Situazione preoccupante

Allarme influenza H1N1, dopo i decessi la Regione invita alla calma

I tre morti non erano vaccinati

Allarme influenza H1N1, dopo i decessi la Regione invita alla calma
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Due uomini sono morti in pochi giorni a Vicenza per le conseguenze del virus H1N1, una bambina di 5 anni invece è deceduta a Padova. Cosa sta succedendo? Di certo siamo nel picco di un'ondata influenzale in tutta Italia e anche in Veneto sono i dati che lo confermano.

La situazione è complicata, a tratti allarmante, ma la Regione ci tiene a tranquillizzare la popolazione. L'ultimo report dell'Ente, infatti, prendendo a confronto i numeri delle influenze degli anni precedenti, ravvisa un trend in calo. Questo però non deve far abbassare la guardia. Cerchiamo quindi di capirci qualcosa in più su questo ceppo influenzale in circolazione

Virus H1N1: due morti a Vicenza

Il Virus H1N1 sta mettendo in difficoltà gli ospedali veneti e questo è un dato di fatto. Sono tanti, infatti, gli accessi registrati nei vari nosocomi cittadini della regione e questo, come si può ben comprendere, è un elemento capace di mettere in crisi le strutture e il personale medico.

La situazione, diciamolo subito, è piuttosto delicata: nel Vicentino, infatti, due persone hanno perso la vita per conseguenze derivate dall'influenza in circolazione. Si è trattato, si è poi compreso, di persone non vaccinate.

Ma se da un lato in questi giorni si assiste a una vera e propria "febbre" da H1N1 (questo il ceppo diffuso in tutta Italia), dall'altro lato i referenti della Regione stanno tentando di chiarire quale sia lo stato dell'arte attuale, dando una prospettiva che tenda a tranquillizzare per evitare che si diffonda il panico.

Un quadro “impegnativo e complesso”, dunque, come ribadito dal primario dell’ospedale di Vicenza, San Bortolo, Vinicio Danzi.

Tra le vittime un 55enne, deceduto nella giornata di domenica 7 gennaio 2024 per le gravi conseguenze respiratorie e un 47enne, che da giorni si trovava in condizioni molto critiche.

Sempre all'ospedale San Bortolo, la situazione è davvero critica per altri tre pazienti che si trovano in terapia intensiva. Una delle peggiori complicanze del virus è infatti la polmonite interstiziale. Nei casi più gravi, i medici aiutano i pazienti con l'Ecmo, la circolazione e ventilazione extracorporea, per superare il picco della crisi.

Influenza stagionale: perché non si deve chiamare suina?

Non si tratta di "influenza suina": l'importante messaggio da parte della Sanità della Regione Veneto, che vuole fare chiarezza sul virus H1N1.

"Per ora – precisano i tecnici della Direzione regionale Prevenzione – l’andamento risulta statisticamente sovrapponibile alle stagioni influenzali pre pandemiche. I dati finora disponibili non indicano situazioni di eccezionalità rispetto al passato. Ad esempio, a fronte dei 3 decessi sinora registrati in questa stagione 2023-2024, la stagione con la mortalità più bassa è stata quella del 2010 con 17 decessi, quella con il maggior numero di morti è stata il 2019 con 61”. Per una corretta interpretazione del dato bisogna considerare che la mortalità può essere valutata solo a conclusione della stagione di circolazione del virus: allo stato attuale quella che viene riscontrata è legata ai pazienti con sindrome respiratorie acute gravi.

La Direzione Prevenzione tiene anche a precisare che non esiste, al momento, alcun nuovo caso di “influenza suina", inteso come evento di passaggio di virus animale-uomo (spillover), anche in riferimento ai casi segnalati nel vicentino.

Ma perché questo virus è più comunemente chiamato “influenza suina”?

"L'influenza H1N1 è quella che ha circolato più frequentemente in Italia quest'anno, si chiama 'suina' perché nel 2009 ci fu una pandemia con numerosi casi e diversi morti nel mondo. E' una forma di influenza A che conosciamo bene e ogni anno ci sono dei decessi”, ha chiarito Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive ospedale San Martino di Genova.

bassetti
Bassetti

Una classica influenza stagione, insomma, che nel 95% dei casi ha un decorso debilitante ma non grave ma, nei soggetti fragili o compromessi, può essere anche letale. L'unica soluzione è quella di ricorrere alla classica vaccinazione antinfluenzale.

L'importanza dei vaccini

L'Asl di Vicenza ha lanciato un appello a sottoporsi alla profilassi vaccinale, che potrete leggere sul nostro portale nazionale di News Prima.  Anche per i soggetti a rischio e per tutte le categorie indicate dal Ministero della Salute si può richiedere il vaccino, entro cui è contenuto questo ceppo influenzale.

Quali sono i sintomi, il decorso e i possibili rischi

I sintomi del virus H1N1 sono i classici di un'influenza stagionale: parliamo di febbre, brividi e temperatura corporea che, in alcuni casi, può superarei i 39°C. Ancora, mal di testa, spossatezza, dolori alle articolazioni, mal di gola, perdita dell'appetito e alcuni fastidi intestinali (diarrea, nausea e crampi addominali).

Il picco si spegne generalmente nell'arco di qualche giorno, anche se si possono avere degli strascichi per i giorni successivi di varia natura ed intensità. Questo nei soggetti sani: la situazione si complica per i più deboli. In tal caso le complicanze potrebbero diventare più serie, come nel caso delle polmoniti, rendendo il ricovero necessario. Nei casi più gravi, si arriva alla morte.

Il comunicato dell'Ulss8 Berica

In merito alle preoccupazioni suscitate dai due decessi temporalmente ravvicinati avvenuti all’ospedale San Bortolo dovuti a complicanze del virus influenzale, la Direzione dell’ULSS 8 Berica precisa che non vi è nessun motivo di allarme specifico dal punto di vista sanitario:

"È naturale che due decessi “per influenza” così vicini possano destare una certa attenzione - sottolinea la dott.ssa Maria Giuseppina Bonavina, Direttore Generale dell’ULSS 8 Berica - ma non è il caso di cedere agli allarmismi, perché sul piano epidemiologico non vi è nessun elemento che evidenzi un quadro di maggiore rischio rispetto agli anni precedenti.

Ogni anno, all’avvio della campagna di vaccinazione antinfluenzale, ricordiamo come per una fascia di popolazione a rischio il contagio possa portare a severe complicazioni, anche alla morte nel caso di quadri clinici già compromessi. I dati sui decessi annuali a seguito di influenza sono ben noti, ma una maggiore o minore criticità rispetto al passato può essere valutata solo al termine del periodo di diffusione del virus, mettendo a confronto i dati complessivi. In ULSS 8 Berica non registriamo un numero di decessi o di ricoveri statisticamente superiore rispetto al passato".

Semmai, l’attenzione sull’andamento dell’influenza stagione fornisce l’occasione per ribadire l’importanza della vaccinazione, che rappresenta il più efficace strumento di prevenzione:

"Invitiamo quanti non avessero già effettuato la vaccinazione, soprattutto tra gli over 60 e le categorie a rischio per patologia, a farla quanto prima: l’influenza ci accompagnerà ancora per almeno due mesi e vi è dunque ancora tutto il tempo per proteggersi", conclude la dott.ssa Bonavina.

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