L'analisi

Quasi 300 negozi in meno a Vicenza dopo il boom degli acquisti online

Il tessuto commerciale della città subisce un progressivo declino, con un calo delle attività nei centri storici

Quasi 300 negozi in meno a Vicenza dopo il boom degli acquisti online
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Il mondo del commercio è cambiato radicalmente da quanto gli acquisti online hanno fatto la loro entrata di scena: il tessuto commerciale delle città italiane ha subito una significativa trasformazione mettendo in difficoltà i negozianti e dando il via a un progressivo calo delle attività nei centri urbani e non solo.

L'andamento delle imprese commerciali a Vicenza

Secondo i dati analizzati dall'Ufficio Studi Confcommercio, il commercio al dettaglio nel comune di Vicenza ha registrato un calo costante delle attività negli ultimi 12 anni. L'analisi ha infatti preso in considerazione l'andamento dal 2012 fino al 2024.

Proprio 12 anni fa il numero complessivo di imprese nel settore era pari a 1.162, le quali erano suddivise tra 461 attività all'interno del centro storico e 701 al di fuori. Numeri che con il passare degli anni e il cambio di abitudini da parte dei consumatori sono costantemente diminuiti.

Infatti, nel 2019 il numero di esercizi commerciali all'interno del centro storico era già sceso a 361, esattamente 100 attività in meno (equivalenti al 21,69%), mentre quelle al di fuori erano scese a 629, subendo un calo del 10,3%. Numeri che nel computo totale hanno fatto registrare un calo del 14,8%.

Ma questo andamento discendente non si è certo fermato: nel 2024 si rileva un'altra riduzione delle attività nel centro storico arrivando a 344 (un calo rispetto al 2012 del 25,38%) e a 549 per le attività al di fuori (ovvero il 21,68% in meno rispetto al 2012). Guardando al quadro generale si registra un meno 23,15%, che ammontano a 269 attività in meno.

Nel dettaglio

Analizzando le sottocategorie riportate dal report dell'Ufficio Studi Confcommercio si può notare che alcune categorie di esercizi hanno sofferto più di altre, come ad esempio i negozi di prodotti alimentari e bevande che da 150 nel 2012 sono diventati 111 nel 2024 (-26%), o come i distributori di carburante per autotrazione passati da 50 nel 2012 a 30 nel 2024 (-40%). Cali minori, ma comunque significativi, li hanno subiti "altri prodotti per uso domestico in esercizi specializzati", "articoli culturali e ricreativi in esercizi specializzati" e "altri prodotti in esercizi specializzati". Da segnalare però che alcune categorie sono rimaste invariate o aumentate, come i tabacchi e le farmacie.

Tra gli esercizi in calo, anche se di poco, ci sono anche alberghi, bar e ristoranti che nel 2012 erano 610, mentre nel 2024 ammontano a 596: diminuiti gli alberghi, ma aumentate le "altre forme di alloggio" anche grazie al boom di case appartamenti e B&B; aumentati i ristoranti, soprattutto nel centro storico; in calo, invece, i bar.

La tabella

Imprese del comune di Vicenza
2012 2019 2024 (giugno)
CS (*) NCS (*) CS (*) NCS (*) CS (*) NCS (*)
n. imprese n. imprese n. imprese n. imprese n. imprese n. imprese
Commercio al dettaglio 461 701 361 629 344 549
- esercizi non specializzati 32 32 23 21 23 20
- prodotti alimentari, bevande 70 80 56 72 45 66
- tabacchi 27 44 33 44 27 44
- carburante per autotrazione 14 36 6 24 7 23
- app. informatiche e per le telecomunicazioni (ict) in esercizi specializzati 13 15 9 18 9 16
- altri prodotti per uso domestico in esercizi specializzati 43 70 34 76 32 56
- articoli culturali e ricreativi in esercizi specializzati 43 80 26 67 25 54
- altri prodotti in esercizi specializzati 164 250 122 196 122 160
- farmacie 17 21 19 23 22 20
- commercio al dettaglio ambulante 24 46 19 50 16 35
- commercio al dettaglio al di fuori di negozi, banchi e mercati 14 27 14 38 16 55
Alberghi, bar, ristoranti 254 356 255 382 241 355
- servizi di alloggio 18 9 17 27 23 23
  -- alberghi 11 6 8 11 9 9
  -- altre forme di alloggio 7 3 9 16 14 14
- bar, ristoranti 236 347 238 355 218 332
  -- ristoranti 99 172 130 186 125 183
  -- bar 137 175 108 169 93 149

Le cause della desertificazione commerciale

Secondo Confcommercio Veneto, le principali cause di questa crisi sono riconducibili a diversi fattori. La concorrenza della grande distribuzione organizzata e del commercio online ha progressivamente sottratto clienti ai negozi di prossimità. A questo si aggiunge l'aumento dei costi di gestione, tra affitti elevati e tasse comunali, che ha reso insostenibile l’attività per molti piccoli esercenti. Un altro elemento critico è la diminuzione della popolazione residente nei centri storici, che ha portato a un calo della domanda locale. Infine, la difficoltà di accesso ai centri urbani, dovuta alla riduzione dei parcheggi e alle restrizioni alla mobilità, ha contribuito ulteriormente alla perdita di clientela.

Prospettive e soluzioni possibili

Per contrastare questo fenomeno, Confcommercio suggerisce alcune strategie mirate. Gli incentivi fiscali per i negozi di prossimità potrebbero ridurre il peso economico della gestione, mentre politiche di riqualificazione urbana migliorerebbero l’accessibilità e la vivibilità dei centri storici. La promozione del commercio locale, attraverso campagne di sensibilizzazione e iniziative di valorizzazione del territorio, potrebbe incentivare i cittadini a sostenere le attività di vicinato. Inoltre, l’innovazione digitale potrebbe rappresentare un'opportunità per le piccole imprese, consentendo loro di adottare strumenti tecnologici capaci di competere con le piattaforme online.

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