada è di una ditta vicentina

L'inferno in pochi secondi: i chiodi lungo l'asfalto, il tir di traverso per paralizzare il traffico, e poi l'assalto al furgone per razziarne il contenuto pari a 2 milioni di euro.

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Un colpo studiato nei minimi particolari che però non è andato a segno quello di lunedì sera lungo l'Autostrada del Sole tra Bologna e Modena. Il furgone portavalori nel mirino dei banditi è di una ditta vicentina.


Chiodi sull'asfalto, colpi di kalashnikov e le fiamme

I chiodi sull'asfalto, i rapinatori armati di kalashnikov che obbligano il conducente di un tir a mettersi di traverso lungo l'autostrada A1, per poter bloccare un portavalori e svaligiarne il contenuto pari a due milioni di euro. E poi gli spari, probabilmente in aria per far capire le loro intenzioni.

Un colpo studiato nei minimi dettagli quello tentato lunedì e che per fortuna non è andato a segno, che, miracolosamente, non ha provocato nemmeno feriti. L'inferno in pochi secondi, i mezzi che prendono fuoco, compresi quelli utilizzati dai banditi, auto risultate successivamente rubate, e la colonna di fumo che si leva in aria, visibile a diversi chilometri di distanza, tra le 20 e le 20 e 10.

Tanta paura lungo l'autostrada del Sole tra Modena e Bologna per l'assalto armato di un gruppo di banditi composto da una quindicina di soggetti, ancora in fuga, che però non è andato a segno. Sì, perché qualcosa deve essere andato storto: i rapinatori infatti sono scappati senza riuscire a mettere le mani sul bottino. E ora è aperta la caccia ai malviventi.

Il furgone assaltato lungo l'autostrada è di una ditta vicentina

Il mezzo finito nel mirino dei rapinatori armati è di una ditta vicentina, il Gruppo Battistolli, storica azienda di trasporto merci, poi riadattata al trasferimento di beni di valore, nata dall'idea del veronese Silvio Battistolli, ex Carabiniere che prese parte alla Seconda guerra mondiale e che rimase per anni in Africa prigioniero degli inglesi.

Battistolli, lasciata l'Arma, lavorò per un'azienda nel ramo dei trasporti, poi grazie all'aiuto della moglie decise di mettersi in proprio dando vita, nel 1959, a quello che negli anni diverrà il Gruppo Battistolli. L'acquisto del primo furgone blindato risale alla metà degli anni Settanta, mentre nel 1984 è stato creato l'istituto di vigilanza privata "Rangers".

Teatro dell'assalto il territorio compreso tra San Cesario e Castelfranco Emilia. Capito che non sarebbero riusciti a portare via il bottino, i rapinatori, hanno dato alle fiamme i veicoli presenti per coprire la loro fuga in direzione Sud aprendo un varco tra le barriere fonoassorbenti lungo l'autostrada.

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