Pfas, danni ai lavoratori ex Miteni: Cgil si oppone alla richiesta d’archiviazione delle indagini
L’Inail ha finora accolto 19 domande di riconoscimento di malattia professionale riconoscendo che il solo bioaccumulo nel sangue di PFAS è un danno perché può favorire l’insorgenza di una serie di patologie correlate.
Le indagini sono iniziate nel 2020, sulla base di un Esposto depositato in Procura proprio dalla CGIL e dalla FILCTEM CGIL di Vicenza nel gennaio del 2019.
Cgil si oppone alla richiesta d’archiviazione delle indagini
Nell giornata di venerdì 9 settembre 2022, l’avvocato Lucia Rupolo del Foro di Padova ha depositato in Tribunale, a nome della CGIL e della FICTEM CGIL di Vicenza, l'opposizione alla richiesta d’archiviazione delle indagini avanzata al Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) dal Pubblico Ministero (PM) sul tema “danni subiti dai lavoratori a causa dell’esposizione alle sostanze perfluoro alchiliche lavorate e prodotte alla RIMAR/MITENI di Trissino.”
Le indagini sono iniziate nel 2020, sulla base di un Esposto depositato in Procura proprio dalla CGIL e dalla FILCTEM CGIL di Vicenza nel gennaio del 2019. Il Segretario Generale della CGIL di Vicenza Giampaolo Zanni ha ribadito:
"Ricordiamo che l’azione di tutela messa in campo dalla CGIL, attraverso il Patronato INCA, dei lavoratori esposti che ci hanno dato mandato, ha permesso ad oggi di inoltrare all’INAIL 43 domande di riconoscimento di malattia professionale. Di queste l’INAIL ne ha finora accolte 19, riconoscendo che il solo bioaccumulo nel sangue di PFAS è un danno perché può favorire l’insorgenza di una serie di patologie correlate; altre 21 sono in fase di valutazione e 3 sono state respinte".
Zanni ha inoltre reso noto che la Cgil contest ala richiesta d’archiviazione per ragioni di merito ed anche per una ragione più generale. Zanni ha inoltre spiegato che nel merito contestano una “sostanziale incompletezza e lacunosità della consulenza tecnica” di cui si è avvalsa la PM. Rilevando:
- la “mancata presa in considerazione, o erronea interpretazione, di numerosi studi scientifici di assoluto rilievo” sul tema PFAS e danni alla salute;
- l’”assenza di commento” e di approfondimento della problematica dei tumori renali e della presenza nei lavoratori ex RIMAR/MITENI di valori di PFAS che non hanno uguali in tutto il mondo;
- la “carenza sostanziale delle conclusioni dei consulenti rispetto alla problematica dell’ipertensione arteriosa e di altre patologie correlate all’esposizione alle sostanze PFAS;
- l’”inadeguata valutazione della correlazione tra due tumori insorti” in un lavoratore e la sua esposizione alle sostanze PFAS.
Inoltre Cgil ritene indispensabile che si approfondiscano tutti gli aspetti evidenziati e si colmino le lacune delle indagini finora svolte. Zanni ha concluso:
"Occorre poi proseguire le indagini perché i lavoratori in primis, ma anche conseguentemente tutta la popolazione contaminata, hanno il diritto di conoscere i possibili danni alla salute che potrebbero aver subito e/o subire, e di avere risposte circa le eventuali responsabilità di quanto accaduto".
In ragione di tutto ciò la Cgil chiede al GIP di rigettare la richiesta d’archiviazione e di proseguire le indagini.