Caso Pfas, in commissione allargata troppe domande senza risposta
Dopo l'incontro con gli addetti ai lavori, il consigliere pentastellato Tognato divulga un comunicato stampa in merito alla questione.
"Non era l’acqua potabile all’ordine del giorno della seconda commissione di martedì 16 aprile. Nessuno aveva mai messo in dubbio l’acqua che a Thiene esce dal rubinetto. Eppure gli ospiti per una buona parte dell’incontro hanno focalizzato l’attenzione sulla potabilità, sui limiti di questa, sui controlli su questa". Inizia così il comunicato stampa divulgato dal consigliere pentastellato Abramo Tognato dopo la commissione di martedì sui pfas e dopo le prime pubblicazioni sulla stampa riguardo ad essa.
Il comunicato stampa divulgato da Tognato
Pubblichiamo di seguito il testo del comunicato divulgato dal consigliere thienese. "Per un breve momento si è affrontato il tema depuratore: anche in questo caso le rassicurazioni sulla buona gestione di limiti e controlli sono arrivate. Ciò che non si è approfondito riguarda un aspetto marginale del depuratore ma centrale nel tema inquinamento. Hanno affermato che i pfas sono sostanze difficili da catturare ed eliminabili esclusivamente via incenerimento sopra i 1200 gradi, i pfos addirittura definiti come sostanza in via di estinzione per legge vista la loro pericolosità, però non hanno approfondito bene invece cosa succede dopo il depuratore, quando l’acqua parzialmente inquinata viene usata per irrigare i campi insieme al compost proveniente proprio dal trattamento dei fanghi che in piccola parte trattengono anche pfas. Da quei campi arriva cibo e alimenti direttamente sulle nostre tavole? E allora perché nessuno finora ha mai fatto un’analisi delle terre vicino allo scarico del depuratore? Perché non controllare anche i fanghi in uscita dal depuratore? Domande senza risposta, almeno finora. E con questo la commissione si è portata via quasi tutto il tempo, con l’ assessore che invitava i consiglieri a moderare il numero di domande per velocizzare i tempi di chiusura. Perché? Perché se all’ordine del giorno, esclusa la mozione, si dedicano quasi due ore sul primo punto mentre nemmeno venti minuti sul secondo? La risposta è semplice, perché quando si passa dal generale al particolare le risposte cominciano a svanire, a prendere una piega verso il “non so”, “non ho i dati”, dando per scontato che siccome Tintess ha ricevuto il decreto regionale che fissa i limiti allo scarico di pfas, tutto allora si risolva così. Ma così non è, perché le mie domande non si riferivano a oggi o domani, a me interessava ricevere risposte per il periodo 2014-2017. A me dispiace prendere solo Tintess come esempio, sicuramente con gli adeguati tempi approfondirò l’argomento per tutte le 87 aziende autorizzate a scaricare in pubblica fognatura. Al momento però i dati in possesso degli uffici comunali insieme a quelli raccolti grazie alle mie richieste di accesso ai dati AVS forniscono un quadro completamente diverso da quello esposto martedì.
L’azienda ha ricevuto un controllo ad aprile 2014, esattamente una settimana dopo che AVS aveva inviato alla regione una nota che specificava la pericolosità dei nuovi inquinanti pfas e della zona strategica di Thiene per la falda, analisi del 2014 che avrebbe superato i limiti attuali fissati dalla regione. E AVS come procede? Semplicemente attendendo 31 mesi, più di due anni, per tornare a controllare il livello dei pfas allo scarico. Prima avverte della pericolosità, poi evita il controllo. Alla domanda al direttore generale sul numero di controlli effettuati da tintess, ovvero di conseguenza su come AVS ha monitorato gli scarichi dell’azienda, la risposta è stata “non lo so”.
Alla successiva domanda, dopo una nota del direttore regionale dell’area Ambiente e territorio riguardo a “individuare la fonte di contaminazione e di comunicare le informazioni agli enti di indirizzo” la risposta è stata “non lo so”. Dunque, se da un lato le rassicurazione sullo stato odierno dell’acqua fanno ben sperare, dall’altro mi preoccupa non poco l’atteggiamento tenuto per un periodo in cui AVS aveva rilevato la presenza di pfas oltre i limiti in 7 analisi su 8 effettuate, parametri in cui non si esce di qualche nanogrammo dal limite, ma si superano i 22 mila nanogrammi per litro quando il limite sarebbe 500, mentre i pfos definito dagli ospiti come i più pericolosi erano costantemente sopra il limite. Tale tematica avrebbe meritato un adeguato tempo per l’approfondimento, ma a quanto pare amministrazione e Viacqua hanno ritenuto di non così rilevante importanza, giustamente riguardano due anni del nostro passato e non più del presente. Infatti, la sanno tutti che i danni creati all’ambiente nel passato non influenzano in nessun modo lo stato attuale di inquinamento, non è forse così?"