Omicidio

Anziano ucciso a Marano con un fucile "fai da te", il sindaco: "Comunità sotto shock"

Ieri il 53enne Gelindo Grisotto, vicino di casa della vittima, ha confessato. I servizi sociali seguivano la famiglia per tutelare i due figli adolescenti.

Anziano ucciso a Marano con un fucile "fai da te", il sindaco: "Comunità sotto shock"
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Una rivalità che durava da anni, che si era tradotta, nel tempo in una serie infinita di litigi e dispetti. Un quadro che aveva letteralmente spazzato via la "pace" di quella corte immersa nelle campagna di Marano Vicentino.

Anziano ucciso a Marano con un fucile "fai da te"

Dispetti che poi, in qualche occasione, erano degenerati in violenza, tanto che era stato necessario, in passato, dividere i due litiganti. Ma mercoledì la situazione è andata ben oltre: il titolare di una ditta di piccoli lavori edili, Gelindo Renato Grisotto, 52 anni, ha ucciso Mario Walter Testolin, 67enne, artigiano in pensione che ancora si dava da fare per aiutare il figlio Matteo.

Il sindaco: "La comunità è sotto shock, una tragedia immensa"

Un fatto, quello di mercoledì, che ovviamente ha sconvolto la comunità, ancora incredula di fronte a una così efferata violenza. Tanto che sulla vicenda è intervenuto anche il primo cittadino di Marano, il sindaco Marco Guzzonato, che ha fornito ulteriori dettagli. Come, per esempio, l'instabilità del killer, seguito da tempo dai servizi sociali del Comune, incaricati di tutelare i due figli adolescenti.

Il delitto consumato alle 8.30 di mattina

Il delitto, come è noto, si è consumato intorno alle 8.30 di mattina in fondo al selciato che conduce verso le abitazioni che si affacciano sul cortile. Non ha aspettato un minuto di più: ha imbracciato un fucile che si era costruito da solo (non con il suo profilo psicologico non avrebbe mai potuto detenere legalmente un'arma) e si è diretto verso il "rivale".

L'ipotesi dei Carabinieri

Una volta lì ha premuto il grilletto e fatto fuoco. Il colpo ha centrato in pieno l'anziano, colpendolo letalmente senza lasciargli scampo. A confermare l'aspetto "artigianale" del fucile, al Corriere, è stata la moglie del killer, ancora incredula su quanto accaduto. L'ipotesi dei Carabinieri, dunque, che si sono trovati di fronte il corpo dell'anziano sdraiato accanto all'autobotte che serviva per trattare le coltivazioni, e che l'uomo sia quindi stato ucciso dal vicino.

Il killer ha confessato

Ipotesi che si è tradotta con il fermo del 53enne, già interrogato e fermato come indiziato del delitto. Indiziato che, dopo essere stato condotto in carcere, ha poi confessato l'omicidio, dicendo di aver agito per astio.

I due litigavano da anni da quando la vittima si era trasferita in quella corte, comprando anche alcuni terreni nella zona. Campi che un tempo pare fossero unicamente della famiglia del killer. E potrebbe essere proprio questo il motivo che avrebbe innescato un'acredine sfociata nella tragedia.

Diversi i precedenti tra i due: una volta il killer aveva danneggiato i vitigni del rivale gettando diserbante sulle coltivazioni. Nel mese di febbraio del 2013, invece, vittima della violenza del 53enne fu la moglie del 67enne, malmenata per aver parcheggiato in una zona "fastidiosa".

In copertina foto di repertorio.

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