Addio a Nicola Amenduni, è morto il patron delle Acciaierie Valbruna
Avrebbe compiuto 104 anni il prossimo 4 aprile. Era entrato nel 1957 nell'azienda fondata da Ernesto Gresele oltre trent'anni prima dopo aver fondato la Amenduni Nicola Spa, azienda di Bari specializzata nella produzione di macchine per l'olio e il vino.
Nicola Amenduni, patron delle Acciaierie Valbruna, è scomparso oggi lunedì 7 febbraio 2022 all’età di 103 anni.
Addio a Nicola Amenduni
“Con la scomparsa di Nicola Amenduni se ne va una figura storica nel panorama industriale non solo veneto ma anche nazionale. Figura dalle capacità imprenditoriali pioneristiche, ha attraversato il Novecento dimostrando non solo di saper superare un conflitto mondiale e le sue conseguenze, ma anche di saper cogliere le opportunità delle trasformazioni economiche del dopoguerra, spostandosi dalla sua regione d’origine, la Puglia, al Veneto, dove ha trasformato le Acciaierie Valbruna in un’azienda leader nel mondo nella produzione dell’acciaio. La sua vita racconta in modo illuminante come una storia personale fatta di determinazione, perspicacia e acume riesca a farsi storia collettiva, non solo di una regione e del suo tessuto sociale e produttivo, ma anche di un’intera nazione”.
Con queste parole il Presidente della Regione Luca Zaia esprime il suo cordoglio per la morte di Nicola Amenduni, patron delle Acciaierie Valbruna, scomparso oggi all’età di 103 anni. Pugliese di nascita, vicentino di adozione, nel 1957 aveva fatto il suo ingresso nell’azienda fondata da Ernesto Gresele, fondata nel 1925, dopo averne spostato la figlia Mariuccia. Sotto la sua guida l’azienda seppe trovare lo slancio decisivo, puntando sugli acciai inossidabili e diventando un impero che conta oggi 2.500 dipendenti e 42 filiali nel mondo.
“Nicola è stato un grande imprenditore, che ha trascorso la sua vita dietro la scrivania e che con la sua azienda ha dato e sta ancora dando un apporto straordinario all’economia veneta e migliaia di posti di lavoro. Ma anche un grande uomo, un filantropo, uno che non si tirava mai indietro dove c’era bisogno. Ci siamo sentiti spessissimo e ogni volta mi chiedeva se c’era qualche necessità e se poteva essere utile. Per la sanità, ad esempio, ha fatto tantissimo”, ricorda Zaia.
Zaia ha poi aggiunto:
“Sono convinto che la sua storia possa essere letta non solo come esempio di un modello di imprenditoria, ma anche come la dimostrazione del fatto che la dimensione economica non possa prescindere da un contesto culturale ed etico di riferimento. Solo così si potranno scrivere ancora storie di grandi capitani d’industria come quella di Amenduni. Ai suoi familiari, in particolare ai figli, Michele, Ernesto, Massimo, Maurizio e Antonella, esprimo le mie più sincere condoglianze”.
P.A. Croce Verde Vicenza Onlus ha espresso cordoglio per la scomparsa di Amenduni e sui social ha scritto:
"P.A. Croce Verde Vicenza ONLUS è vicina in questo giorno particolare alla famiglia Amenduni. L'imprenditore più volte ha dimostrato la sua simpatia e la disponibilità per la nostra Associazione, come si vede da una sua una foto del 2016 scattata in occasione della presentazione dell'autobiografia della sua vita, dove alle sue spalle teneva appeso un ricordo dell'Associazione stessa.
Grazie Dottor Nicola per quello che ha fatto per noi, per la Città di Vicenza, per il nostro Paese. Si è spento Nicola Amenduni, patron delle Acciaierie Valbruna e figura storica nel panorama dell'industria italiana. Avrebbe compiuto 104 anni il prossimo 4 aprile. Pugliese di nascita, vicentino nel cuore, era entrato nel 1957 nell'azienda fondata da Ernesto Gresele oltre trent'anni prima dopo aver fondato la Amenduni Nicola Spa, azienda di Bari specializzata nella produzione di macchine per l'olio e il vino. Fu l'amore a portarlo a Vicenza, aveva sposato infatti la figlia di Ernesto Gresele, Maria. Con lui alla guida l'azienda trovò lo slancio decisivo puntando sugli acciai inossidabili e diventando una delle imprese leader a livello mondiale. Fino all'ultimo Nicola Amenduni non ha mai fatto mancare l'appoggio e i consigli ai figli Michele, Ernesto, Massimo, Maurizio e Antonella, tutti impegnati nelle attività di famiglia, che hanno preso in mano le redini del Gruppo".