All'infortunio sul lavoro avvenuto ieri a Brendola, se ne sono aggiunti altri due: in Campania e nel Lazio
All'indomani del richiamo del Presidente Mattarella, continua la striscia nera; 21 incidenti mortali in tre mesi, il triplo di quanti se n’erano registrati nel primo trimestre 2024

In occasione del Primo Maggio, il Presidente Sergio Mattarella, ha parlato di lavoro e, tra l'altro, delle morti sul lavoro che non accennano ad arrestarsi in una intollerabile indifferenza.
Sulle morti sul lavoro, il Capo dello Stato sottolineava:
"Sono una piaga che non accenna ad arrestarsi e che, nel nostro Paese ha già mietuto, in questi primi mesi, centinaia di vite, con altrettante famiglie consegnate alla disperazione. Non sono tollerabili né indifferenza né rassegnazione. È evidente che l'impegno per la sicurezza nel lavoro richiede di essere rafforzato. Riguarda le istituzioni, le imprese, i lavoratori. Ringrazio Cgil, Cisl e Uil per aver scelto la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro come tema di un Primo maggio unitario".
Neanche il tempo di fare mente locale sul fenomeno che, ecco, solo ieri sono stati tre gli incidenti mortali sul lavoro: un operaio a Vicenza, uno nel Napoletano ed un terzo in Ciociaria.
In Campania un uomo è caduto mentre lavorava ad una ristrutturazione; in provincia di Frosinone la vittima è rimasta folgorata da una scarica elettrica; nel Vicentino l'infortunio è avvenuto in uno stabilimento metalmeccanico.
Altre tre vittime si aggiungono così alla lunga lista di morti bianche: secondo i dati dell'Inail, nel primo trimestre del 2024 sono stati denunciati all'Inps 205 morti, l'8,37% in più rispetto all'anno precedente.
Andiamo, per quel che ci tocca più da vicino, all’incidente mortale a Brendola (Vicenza) dove alle 7 del mattino un il 58enne Raffaele Galano, avrebbe perso l'equilibrio, forse per un malore e sarebbe finito con un braccio in un ingranaggio che non gli ha dato scampo. Il 58enne è stato soccorso dai colleghi che hanno attivato tutte le procedure di emergenza senza fortuna.
Il grido del sindacato
Inevitabile che a tenere alte le coscienze tentasse, almeno il sindacato ed, infatti, ieri stesso Silvana Fanelli, Segreteria regionale Cgil Veneto con delega su salute e sicurezza ci chiedeva di fare così il punto della situazione:
“Già durante la giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro avevamo rilanciato l’allarme sulla situazione critica nella nostra regione, ora i dati del primo trimestre 2025 evidenziano la drammaticità di ciò che sta avvenendo: 21 incidenti mortali tra gennaio e marzo 2025, il triplo di quanti se n’erano registrati nello stesso periodo del 2024. Gli infortuni in occasione di lavoro sono passati dai 14.515 del 2024 a 14.825 nel 2025 (310 in più). Il Veneto è al secondo posto dopo la Lombardia in questa tragica classifica.
Non si tratta di fatalità, ma di un modello di sviluppo e produttivo che non tiene in considerazione la tutela di lavoratori e lavoratrici. Aumentano le ore di cassa integrazione ed aumentano gli infortuni, quelli mortali e le malattie professionali. Tutto questo è il sintomo di modelli organizzativi non più sostenibili per chi lavora, che non tengono conto di carichi e ritmi di lavoro sicuri e idonei per le persone.
Serve un cambio radicale, anche da parte dei datori di lavoro, oltre che delle istituzioni che devono investire negli organici degli enti preposti al controllo e per dare concretezza a percorsi di prevenzione indispensabili a salvaguardare l’incolumità di chi va a lavorare per garantire una vita dignitosa alla propria famiglia”.
Tornando a noi
Il morto nel tragico infortunio sul lavoro di ieri mattina, Raffaele Galano, era nato ad Aversa in provincia di Caserta, lavorava da 33 anni alla AristonCavi di Brendola ed abitava a Vicenza con moglie e due figli.

Come sopra accennato, l’operaio era salito su un macchinario al quale stava facendo manutenzione quando ha perso l’equilibrio ed è finito negli ingranaggi che lo hanno trascinato per un braccio.
Vano ogni immediato tentativo da parte dei colleghi ed anche il successivo intervento del personale sanitario del Suem 118, che ha proseguito le manovre di rianimazione finché il medico d’emergenza non ha potuto fare altro che constatare il decesso dell’operaio.

Mentre in azienda si registrava un clima di profonda commozione, sono iniziate subito le verifiche sulla dinamica dell’incidente da parte dei Carabinieri intervenuti assieme ai tecnici del Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (Sisal) che stanno raccogliendo le testimonianze oltre che verificando il rispetto delle norme sulla sicurezza.
L’azienda
Purtroppo l'incidnte è avvenuto in una azienda vicentina che sarebbe un modello in fatto di sicurezza sul lavoro e la dirigenza anche in questi frangenti ha sottolineato i tanti e continui investimenti investimenti fatti in sicurezza aziendale.
Il padovano, Leopoldo Destro, classe 1973, socio ed Amministratore Delegato di Aristoncavi S.p.A. che è tra i principali produttori indipendenti di cavo elettrico con isolamento in gomma, per rispetto all'operaio deceduto, ieri ha interotto le attività e messo in libertà tutto il personale.
Questo il comunicato diramato nel contempo:
"Aristoncavi è profondamente costernata per quanto accaduto questa mattina, e desidera esprimere la propria vicinanza e le più sentite condoglianze alla famiglia del collaboratore che lavorava in azienda da oltre trent’anni. Le dinamiche dell’incidente sono ancora al vaglio delle autorità competenti alle quali l’azienda sta offrendo la massima collaborazione affinché si possa fare piena chiarezza nel più breve tempo possibile".