2019: Cambia la maturità

Nuove modalità e nuove preoccupazioni.

2019: Cambia la maturità
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2019: Cambia la maturità

Cambia la maturità e il mondo dell’istruzione si ferma , incredulo. L’esame introdotto da Giovanni Gentile nel 1923 non avrà più la stessa forma. Ha un secolo, è troppo vecchio forse? Ai posteri l’ardua sentenza. Nel mentre la scuola si fa le sue domande. A Bassano del Grappa sono centinaia i ragazzi che dovranno affrontare queste nuove modalità scelte dall’attuale governo e la percezione è confusa e disorientata.

Il commento del dirigente scolastico Giovanni Zen

«Abbiamo percepito questo cambiamento come inusuale e antipatico». Esordisce così il dirigente scolastico del liceo «G. B. Brocchi» e dell’ITIS «E. Fermi» Giovanni Zen. «Sono state cambiate le regole del gioco durante l’anno scolastico e tutti noi stiamo andando alla ricerca di più informazioni possibili per preparare i ragazzi al meglio. La cosa che mi mancherà di più è sicuramente la tesina. Ogni anno ne incontravo alcune di davvero interessanti e quando ero presidente di qualche commissione cercavo di tirare fuori il meglio da ogni singolo studente. Inoltre, credo che ognuno di noi avesse solo da imparare dalle trattazioni, che spesso contenevano aspetti davvero curiosi. Ora, con queste nuove modalità soprattutto nell’orale, credo che debba esserci non solo una simulazione delle prove scritte ma anche una dello stesso colloquio». Un colloquio diverso dal solito, che vedrà per ogni ragazzo tre buste chiuse tra cui scegliere, poi l’argomento che capiterà sarà protagonista del suo orale, assieme alla trattazione dell’alternanza scuola - lavoro e di alcune domande sulla cittadinanza e la costituzione. Verrà inoltre valorizzato il triennio e su questo ci sono pareri discordanti. «Da una parte - riprende il dirigente - è giusto che venga valorizzato il lavoro dei tre anni, dall’altra comunque un esame vale sempre per sé stesso senza avere pregiudizi, come accade nel nostro sistema universitario». Diverse opinioni, dunque, ma l’esame di maturità rimane sempre un momento importante. «Si tratta della prima prova della vita di un ragazzo, non tanto per il suo contenuto e per le materie trattate, quanto perché è la cruna dell’ago della vita, perché tu da solo sei chiamato a sostenere una prova che consiste di due ingredienti principali: la propria preparazione e la tensione. Pertanto vale molto dal punto di vista psicologico. Tuttavia, l’importante è ricordarsi sempre che la vera tappa non è l’esame in sé, ma è il giorno dopo, quando finalmente si diventa protagonisti della propria vita, essendo chiamati a fare le proprie scelte e ad assumerne le conseguenze. Io auguro sempre agli alunni una buona avventura!».

La reazione degli studenti

Passeggiando per i corridoi e tra le classi anche le espressioni degli insegnanti e degli studenti sembrano essere tese e titubanti. Il fatto che non ci sia la terza prova non li rende più tranquilli, temono tutti l’orale, che sembra essere ancora più un incognita: bisogna essere preparati su tutto? E se mi capita un argomento di cui non so nulla? Se non so argomentare bene il quesito che mi viene richiesto? Domande che i ragazzi si stanno facendo e a cui non trovano risposte. «Era meglio partire dalla tesina» sostengono, così si poteva avere un argomento in cui si era preparati da cui partire, le buste invece possono nascondere ogni tipo di insidia. Anche le domande sull’alternanza scuola - lavoro sembrano preoccupare, come si valuterà mai un’esperienza? Non ci possono essere griglie di valutazione. Però su qualcosa hanno le idee chiare. Alla maggior parte sembra che la seconda prova sia migliorata, un modo per combinare tutte le materie caratteristiche del proprio indirizzo e valutare così davvero la preparazione di un alunno. Sarà quindi stato un bene cambiarlo? Le nuove generazioni avevano bisogno di qualcosa di diverso? E se sì, necessitava proprio farlo nel corso dell’anno scolastico e creare così tanta confusione a pochi mesi dagli esami di maturità? Forse la questione aveva bisogno di più tempo e a qualcuno il cambio di rotta improvviso è apparso irrispettoso per chi, da sempre, vive la scuola italiana secondo delle direttive ferree che sembrano ormai essere state del tutto sciolte. Ora non ci resta che aspettare, l’esperimento è iniziato.

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