34 anni fa la prima apparizione della Madonna a Renato Baron

Schio festeggia l'anniversario ospitando il cardinale che trascorse 30 anni in carcere.

34 anni fa la prima apparizione della Madonna a Renato Baron
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I fedeli si preparano per festeggiare il 34esimo anniversario della prima apparizione della Madonna a Renato Baron.  Oltre alla messa e alla via crucis ci sarà la testimonianza del cardinale Ernest Simoni, religioso che trascorse 30 anni in carcere in Albania.

Si ricorda la prima apparizione

Il programma prevede, per sabato 23 marzo, la preghiera serale alle 21 alla quale segue la veglia fino alle 6.45. Programma che viene poi replicato - con adorazione dalle 9 alle 20 - anche durante la giornata di domenica 24 sempre nella cornice del Cenacolo. Per quanto riguarda invece lunedì 25 marzo il programma è decisamente ricco di appuntamenti: alle 11 ci sarà la Messa al Cenacolo presieduta da Sua eminenza reverendissima Ernest Simoni, cardinale diacono di Santa Maria della Scala a Roma. Dalle 13.30 alle 14.30 seguirà l’adorazione eucaristica e poi alle 15 ci sarà la via crucis al Monte di Cristo al termine della quale il cardinale Simoni rinnoverà la Consacrazione dell’Italia e dell’Europa alla Madonna. Seguirà poi una seconda via crucis alle 21.

Fede e condivisione

"Quella di lunedì si presenta come una giornata di grande importanza - conferma il presidente del Movimento mariano Regina dell’amore, Mirco Agerde - anche se sappiamo già che di lunedì il numero delle adesioni sarà inferiore rispetto all’evento realizzato di sabato o domenica. Chiaramente invitiamo tutti a partecipare anche perché sarà l’occasione di incontrare il cardinale Simoni e ascoltare la sua testimonianza di sacerdote che ha trascorso trent’anni in carcere in Albania per la “colpa” di essere cristiano e quindi nemico dello Stato laico".

L'attualità di Simoni

"Simoni dunque - prosegue Agerde - si presenta con tutta la sua attualità, come richiamo alla coerenza del mondo cattolico facendo in modo che il cristiano non sia tale solo nelle preghiere, ma anche nella vita andando a sanare quello scollamento fra fede e vita vissuta. Oggi - conviene Agerde - questo deve essere un invito molto forte e siamo chiamati a testimoniare la nostra fede nella concretezza e nelle quotidianità, oramai viviamo in una struttura di peccato che deriva da un impianto ideologico soggettivo, siamo nel buio della ragione. Dobbiamo ritornare sulla retta via e la strada è solo quella che ci ha indicato il Signore".

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