Vicenza è alle prese con la inaugurazione del Parco della Pace, evento nel quale, particolarmente significativo, è stato un momento dedicato al Patto di Fratellanza con Betlemme.
Oggi e domani, 25 e 26 settembre 2025, momenti di dialogo interreligioso si alterneranno a cerimonie simboliche per il rafforzamento della collaborazione istituzionale tra le due Amministrazioni, presente anche il sindaco di Betlemme, Maher Canawati.
L’evento proseguirà poi nelle giornate di sabato 27 e domenica 28 settembre 2025.

Proprio Canawati, sollecitato sul delicato tema delle pace nella sua martoriata regione ha dichiarato:
“Non siamo contro Israele, vogliamo solo vivere in pace in una soluzione che preveda la convivenza di due stati legittimi. Non si può parlare della Palestina senza prima parlare di ciò che sta accadendo a Gaza in questo momento, dove si muore di bombe, di fame e di mancanza di cure. Qualsiasi stima venga fatta sulle vittime di questo genocidio è al ribasso e, quando la guerra sarà finita scopriremo che i morti sono molti di più di quello che ci immaginiamo”.
Dalla Palestina, purtroppo, i media rimbalzano solo immagini di morte e distruzione al punto che la gente prova sempre meno empatia per una situazione nella quale nessuna delle parti ha interesse a far sapere esattamente la verità.
Così, le mezze verità stancano e perciò non è infrequente raccogliere commenti distaccati da parte di chi ritiene che quella guerra non lo tocchi e che al suo equilibrio il Medio Oriente debba arrivarci da solo.
Certo, c’è anche e proprio in questi giorni, non a Vicenza per fortuna, chi protesta veementemente avendo aggiunto al disagio che in tutti provocano queste tematiche, una deriva squisitamente politica, violenta e male indirizzata che aggiunge disagio nazionale a quello internazionale.
Chi poi, da salvatore della patria, è in rotta verso Gaza, sembra non rendersi conto che potrebbe costituire un ennesimo “casus belli”, quasi che di questi tempi ce ne sia bisogno.
Ma torniamo al forte monito del Sindaco di Betlemme
Chi meglio di lui può spendere una parola? Betlemme, infatti, è separata da un muro con centinaia di passaggi controllati per passare da e per Gerusalemme ed è da lì che il Premier Benjamin Netanyahu ha da poco annunciato di voler annettere tuttala Cisgiordania.
Richiestone, Canawati ha ricordato come l’annessione della Cisgiordania sia una questione che si trascina sin dall’insediamento di Israele nel 1948 e che oggi sarebbero 180 mila i coloni israeliani nel territorio di Betlemme la quale ha una estensione di soli 7,3 kmq.
L’annessione quindi sarebbe progressiva, minando così ogni possibilità di convivenza tra i due territori.
Anche Betlemme, ha raccontato Canawati, soffre di questa situazione considerato che la sua economia è basata su un turismo che ora fermato dalla guerra.
Non è più consentito ai lavoratori spostarsi attraverso i vari ponti di controllo da Betlemme a Gerusalemme e la disoccupazione sarebbe salita al 60% mentre il debito di Israele nei confronti dei lavoratori palestinesi ammonterebbe a 3,5 miliardi di dollari.
Insomma, anche se non è Gaza, non sarebbe più possibile mettere insieme il pranzo con la cena mentre viene fermato chiunque tenti di portare qualche aiuto.
Il Sindaco di Betlemme riferisce ancora di suoi colleghi sindaci incarcerati senza motivo: una sorta di “detenzione preventiva” per sospetti atti di terrorismo o favoreggiamento al terrorismo, in spregio, ha detto Canawati, a qualsiasi legge.
Insomma, nelle sue considerazioni l’amministratore di quel luogo romantico che a molti noi rievoca uno dei momenti più importanti tra quelli fondanti la propria fede, non vede alcuna strada per una futura convivenza tra lo Stato di Israele ed il tanto invocato Stato di Palestina.
Quanto alle mezze verità
La guerra che stanno subendo – dice Canawati – viene definita come una guerra tra ebrei e arabi di una Palestina antisemita, ma ciò sarebbe falso poiché non sarebbe la religione il motivo del contendere: non ci sarebbe alcuna opposizione allo Stato di Israele in quanto Stato ebraico.
Quindi, il Sindaco di Betlemme ricorda come anche in Israele sarebbero sempre di più ad opporsi alle politiche di distruzione attuate dal loro Governo, e rinnova l’invito a far pressione, ciascuno sul suo Governo, per la causa palestinese e per la pace.
Poi Canawati ringrazia per i grandi scioperi italiani dei giorni scorsi in favore della causa palestinese che vanno ad aggiungersi alla testimonianza che lui stesso sta portando anche a Vicenza.
Riconoscimento, pane, solidarietà, cure mediche, scuola e pace che è venuto a reclamare a gran voce per i suoi territori e la sua Betlemme che ha definito “una Città sicura, ma che sta morendo di fame”.
Il Parco delle Pace
Questa mattina alle 6:30, nell’Hangar 1 del Parco della Pace, si è tenuto l’incontro interreligioso “Passi di pace”: momento di confronto tra diverse tradizioni religiose, arricchito da messaggi di pace e suggestioni musicali.
Dopo i saluti del sindaco Giacomo Possamai era prevista una passeggiata all’alba, seguita da una preghiera interreligiosa. Il programma prevede inoltre la piantumazione di una quercia e l’apposizione di una targa a ricordo dell’incontro, con la chiusura affidata a un altro brano musicale.
Alle 11, a Palazzo Trissino, nella Sala degli Stucchi, si rinnova il Patto di Fratellanza tra Vicenza e Betlemme con interventi del consigliere delegato ai gemellaggi Elia Pizzolato, del sindaco di Betlemme Maher Canawati, del vescovo di Vicenza Giuliano Brugnotto e del sindaco di Vicenza Giacomo Possamai.
Un videomessaggio del Patriarca di Gerusalemme, cardinale Pierbattista Pizzaballa, completerà la riflessione.

Domani, venerdì 26 settembre 2025, alle 18, nella Tenda Cirkus allestita per l’inaugurazione dell’area verde del Parco della Pace: “Betlemme si racconta” ovvero un dialogo tra il sindaco di Betlemme Canawati e la cittadinanza.
In chiusura è prevista la firma di un memorandum tra le Case della Pace di Vicenza e Betlemme, consolidando così il dialogo e la collaborazione tra le due realtà.
La cerimonia all’alba del 25 settembre 2025
Suggestivo il prologo dell’inaugurazione del Parco della Pace: all’Hangar 1 si sono dati appuntamento alle 6:30 il sindaco di Vicenza Giacomo Possamai e i rappresentanti delle religioni presenti nel territorio per l’incontro interreligioso “Passi di Pace”, a cui ha preso parte anche il sindaco di Betlemme, Maher Nicola Canawati.

“Questo non è un parco come tutti gli altri – ha detto il sindaco Giacomo Possamai, introdotto dall’assessore Giovanni Selmo che ha organizzato l’incontro – non è solo una meravigliosa area verde di 63 ettari, perché già dal suo nome racconta una storia. Racconta di una mobilitazione e di un impegno per la Pace. Dare un senso a quel nome è uno dei compiti che abbiamo ora, consegnando il parco alla città. Cominciare a farlo insieme ai rappresentanti delle religioni presenti nel nostro territorio è il modo migliore per “liberare” quel messaggio”.
Sono intervenuti anche il vescovo di Vicenza Giuliano Brugnotto che, citando le parole del Profeta “trasformeranno le spade in vomeri”, ha ricordato come «questo che è stato un luogo dell’esercito oggi è trasformato in un parco di Pace».

Toccante l’intervento del sindaco di Betlemme, a Vicenza per rinnovare il Patto di Fratellanza tra le due città:
“Qui vedo un mosaico molto bello – ha detto – fatto di persone di religioni diverse, ma tutte unite sotto questo stesso tetto, unite per la Pace. Tutti sapete cosa accade a Gaza, dove si sta andando oltre un Genocidio che deve fermarsi subito, adesso, oggi. Vi chiedo di pregare insieme a me per questo”.
Il gruppo si è quindi spostato al centro del parco, dove sono stati letti brani, preghiere e riflessioni proposti dai rappresentanti (vds foto qui sopra) del gruppo delle chiese cristiane, della moschea A.P.S. Janna di via dei Mille, della comunità religiosa islamica italiana, del centro culturale islamico di via Vecchia Ferriera, della comunità islamica dei Bosniaci, dalla comunità Bahà’, della chiesa ortodossa romena, della chiesa evangelica metodista di Vicenza, dei devoti di Hare Krishna, della comunità senegalese e della comunità Ebraica di Verona e Vicenza che non era presente, ma ha fatto pervenire un suo testo.

Gli interventi sono stati accompagnati dagli intermezzi musicali eseguiti da Luigi Marasca, al clarinetto, Remo Peronato, all’oboe, e Michele Sguotti, alla viola.

Al termine è stata messa a dimora una quercia e posata una targa a ricordo dell’incontro.