Caso Alini: i colleghi fanno quadrato dopo gli attacchi degli haters
Lo sfogo di Vincenzo Trigila: "In meno di una settimana siamo passati da “eroi” (titolo per altro non richiesto) ad allarmisti e buffoni".
Ha fatto molto discutere il post diventato virale su Facebook a firma di Luca Alini, infermiere dell’ospedale di Cremona. Un monito a non abbassare la guardia nei confronti del Covid-19 e contro chi pensa che il virus sia magicamente sparito. Non è così, naturalmente ha ragione lui.
All’inizio, le sue parole responsabili sono state condivise centinaia di volte sul Web, poi è successo qualcosa. La direzione dell’ospedale ha diramato una precisazione che erroneamente in molti hanno interpretato come una smentita. Ed è bastato perché contro l’infermiere si scatenasse la furia degli haters, tanto che Alini si è trovato costretto a impostare la privacy del suo post da pubblica a privata (leggibile solo dai suoi amici).
Una furia cieca, con tutta probabilità nemmeno preceduta da una lettura attenta del post del sanitario.
Alini non ha mai detto, infatti, che ci fossero nuovi pazienti in terapia intensiva, ma che stavano ricominciando ad arrivarne in maniera preoccupante anche se non con la gravità di prima. Per il resto ha fatto un discorso generale e di opinione, tanto che la direzione ospedaliera si è limitata a smorzare i toni per evitare allarmismi, confermando per altro gli arrivi per il nuovo focolaio di Viadana.
ECCO LA LETTERA DELL’INFERMIERE E LA PRECISAZIONE DELLA ASST
Gli infermieri fanno quadrato attorno al collega
Nell’articolo di ieri avevamo inserito anche la testimonianza, sulla stessa falsariga, di un infermiere piemontese che voleva veicolare sostanzialmente lo stesso messaggio: state attenti, l’emergenza non è finita.
Oggi invece pubblichiamo il contributo che ci ha inviato in redazione un altro infermiere, che lavora nella stessa struttura di Alini e che ha voluto metterci la faccia proprio in difesa del collega cremonese vittima degli odiatori via Web.
Spett.Redazione
mi presento, sono Trigila Vincenzo infermiere presso la Neurochirurgia di Cremona da circa tre anni. Ieri mi sono imbattuto, casualmente , tramite Facebook in un post di un collega L.A. ciò mi è parso strano perché conoscendolo so che non ama i social. Non parliamo poi di selfie ,comunque ,leggo il post ,mi piace ,concordo con le sue osservazioni lo condivido con una certa automazione, senza neanche dare troppa importanza alla cosa. In mattinata comincio a vedere post che commentano il suo e mai mi sarei aspettato le reazioni che ho visto.
Una serie infinita di insulti verso un collega che ha vissuto in prima persona l’ esperienza Covid da operatore ,da paziente,da cittadino cremonese e che ha sacrificato ,come molti , se stesso e gli affetti famigliari per essere sul posto di lavoro a fare il suo dovere.
Avrei accettato (non condiviso) i commenti critici soggettivi delle altre persone ,ognuno di noi ha vissuto e vive questa esperienza COVID in modo diverso a vari livelli (economico sociale etc), ma l’odio, la rabbia, gli insulti mi spiace ma questo proprio non lo accetto.
Tutti i commenti (insulti) erano postati da persone non appartenenti al settore sanitario lo hanno accusato di fare propaganda per questo o quel partito, gli hanno chiesto chi lo paga, minacciato di querele per procurato allarme e invitato l’ASST al licenziamento (alcuni post segnalati per incitamento all’odio).
Paradossalmente un commento del primario di pneumologia non viene neanche considerato dai media nazionali.
Non vi nascondo che osservo con una certa ironia come in meno di una settimana siamo passati da “eroi” (titolo non richiesto ) a allarmisti buffoni etc etc
Solo i post dei colleghi SANITARI, amici e conoscenti lo hanno difeso contro cotanta ignoranza.
Sarebbe utile rileggere il post e le affermazioni per capire che si tratta di consigli alla cautela, ma le persone si fermano al titolo dei giornali.
Personalmente come amico Luca ha tutto il mio supporto, mentre come professionista ribadisco che poche persone possono vantare la sua preparazione ed esperienza.
Spero che le persone capiscano che questa rabbia e controproducente anche nei loro confronti . Mi fermo qui e non dico altro in quanto odio genera odio ma ditemi chi è quel professionista che lavora bene quando prima il cliente lo insulta, lo assale?
Ecco Solo noi Infermieri, vorrei aggiungere speriamo di non perdere la pazienza anche noi.
Distinti Saluti
Trigila Vincenzo