Manifestazione per il clima a Vicenza, il corteo di Fridays for Future al Bosco Lanerossi
Gli attivisti si incontreranno nel pomeriggio di venerdì 11 ottobre 2024. Oltre alla giustizia ambientale, il movimento scende in piazza in sostegno della Palestina, lanciando una critica contro il Decreto Sicurezza e il Piano Mattei
Nel pomeriggio di oggi, venerdì 11 ottobre 2024, i Fridays for Future hanno indetto uno sciopero per la giustizia climatica. Come nelle altre città italiane, anche la delegazione di Vicenza ha organizzato un corteo, che si terrà alle 15 al Bosco Lanerossi.
"Non è troppo tardi per agire"
Vicenza si unisce alla mobilitazione nazionale organizzata da Fridays For Future, il movimento globale che da anni lotta contro il cambiamento climatico. Il presidio si terrà oggi, 11 ottobre, al bosco Lanerossi, con l'obiettivo di ribadire che il cambiamento è ancora possibile.
Secondo gli attivisti, servono azioni immediate per contenere l'aumento delle temperature e garantire un futuro sostenibile. Il movimento lancia un forte appello all'unità per affrontare le ingiustizie sociali ed economiche causate dai disastri ambientali.
"Possiamo ancora cambiare la rotta e contenere l’aumento della temperatura media globale a +1.5°, quello che manca è il coraggio e la volontà politica di mettere in atto strategie a lungo termine per la difesa dei territori e delle persone", afferma Antonio Iodice, in un recente comunicato di Fridays for Future.
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Una critica che va oltre il cambiamento climatico
La manifestazione, inoltre, si oppone non solo all'inazione climatica, ma anche a scelte politiche che aggravano le disuguaglianze sociali, come il DDL 1660 (Decreto Sicurezza), definito nel comunicato come "una delle leggi più liberticide della storia della Repubblica", e la proposta di autonomia differenziata. Di seguito, quanto riportato nel comunicato a riguardo:
"Il movimento si oppone con forza all’approvazione anche ad altre misure recenti del governo come la proposta di autonomia differenziata, che acuirà le disuguaglianze, anche ambientali, e del DDL 1660 (Decreto Sicurezza), una delle leggi più liberticide della storia della Repubblica, consapevole che la fortissima repressione e criminalizzazione delle proteste per la giustizia climatica e sociale è un sintomo della mancanza di risposte concrete ai problemi materiali del nostro presente. Il governo non riuscendo a convincere con la propaganda, prova a farlo con la forza. Ed è per questo che oggi più che mai è fondamentale unirsi in un’unica grande mobilitazione. La profonda crisi della nostra democrazia è resa evidente dalla distanza delle istituzioni dalle istanze di chi cerca di sostanziare processi democratici dal basso: i comitati cittadini, i sindacati, i collettivi studenteschi e i movimenti antagonisti".
"Non è troppo tardi per ottenere il cambiamento di cui abbiamo bisogno per la sopravvivenza. È stato fatto in passato e possiamo ripeterlo di nuovo. La mobilitazione di massa capace di costruire comunità dietro a rivendicazioni di interesse collettivo è l’unica strada per ottenere un miglioramento delle nostre vite e per salvarci dalla distruzione", aggiunge Marzio Chirico, esponente del movimento.
Infine, Fridays For Future critica anche il supporto a progetti fossili come il Piano Mattei, denunciando anche l’occupazione sionista e il genocidio del popolo palestinese.
"Il movimento ribadisce la sua posizione sull’entità sionista che, con il supporto acritico degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, sta commettendo un brutale genocidio del popolo palestinese e un ecocidio delle loro risorse naturali, bombardando anche il popolo libanese nella sua furia colonialista".
"Ci schieriamo fermamente al fianco della resistenza del popolo palestinese, pretendiamo che la Palestina sia liberata dall’entità sionista e da chi agisce per colonizzarla e sfruttarne le risorse naturali attraverso progetti fossili come il piano Mattei" afferma Anna Postorino, un'altra rappresentante del movimento.
"Dobbiamo impedire che gli errori degli stati e di alcune aziende vengano pagati dalle persone nelle zone più vulnerabili come chi vive nei paesi del sud del mondo e nelle zone di sacrificio in tutti i paesi, a cui si aggiungono ormai le sempre più frequenti zone alluvionate" aggiunge Emanuele Genovese, altro esponente di Fridays for Future.