A Bassano del Grappa

L'autore del sondaggio shock a scuola su Cecchettin e Tramontano si scusa: "Capisco il dolore, non ho giustificazioni"

Ma nessuno ci sta a derubricare l'oltraggio ad irresponsabile bravata

L'autore del sondaggio shock a scuola su Cecchettin e Tramontano si scusa: "Capisco il dolore, non ho giustificazioni"
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Raccontavamo ieri della chat diffusa tra gli studenti di Bassano del Grappa che proponeva un sondaggio per sapere chi tra Giulia Tramontano, Mariella Anastasi e Giulia Cecchettin, si meritasse quel che le è capitato per mano degli uomini ai quali erano al fianco.

Balsana iniziativa

La balsana iniziativa era stata stigmatizzata per idiozia tanto da parte dello stesso presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che da Riccardo Poletto che noi avevamo sentito ritenendolo rappresentativo della Città di Bassano del Grappa in quanto già Sindaco, ma del mondo della scuola in quanto Vice Preside del locale Liceo Classico nel quale è anche insegnante di religione.

Se istituzionale e molto duro era stato il commento del presidente Zaia, desolato era parso e si era, anzi, dichiarato il professor Riccardo Poletto al quale non pareva verosimile che dei ragazzi istruiti e, si pensa, impegnati tanto a scuola che in famiglia ed in società, potessero lasciarsi andare ad un tale esecrabile modo di sintetizzare il rapporto tra uomo e donna, ragazzo e ragazza, studenti e mondo che li circonda.

Non solo

Proprio Poletto ci raccontava che nemmeno sette giorni prima gli studenti delle scuole superiori bassanesi si erano incontrati al "Pala2" cittadino ed in 2.000 avevano ascoltato le testimonianze proprio di Gino Cecchettin, papà di Giulia, dei rappresentanti dell'Associazione "Centro Aiuto alla Vita" e di altre Associazioni di Promozione Sociale presenti all'incontro del quale sembrava che studenti e corpo insegnante sentissero il bisogno per fare il punto dopo le tante brutture capitate in questi mesi alle tre sfortunate ragazze che ai loro "orchi" avevano consegnato la vita.

Gino Cecchettin

Di più, aveva detto Riccardo Poletto:

"I ragazzi hanno passato la mattinata in religioso silenzio, quasi rapiti dai racconti che sono stati riportati loro sulla sorte delle tre ragazze. Pensavo veramente che avessimo fatto centro ed invece - qualcuno li stava prendendo in giro - che peccato: ci sarà ancora molto su cui riflettere".

Riccardo Poletto

Non derubrichiamo tutto ad una bravata

Se torniamo sulla notizia anche oggi è perché il clamore suscitato da quella che nessuno in Città ci sta a derubricare a semplice bravata - che per noi è ancora anonima - qualcuno si è fatto avanti pubblicando una lettera per scusarsi e dichiarare l'insipienza del suo gesto:

"Mi scuso umilmente per ciò che ho scritto. Capisco il dolore, la rabbia e l'indignazione che ho provocato e purtroppo non ho giustificazioni, né spiegazioni".

Queste le prime righe del messaggio di scuse diffuso dopo aver confezionato e veicolato il sondaggio che pretendeva di fare una sorta di graduatoria tra i noti femminicidi dei quali si era parlato al convegno studentesco al quale avrà partecipato anche lui.

L'attenzione del Ministro

E' veramente quella l'unica sintesi che il giovanotto si è sentito di fare? Che peccato: ha ragione Poletto ed è giusto quindi che, come abbiamo letto anche noi, si sia mosso lo stesso Ministro Giuseppe Valditara.

Il Ministro Giuseppe Valditara

La famiglia del nostro sondaggista di belle speranze, frattanto, avrebbe assunto un legale, consapevole che il gesto del figlio potrebbe avere risvolti ben più gravi dell'improvvida iniziativa per la quale quello si è scusato con una lettera alla stampa.

Ed allora noi torniamo ancora alle considerazioni raccolte ieri da Riccardo Poletto:

"Non capisco questo bisogno di protagonismo con il quale si pretenderebbe di distinguersi e che invece finisce per omologarti al peggio. La cosa mi ha sconvolto - diceva Poletto - per quanto sembrerebbe inverosimile: in questo fatto vedo cattiveria, il gusto per un anticonformismo che invece conforma i giovani nella peggiore delle declinazioni, soprattutto i maschi, che così perpetuano il loro sbagliato rapporto con l'altro sesso".

Alla televisione locale l'Avvocato Aldo Benato, esperto in ciberbullismo, reati informatici oltre a svolgere esso stesso attività formativa nelle scuole, si mostrava preoccupato ed avvertiva che, purtroppo, la corale denuncia civile che sta montando, potrebbe trasformarsi in denigrazione, odio e pericolo per il ragazzo.

L'Avvocato Aldo Benato

Per come la matassa si sta dipanando, a posteriori la considerzione più bonaria potrebbe essere proprio la solita: "Andava bene  scuola, non frequentava cattive compagnie, era un ragazzo di buona famiglia".

Il ragazzo avrebbe detto che a spingerlo alle scuse sarebbe stata proprio la reazione notata in famiglia alla notizia del gesto del quale non sapevano ancora essere lui l'autore e, di lì, la necessità di spiegare e scusarsi per qualcosa che non era nelle sue intenzioni provocare.

Il peso delle parole

Da parte sua il legale ha tentato di dare la spiegazione sociologica dei fatti e del comportamento dei giovani di oggi, non avvezzi a misurare il peso e la portata delle parole.

Chissa quante altre volte chi ci legge si sarà imbattuto in giustificazioni e difese di rito del tipo:

"Mi rendo conto della gravità delle mie parole, soprattutto nei confronti delle tre vittime, di tutte le vittime di femminicidio e di coloro che hanno perso una figlia, una madre, una familiare o un'amica in un modo così atroce. Non so immaginare il loro dolore lancinante come se un pezzo di cuore fosse stato loro strappato all'improvviso, lasciando un vuoto che neppure il tempo potrà mai colmare".

"Mi ci sono voluti pochi secondi per capire la gravità delle mie parole, quando ho visto nel viso dei miei gentitori lo sconcerto per quello che proprio io avevo scritto. Sono mortificato perciò che ho scritto e ritengo di dover porgere le mie scuse. Mi dispiace".

O, come dice l'Avvocato trovandosi ora di fronte ad un giovane che avrebbe capito i suoi sbagli:

"Io sono favorevole a valorizzare gli errori come opportunità. Uno dei punti fondamentali che
tratto negli incontri con i genitori è il riconoscimento della possibilità per i ragazzi di commettere errori. Quello che è importante è come reagiamo ai nostri errori".

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