Stalking contro il direttore generale dell'Ulss 7, l'editore Jannacopulos a processo
La vicenda è complessa e intricata ma cerchiamo di ricostruirla passo dopo passo
L'editore Giovanni Jannacopulos andrà a processo per stalking contro il direttore generale dell'Ulss 7 Pedemontana.
Stalking contro l'Ulss 7, l'editore Jannacopulos a processo
Due parti, una contro l'altra. Da un lato c'è un editore, Giovanni Jannacopulos, dall'altro lato l'Ulss 7, o meglio il direttore generale dell'Ente, Carlo Bramezza. In mezzo accuse pesantissime: il dirigente dell'azienda sanitaria Pedemontana che trascina in Tribunale l'azionista di un gruppo che detiene emittenti televisive per aver, a suo parere, prima esercitato pressioni per interferire nelle carriere di alcuni medici e poi, non essendoci riuscito, per aver tartassato l'Ulss 7 con "mirati" servizi giornalistici diffamatori.
Una vicenda delicata, quella che ormai dura da anni, il cui iter giudiziario, che oggi arriva a una parziale svolta ha provocato un vero e proprio "uragano" nella regione: dopo le prime due sentenze a favore dell'indagato, infatti, il Pm ha chiesto che si proceda comunque con il processo per minacce e stalking contro il Dg dell'azienda sanitaria di Bassano.
E' quanto ha richiesto la Procura di Vicenza con il rinvio a giudizio dell'indagato: il gip ha schedulizzato l'inizio del dibattimento l'11 aprile del 2024, nonostante le due sentenze, del Riesame e della Cassazione, a favore dell'editore. Ma partiamo da zero.
Tutto è iniziato con la denuncia del direttore generale dell'Ulss 7 Pedemontana, Carlo Bramezza contro l'editore, accusato di aver esercitato pressioni atte a interferire con alcune scelte in merito alle carriere dei medici dell'Ente pubblico.
Pressioni, si ricostruisce dall'impianto delle accuse, che però non avrebbero sortito gli effetti sperati. E questo avrebbe generato una sorta di battaglia mediatica attraverso le emittenti del gruppo in cui Jannacopulos detiene delle azioni contro la Ulss.
L'iter giudiziario aveva portato già nel 2022 a un primo provvedimento cautelare di sospensione dell'attività di editore nei confronti dell'indagato. L'accusa si era basata su alcune intercettazioni telefoniche con importanti esponenti del mondo politico regionale e del territorio vicentino.
Tuttavia la battaglia legale di Jannacopulos aveva portato all'annullamento della sospensione. I giudici infatti non avevano individuato gli elementi diffamatori nei servizi giornalistici, per quanto fossero stati considerati, comunque, "martellanti".
Dello stesso avviso era stato anche il parere della Cassazione. Niente diffamazione, dunque, ma ancora troppo presto per far calare il sipario su questa vicenda giudiziaria. Il Pubblico ministero aveva chiesto comunque il rinvio a giudizio per il reato di stalking. Richiesta che è stata accolta. Ora, quindi, è su questo campo che si "gioca" la partita tra l'editore e il direttore generale dell'Ulss 7.
La posizione dell'indagato, tuttavia, anche in questo caso è molto chiara. Per i legali non è stato commesso alcun reato, nessuna minaccia, solo l'esercizio di un diritto di critica nei confronti della direzione generale dell'Ulss, considerata, evidentemente, dal diretto interessato, come inadeguata.