Arpav divulga la qualità dell’acqua di fiumi e laghi veneti

Per i laghi, compresa la parte veneta del lago di Garda, lo stato chimico risulta buono.

Arpav divulga la qualità dell’acqua di fiumi e laghi veneti
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Arpav divulga la qualità dell’acqua di fiumi e laghi veneti.

Arpav divulga la qualità dell’acqua di fiumi e laghi veneti

Nella sede della Direzione generale dell’agenzia sono stati presentati i nuovi dati sulle acque del Veneto. L’Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto infatti ha elaborato negli anni un metodo analitico in grado di misurare le sostanze chimiche a dimensioni infinitesimali. Dal 2017, grazie ad un know how scientifico di altissimo livello e all’acquisto di strumentazione di ultima generazione, i laboratori dell’Agenzia sono in grado di individuare sostanze chimiche fino a 5 nanogrammi litro. Per dare una misura, si tratta di un quantitativo equivalente a una bustina di zucchero disciolta in quaranta piscine olimpioniche, (0,5 grammi in 100.000.000 litri d’acqua).
Nel rapporto vengono presentati i risultati del monitoraggio 2018 relativi a 308 punti fluviali e 64 siti lacustri che hanno permesso una valutazione annuale dei seguenti indicatori: stato trofico, presenza di sostanze chimiche a diversi livelli di pericolosità, stato degli elementi di qualità biologica che popolano gli ecosistemi acquatici, stato morfologico di alcuni fiumi. Nel rapporto è riportata anche la valutazione dei corpi idrici sottoposti a monitoraggio diretto nel triennio 2014-2016. I risultati, organizzati per bacino idrografico, sono visualizzati sia sotto forma di tabelle di dettaglio che di mappe riassuntive.

Adeguamento alla normativa europea

Si è insediato a metà settembre, Luca Marchesi ed è il nuovo Direttore Generale Arpav.  È stato presidente dell’Associazione nazionale delle ARPA, Vice presidente del Sistema nazionale di protezione ambientale coordinato da ISPRA, Direttore generale di ARPA Friuli Venezia Giulia, Direttore Tecnico Scientifico e Vice Direttore generale di ARPA Lombardia, Direttore generale vicario all’Ambiente di Regione Lombardia, oltre che Presidente degli Organismi indipendenti di valutazione di ARPA Puglia, ARPA Calabria e ARPA Piemonte. Uno sforzo scientifico è stato fatto quest’anno per adeguarsi alla normativa europea che prevede per i PFOS, uno dei composti dei PFAS, lo standard ambientale di 0,65 nanogrammi litro. Questo standard richiede un limite di quantificazione (LOQ) ancora più basso 0,2 nanogrammi litro per avere risultati affidabili. Il metodo analitico è estremamente complesso, soprattutto l’applicazione su larga scala che richiede l’utilizzo di strumenti sofisticati per la cromatografia liquida ad alte prestazioni. L’aggiornamento e l’innovazione, applicati allo studio dei PFAS, hanno comportato per l’Agenzia un importante impegno economico stimato ad oggi pari a 8 milioni di euro.

La nuova metodica

La nuova metodica è stata, tra l’altro, applicata nel 2018 alle analisi effettuate annualmente i cui risultati sono descritti nel Rapporto delle acque superficiali del Veneto, cioè laghi e fiumi. I laghi e i fiumi sono controllati dall’Agenzia con una rete di monitoraggio capillare composta da 368 stazioni per i controlli chimici (304 nei fiumi e 64 nei laghi) e 90 per i controlli biologici (50 nei fiumi e 40 nei laghi). Lo studio, svoltosi nel 2017, è il risultato dell’analisi di 165.430 analisi.
Per i laghi, compresa la parte veneta del lago di Garda, lo stato chimico risulta buono; lo stato ecologico risulta prevalentemente buono e sufficiente per i laghi di Alleghe, Revine e Frassino il motivo è legato soprattutto a dinamiche naturali come lo scarso ricircolo d’acqua.

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