Siccità, in provincia di Vicenza si seminerà meno mais: troppi costi e troppa acqua
Gli agricoltori scelgono colture come il frumento, la soia o il girasole. L'anno scorso per la siccità ci sono state perdite anche del 90%
Le piogge ci sono state, ma le falde sono più basse: la situazione quindi è peggiorata
Siccità, in provincia di Vicenza si seminerà meno mais: serve troppa acqua
La siccità porterà gli agricoltori vicentini a scegliere di seminare meno mais, orientandosi più verso il frumento e la soia. Il granoturco, infatti, necessita di molta acqua e l’estate scorsa ha pagato un prezzo altissimo a causa delle temperature torride, con perdite che, per chi non aveva impianti di irrigazione, sono arrivate al 90 per cento. In autunno, perciò, molte aziende hanno seminato frumento, che soffre meno la sete, mentre in estate potrebbero destinare le superfici alla coltivazione della soia, che ha costi minori di coltivazione e pure è resistente alla carenza di piogge.
Più piogge, ma falde più basse
“In provincia di Vicenza stimiamo un 30% di semine in più per quanto riguarda il frumento, anche grazie alle ottime performance di mercato del 2022 – spiega Gianni Biasiolo, vicepresidente di Confagricoltura Vicenza e presidente dell’Essiccatoio cooperativo berico -. Ma a pesare più di tutto è stata la previsione di un’altra estate senza acqua, che ha fatto propendere molti a seminare altro rispetto al granoturco. È vero che tra dicembre e gennaio le piogge ci sono state, ma quest’anno partiamo con falde molto basse e quindi da una situazione peggiore rispetto al 2022, quando erano ad un buon livello grazie a un 2021 discreto. Ora i bacini sono scarichi, l’Adige pure e in montagna la neve è poca. Quindi, dal nostro sentore, ci potrebbe essere il 25-30% in meno di semine di mais, che tra l’altro ha costi di coltivazione molto alti, basti pensare ai concimi che hanno segnato rincari esorbitanti. È vero che adesso i prezzi sono calati del 35-40%, ma sono pur sempre più alti rispetto a due anni fa. Chi continuerà a seminare granoturco, nonostante tutto, saranno le aziende zootecniche, che ne necessitano per i mangimi animali”.
Le indicazioni di semina sono, dunque, rivolte verso la soia, che ha costi minori di coltivazione e riesce a recuperare, fiorendo di nuovo, anche in assenza di piogge estive, ma anche verso il girasole, che necessita di poca acqua e l’anno scorso ha spuntato prezzi molto alti. “E c’è pure chi è orientato a seminare colza e girasole – anticipa Biasiolo -: sono colture ottime per la rotazione, che necessitano di meno acqua e con una buona redditività”.
L’anno scorso, secondo i dati di Veneto Agricoltura, la superficie coltivata a mais in regione è stata di 143.200 ettari, con Vicenza che staziona in sesta posizione in regione con 12.950 ettari e un 7,3% già perso rispetto al 2021.
Senza mais problemi anche per gli allevamenti
“La carenza di mais comporterà problemi per gli allevamenti – sottolinea Chiara Dossi, presidente della sezione Cereali alimentari di Confagricoltura Veneto -, in quanto la granella viene utilizzata per i mangimi in molte specie di animali da allevamento come pollame, bovini e suini. E la mancanza sarà sentita soprattutto dalle filiere che necessitano di prodotto italiano, come alcune grandi aziende e i consorzi. Del resto, se la siccità e le alte temperature del 2022 dovessero diventare una costante, gli agricoltori sarebbero obbligati a cambiare rotta. E dovranno farlo anche le aziende dotate di impianti di irrigazione, perché senza acqua sarà difficile farli funzionare”.