Situazione preoccupante

Emergenza fiumi in Veneto, il dossier Legambiente: le acque sono piene di diserbanti

Nello specifico la sostanza che sembra destare maggiore preoccupazione è il glifosato, un erbicida inserito nella categoria dei probabili cancerogeni...

Emergenza fiumi in Veneto, il dossier Legambiente: le acque sono piene di diserbanti
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Prima la siccità, i corsi d'acqua ridotti a pozze scarne e tristi. Poi la scoperta (che poi non è nemmeno tanto una scoperta): le acque, poche, sono sempre più inquinate.

Emergenza fiumi in Veneto, il dossier Legambiente: le acque sono piene di diserbanti

C'è poco da stare sereni in Veneto, secondo Legambiente. Sì, perché nonostante le piogge di questi mesi la situazione dei fiumi è ancora decisamente preoccupante. Anzi forse ora, con un po' di distacco, è possibile osservare i fenomeni dalla giusta prospettiva. E il nuovo dossier dell'Associazione ci ricorda un aspetto importante: l'emergenza non è affatto finita. Il 2022, come ormai sappiamo, è stato l'anno più caldo. E la portata dei fiumi è diminuita.

Di molto. Siamo praticamente ai minimi storici. In questo scenario alcuni fattori rendono la situazione drammatica, per non dire tragica: una cattiva depurazione, la presenza di sostanze tossiche come i Pfas, in aggiunta alla siccità, creano un quadro davvero emergenziale per gli ecosistemi. Le minacce sono anche dirette all'uomo. I fiumi sono malati, insomma, e a dirlo è la campagna condotta da Legambiente insieme ad Arpav, che traccia le condizioni di salute dei riumi del veneto, "Operazione fiumi". Sotto la lente, nello specifico, undici corsi d'acqua tra i quali l'Adige, il Bacchiglione, il Brenta, e poi Livenza, Piave, Po, Sile e altri secondari come Fratta Gorzone, Piovego, Retrone, Dese e pure Canale Brentella.

Ma cosa dice questo importante dossier? La risposta è tanto facile quanto allarmante. I volontari impiegati nella campagna hanno raccolto ben 150 campioni di materia fluviale, come racconta il Corriere, poi analizzati in laboratorio per verificare i livelli dei batteri presenti, ma anche per controllare il livello di inquinamento delle acque. Ed è qui, purtroppo che risulta con forza l'evidenza del glifosato, un erbicida, forse il più usato al mondo nell'agricoltura, che ormai è presente in modo massiccio anche nei fiumi veneti. Senza dimenticare le altre sostanze tossiche...

Insomma, come già detto in apertura di servizio, c'è poco da stare tranquilli. L'acqua è sempre meno nei fiumi, a causa dei fenomeni naturali che riducono le precipitazioni. E quella che scorre è sempre più inquinata. Nella lista nera dei fiumi spiccano il Retrone, il Bacchiglione e il canale Piovego. Occorre tenere i riflettori accesi sui rischi connessi alla diffusione, in particolare, del glifosato. Ricordiamo che secondo gli esperti si tratta di una sostanza chimica che potrebbe essere cancerogena.

Cos'è il glifosato? Fonte Airc

Il glifosato è un erbicida introdotto in agricoltura negli anni Settanta del secolo scorso dalla multinazionale Monsanto con il nome commerciale di Roundup. Ha avuto una grande diffusione perché alcune coltivazioni geneticamente modificate sono in grado di resistergli: distribuendo il glifosato sui campi si elimina ogni erbaccia o pianta tranne quella resistente che si desidera coltivare.

Si aumenta così la resa per ettaro e si riduce l'impegno per l'agricoltore. Per la sua bassa tossicità rispetto agli erbicidi usati all'epoca è stato da subito molto usato anche in ambienti urbani per mantenere strade e ferrovie libere da erbacce infestanti. È attualmente l'erbicida più usato al mondo anche per la caratteristica di rimanere negli strati superficiali del terreno e di essere degradato e distrutto con relativa facilità dai batteri del suolo. Il brevetto della Monsanto è scaduto nel 2001 e da allora il glifosato è prodotto da un gran numero di aziende.

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