4000 sanitari hanno rifiutato il vaccino nel vicentino: ora rischiano la sospensione
I vertici delle due Ulss di riferimento hanno fatto sapere di aver fatto tutto quanto nelle disponibilità dell'ente: le lettere di avvertimento, infatti, sono state inviate. Ora una commissione cercherà di capire le ragioni del rifiuto.
Definirli proprio no vax non sarebbe corretto. O almeno, sarebbe improprio al momento. Ma resta comunque un dato di fatto da constatare: in quattromila tra medici e operatori sanitari delle due Ulss vicentine, non hanno ricevuto la propria dose di vaccino. Come mai?
4000 sanitari hanno rifiutato il vaccino nel vicentino: ora rischiano la sospensione
Sarà proprio a questa domanda (come mai?) che gli enti di riferimento, le Ulss 7 e 8, dovranno trovare una risposta se non con un vero e proprio ultimatum, con qualcosa che ci si avvicina moltissimo. Una lettera, infatti, è stata inviata e recapitata a ognuno dei 4000 professionisti nel settore della sanità, che nel corso di questi mesi, da quando cioè era stata data loro l'opportunità ben prima di tutti gli altri cittadini italiani, hanno rifiutato il vaccino anti Covid.
In ballo, per loro, come determinato dalle misure create ad hoc per la pandemia, c'è il posto di lavoro. E non si tratterebbe di poca cosa: in pratica, nel caso in cui il rifiuto del siero fosse stato immotivato (non basato su esigenze legate alle condizioni di salute del soggetto in questione) per la Ulss 8 Berica si ipotizzerebbe la sospensione di ben 1600 professionisti, numero che sale a quota 2540 per la Ulss 7 Pedemontana.
Ma non sarebbe un causa - effetto: quello inviato ora è un avvertimento, un primo step, al quale farà seguito la diffida vera e propria. Una linea morbida, insomma, quella adottata dalle due Ulss, ma che poi dovrà fare i conti con le norme stabilite dal Governo nel decreto Covid. Norme che non fanno sconti a nessuno.