Aido, una risorsa fondamentale e preziosa per la società

L’ultimo dato statistico: sono stati superati i 5 milioni e mezzo di dichiarazioni di volontà nel sistema informativo dei trapianti.

Aido, una risorsa fondamentale e preziosa per la società
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Aido, una risorsa fondamentale e preziosa per la società

Aumentato, negli ultimi tre anni, grazie alle donazioni, anche il numero dei trapianti. Con l’Aido che, da oltre 46 anni, promuove la cultura delle donazioni di organi. L’ultimo dato statistico, di questi giorni, parla di come, complessivamente, in Italia siano stati superati i 5 milioni e mezzo di dichiarazioni di volontà inserite nel sistema informativo dei trapianti. Di queste un milione e 400mila sono le manifestazioni positive raccolte da Aido dove si sottolinea come questo sia «un traguardo importante che ci mostra però che solo il 10% dei cittadini maggiorenni si è finora espresso». Ma quali sono i giovani che maggiormente scelgono ad iscriversi all’Aido? Anche qui l’ultimo dato a disposizione parla di una percentuale di oltre il 52% nella fascia di età 18-35 anni, questo grazie anche alle attività promozionali nelle scuole. Nei comuni del vicentino si è così passati dalle 38.379 dichiarazioni di volontà del 14 febbraio 2019 alle 52.226 dichiarazioni di fine luglio, con i donatori effettivi che hanno raggiunto quota 47.491 e quelli dei donatori di tessuti che si sono attestati a quota 20.131. Nelle liste d’attesa il totale dei pazienti in attesa di ricevere un organo risultano essere 106.147. Ad oggi il totale dei trapianti di organo effettuati sono 57.316.

Voce al dottor ponzin: cos’è cambiato nel panorama sanitario dopo il primo trapianto di cornea?

Quello del dottor Diego Ponzin, direttore medico della Fondazione Banca degli occhi del Veneto, era uno degli interventi più attesi. Cosa è cambiato nel panorama sanitario all’indomani di quel primo trapianto di cornea ai piedi del Grappa? Parte da lontano il dottor Ponzin, quando ricorda che già nel 2005, si sono celebrati i cento anni del primo trapianto avvenuto per opera di un medico austriaco. Oggi

«le cause di cecità vedono la cornea, come patologia, al quinto posto, con 5 milioni di persone che non ci vedono ma anche con l’80% dei casi di cecità che possono essere curati. Le nuove procedure e lo sviluppo di nuove tecniche, permettono trapianti senza fili di sutura. Tenendo anche presente come in Italia un trapianto su due sia effettuato con tessuti provenienti dal Veneto».

Ma quante sono oggi le procedure adottate nel campo dei trapianti della cornea?

«Ne abbiamo di cinque-sei tipi con un migliaio di procedure all’anno. Oggi il Veneto esprime 5000 donatori di cornee all’anno e 3600 siano stati, in chiave regionale, gli interventi».

In futuro trapianti di cornee innovative: in causa una combinazione di cellule e di farmaci. Riguardo alla retina invece,

«Rimane una malattia da non sottovalutare e che colpisce il 40% delle persone al di sopra dei 75 anni».

In anteprima di serata anche i saluti della dottoressa Simonetta Morselli primario della divisone di oculistica dell’ospedale San Bassiano e del direttore medico dell’ospedale Antonio Di Caprio. Una serata dedicata a celebrare quel grande gesto di generosità di una famiglia che cinquant’anni fa ha avuto il coraggio di donare le cornee del proprio caro, un giovane di Romano d’Ezzelino, deceduto in conseguenza alle gravi lesioni riportate in un incidente stradale. Un dono ricevuto da una signora di Campolongo sul Brenta che, in questo modo, ha riacquistato la vista.

Da allora molti sono stati i progressi fatti nel campo dei trapianti e della medicina in generale. Da ricordare come, nell’ultimo anno, la Fondazione Banca degli Occhi, abbia consentito il trapianto di 3600 cornee per ridare così la gioia di vedere a chi viveva nel buio. Un intervento, quello di cinquant’anni fa, eseguito dall’allora primario della divisione oculistica dell’ospedale bassanese prof.Pietro Di Comite e dal suoi aiuto dottor Domenico Polito. All’epoca sono stati praticati dodici punti di sutura. Una notizia, quella di questo trapianto, che aveva all’epoca fatto molta sensazione in città e nell’intero territorio e vista come un’innovazione di alto contenuto. Un valore, quello del volontariato, che per la presidente provinciale dell’Aido Paola Beggio,

«Testimonia come sia confortante sapere che ci sono così tante persone disposte a mettersi in gioco per il bene comune».

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