Non molto tempo fa, all’indomani di alcuni comportamenti affatto urbani da parte di alcune “baby gang” in quel di Treviso, lo stesso Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ebbe a commentare all’incirca così: qualunque misura repressiva noi ci si possa immaginare o si voglia adottare, non potrà mai avere l’effetto dell’azione preventiva delle famiglie, dalle quali il giovane assume l’imprinting (in copertina: immagine di repertorio).
L’Assessore alla sicurezza
Sulla stessa linea d’onda è anche l’Assessore alla sicurezza di Bassano del Grappa, Alessandro Campagnolo, che, all’indomani del pestaggio da parte di cinque bulli ai danni di un coetaneo che non avrebbe scucito i pochi euro che aveva in saccoccia, lui pure per andare alle giostre, ha chiesto aiuto proprio alle famiglie:
“Aiutateci ad aiutarvi – ha detto – non temete di mettervi in contatto con noi“.

Il fatto
Domenica, scorsa 28 settembre 2025, un 13enne era in Prato Santa Caterina – dove nei periodi di festa, a Bassano del Grappa staziona tradizionalmente il luna park – è stato preso di mira da una “baby gang” che gli ha chiesto dei soldi che lui ha detto di non avere.
L’adolescente è stato avvicinato da cinque ragazzi che, dopo il suo diniego, lo hanno lasciato divertirsi ed una volta sceso da uno degli intrattenimenti, sono tornati a pretendere i denari che quello diceva di non avere ed hanno cominciato a malmenarlo, spingendolo in una zona meno frequentata del parco per poi riempirlo di calci e pugni finché non si sono resi conto che stavano sopraggiungendo l’ambulanza e le Forze dell’ordine.

Portato all’ospedale, il malcapitato è stato sottoposto a radiografie al bacino ed alla schiena senza che fossero rilevate fratture, anche se è apparso dolorante per l’intera giornata di ieri, a causa delle botte ricevute.
Ora stanno indagando i Carabinieri ed altri particolari sono emersi per giungere alla identità degli aggressori.
La mamma della vittima anzi, avrebbe fatto il nome di uno del gruppo e dell’episodio ha detto:
“Non era mai andato da solo alle giostre, ma come vietarglielo a 13 anni, quando tutti i suoi coetanei hanno tali libertà?”
La mamma
La mamma ha aggiunto che si sarebbe trattato di un massacro vero e proprio:
“Non esiste che i nostri ragazzi non abbiano nemmeno più la libertà di andarsi a divertire alle giostre”.
Dopo aver parlato con i Carabinieri, intende passare per vie legali, sottolineando che conosce il nome di uno del gruppo di ragazzi presenti durante il pestaggio:
“Anche se non direttamente coinvolto, potrebbe essere utile per arrivare al riconoscimento dei responsabili”.
Adesso è il momento dei commenti su “questa storia che fa male” perché è “incredibile come certi ragazzi non capiscano la gravità delle loro azioni” , perché “quelle che mancano sono sempre le famiglie” e per non parlare dei “tanti giovani che, anziché correre in aiuto del 13enne e mettere fine al litigio, filmavano il pestaggio con i loro cellulari“.
Fosse finita qui, andrebbe ancora bene, ma la mamma ora teme per le reazioni del figlio e non solo:
“Un ragazzo di terza media che finisce in ospedale solo per essere andato per la prima volta alle giostre da solo, non può che essere provato. Ma basta perbenismo: è ora che i vari gruppi di bulli che in Città si comportano male ed in questo periodo stanno rendendo il Prato un vero e proprio ghetto, rispondano delle loro azioni”.