Bassanese in visita al cantiere del Ponte degli Alpini

Massimo Marcato è stato uno dei cittadini che ha potuto vedere i lavori da vicino.

Bassanese in visita al cantiere del Ponte degli Alpini
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Bassanese in visita al cantiere del Ponte degli Alpini

Vedere da vicino, poter quasi toccare con mano il restauro del Ponte degli Alpini. Ecco quello che l’amministrazione comunale ha messo a disposizione per i bassanesi che intendevano prendere parte a questa visita guidata sul cantiere dell’amato ponte. Uno dei partecipanti che ha raccontato la sua esperienza è Massimo Marcato, bassanese doc, attualmente si occupa dello sviluppo commerciale per una particolare linea di prodotti plastici per conto di un’importante azienda bergamasca.

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La testimonianza di Massimo Marcato

Come mai ha deciso di prendere parte alla visita al cantiere del Ponte Vecchio?

«E’ un argomento che mi è stato sempre a cuore, fin dai primi segni di degrado sono stato tra i primi partecipanti al gruppo “Aiutiamo il Ponte di Bassano” che, con motore Ilario Baggio, si è attivato con la popolazione e ha raccolto fondi fin dalla prima cena al Pioppeto nel febbraio del 2014. Con il tempo il gruppo è aumentato raccogliendo attorno a sé volontari appassionati che hanno supportato varie iniziative di sensibilizzazione della cittadinanza e di raccolta fondi, anche oltreconfine. Questi soldi, credo di poco inferiori ai 200mila euro sono custoditi dall’Associazione Nazionale Alpini e verranno destinati, secondo le disposizioni iniziali, a “migliorie” da identificare, magari illuminazione o decoro di altro tipo. Detto questo ho colto la palla al volo per vedere con i miei occhi come procedevano i lavori e per capire meglio in cosa consisteva l’opera di recupero del monumento più importante e amato della mia splendida Bassano. Anche perché penso che disinformazione e speculazione politica non hanno finora aiutato a rispondere ad una semplice domanda: “ma cosa si sta facendo esattamente per il nostro Ponte?”».

Cosa l'ha stupita di più?

«Sinceramente durante la visita guidata ho avuto l’impressione che la soluzione fosse stata portata di mano da moltissimo tempo, non si sta lanciando una stazione orbitale, si sta restaurando un ponte. Ammesse anche tutte le complessità e forse l’unicità dell’opera, tuttavia la soluzione individuata mi sembra molto più dettata da buon senso che da soluzioni tecniche avveniristiche: credo che la difficoltà maggiore sia stata trovare il consenso e dare il via libera nel mare in tempesta dei diversi pareri, difficoltà burocratiche, bando di gara, assegnazioni ed esclusioni di aziende appaltatrici e tutto il caos di cui abbiamo sentito e letto».

E' soddisfatto, come cittadino bassanese, del proseguimento dei lavori?

«Sono stato soddisfatto di quello che ho visto durante la visita, i lavori procedono veloci, la Inco sembra sapere il fatto suo. Mi resta solo il rammarico, e forse anche un po’ di rabbia, per tutto il tempo perso in polemiche, imbrogli, difficoltà varie che non erano per niente funzionali al ripristino del nostro amato Ponte. Ovviamente questi lavori potevano partire molto, ma molto tempo prima».

Pensa che un'esperienza simile possa essere utile per chiarire dubbi e perplessità che molto spesso rimbalzano sul web?

«Certamente, uno dei motivi per i quali ho partecipato alla visita guidata al cantiere era allontanarmi dal chiacchiericcio inconcludente per vedere con mano cosa sta accadendo. Magari si potesse fare con tutte le iniziative che ci riguardano!»

Che cosa significa per lei il Ponte degli Alpini?

«E’ il simbolo della città che amo più al mondo, è il simbolo della mia terra, della mia famiglia e dei miei amici che sono nati e vivono su questa terra. è come la bandiera, abbraccia tutto quello che amo di più».

Cosa si aspetta dalla prossima amministrazione?

«Non sono molto addentro alle diatribe politiche, ma ritengo essenziale che chiunque vinca le elezioni di maggio prometta 80 e produca 100. le persone normali come me desiderano non essere prese in giro da paroloni e promesse mirabolanti, per poi restare con un pugno di mosche in mano (e con esigenze insoddisfatte)».

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