Pronto il disegno di legge

La biotecnologia scende "in campo": le tecniche di evoluzione assistita per piante più resilienti

Le "Tea" sono tecniche di miglioramento genetico che permettono di ottenere piante adattabili garantendo un migliore rendimento produttivo

La biotecnologia scende "in campo": le tecniche di evoluzione assistita per piante più resilienti
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Anna Trettenero, presidente di Confagricoltura Vicenza: "Un passo fondamentale in agricoltura: senza ricerca non si va da nessuna parte"

La biotecnologia scende "in campo": le tecniche di evoluzione assistita per piante più resilienti

La siccità è uno dei temi caldi nell'agenda politica e delle associazioni di categorie. L'attenzione sull'argomento è alta e non mancano le ordinanze che mirano a tenere sotto controllo un problema che rischia di esplodere nelle prossime settimane quando si avvicinerà la stagione irrigua. Alcuni agricoltori però hanno fronteggiato l'emergenza vissuta sulla loro pelle anche l'anno scorso, cambiando destinazione d'uso dei campi e diversificando le coltivazioni per non rischiare di perdere il raccolto. Adesso una novità che promette di cambiare le cose.

“Un nostro cavallo di battaglia trova finalmente luce nel dibattito parlamentare. Le tecniche di evoluzione assistita sono un passo fondamentale in agricoltura: senza ricerca non si va da nessuna parte”.

Anna Trettenero, presidente di Confagricoltura Vicenza, plaude al lavoro della IX Commissione del Senato, che ha iniziato l’esame del disegno di legge proposto dal senatore Luca De Carlo per consentire la sperimentazione in campo delle Tea, le tecniche di evoluzione assistita. Si tratta di tecniche di miglioramento genetico che permettono di ottenere piante resilienti ai cambiamenti climatici e resistenti agli insetti e ai patogeni, garantendo un migliore rendimento produttivo.

Dal laboratorio alla sperimentazione in campo

"Finalmente si esce dal laboratorio e si va a sperimentare in campo, passaggio indispensabile perché queste tecniche possano poi essere utilizzate dagli imprenditori agricoli - sottolinea Anna Trettenero -. Questo tema è stato affrontato da Confagricoltura Vicenza nel convegno della settimana scorsa, in cui abbiamo incontrato Federico Zerboni, presidente di Maizall, che riunisce le associazioni di mais di Stati Uniti, Brasile e Argentina. Le biotecnologie, già applicate in gran parte delle regioni del mondo, hanno portato a un miglioramento delle produzioni e della sostenibilità e vanno assolutamente introdotte anche nella nostra agricoltura.

Solo il miglioramento genetico può permetterci di affrontare le sfide odierne con piante più resistenti alla siccità e ai cambiamenti climatici, garantendo le richieste alimentari di una popolazione di 8 miliardi, di cui il 60 per cento in Asia e quasi il 20 in Africa. Si tratta di tecniche, del resto, che sono solo l’ultimo tassello di un miglioramento genetico iniziato alcuni millenni fa, se pensiamo che ortaggi comuni come le carote, i broccoli e le rape sono il risultato di un miglioramento effettuato nel tempo”.

Nessuna modificazione genetica con altre specie

Le Tea, ci tengono a  sottolineare gli addetti ai lavori, sono biotecnologie che non prevedono apporti di altre specie, ma passaggi migliorativi all’interno della stessa specie. Come ha spiegato il senatore De Carlo in commissione, si potrà ad esempio utilizzare geni di viti selvatiche, più resistenti alla siccità e al maltempo, per migliorare la resistenza delle viti di uva da tavolo o da vino. Niente di diverso da quello che si è fatto per secoli: solo con strumentazioni e metodi di ricerca innovativi e all’avanguardia.

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