A tre anni di distanza

Da Bassano a Venezia: le foto del popolo degli ucraini che ha invaso pacificamente le nostre piazze (e le loro ragioni)

I fuoriusciti vogliono tenere desta la coscienza contro vecchi e nuovi imperialismi

Da Bassano a Venezia: le foto del popolo degli ucraini che ha invaso pacificamente le nostre piazze (e le loro ragioni)
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Il 24 febbraio 2024 le Forze Armate della Federazione Russa invadevano il territorio ucraino, portando al suo peggiore stato l'annoso conflitto russo-ucraino.

Le ragioni dell'operazione speciale

L'invasione è stata preceduta da un progressivo ammassamento di truppe in chiave deterrente, nei confronti della Nato che pareva poter accogliere la richiesta di adesione dell’Ucraina. La cosa non stava bene alla Federazione Russa e per minare ulteriormente l'unità ucraina, prima dell'invasione Vladimir Putin ha riconosciuto l'indipendenza di due Stati autoproclamatisi nella regione del Donbass, all'interno dei confini dell'Ucraina: la Repubblica Popolare di Doneck e la Repubblica Popolare di Lugansk, dove poi ha inviato le proprie forze armate a presidiarne il territorio.

L’operazione, dal canto suo, era stata annunciata a più riprese e basa le sue ragioni su un lungo conflitto diplomatico e militare del quale, probabilmente, l'Europa ha sottostimato gli esiti sin dal 2014. E' proprio dal 23 febbraio di quell’anno, infatti, con il governo dell'Ucraina passato in mani filoccidentali,  che si parla del suo avvicinamento ai Paesi UE ed alla NATO.

La Russia che confini naturali ne ha pochi a sud e ovest, mal digerì queste svolte e tentò di occupare la Crimea, prima e poi favorì la secessione armata della regione del Donbass dando il via ad altri scontri tra i filorussi e i filoucraini.

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L’Europa, anche secondo la nostra ospite di oggi, reduce dalle manifestazioni svoltesi a Venezia ieri 23 febbraio 2025, non avrebbe mai dato la giusta importanza a questi accadimenti:

Tanti aborriscono l’invio di armi all’Ucraina da parte dei governi europei; questi però sanno di aver perso il treno della diplomazia nel 2014 ed oggi vedono loro stessi che non c'è altro da fare".

Chi ci sta movendo questi appunti è  Alla Muliavka, Vice presidente di Obering, una associazione con sede a Mestre (VE), indipendente, non governativa per la tutela dei diritti dei cittadini ucraini, che vivono in Italia:

“L’Organizzazione si è costituita su principi d’onestà, democrazia, eguaglianza, collaborazione e trasparenza, sotto la spinta di cittadini ucraini che vivono legalmente Italia. E’ partendo da questi principi che chiediamo oggi il vostro appoggio ed a tre anni dall’aggressione della Russia, siamo in piazza a manifestare la nostra contrarietà” insiste Muliavka.

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Le ragioni sostenute dalla Comunità ucraina sono appoggiate innanzitutto dalla Chiesa Greco Cattolica, ma anche da migliaia di profughi che da qualche anno sono costretti a lasciare il Paese riparando anche in Italia da dove provano a sostenere l’impari sfida.

Qual’è lo scopo delle diffuse manifestazioni di questi giorni?

“Muovere le coscienze, consapevoli che Vladimir Putin, se saremo uniti, non è invincibile come si pensa. Far prevalere il diritto internazionale e le regole del vivere democratico. Dobbiamo sconfiggere una volta per tutte l’imperialismo russo”.

Già, un imperialismo cui oggi se ne contrappone uno uguale e contrario. Non crede che a ciò avrebbe contribuito una maggior consapevolezza delle forze in campo anche da parte del vostro presidente?

“Ripeto che la strada della diplomazia è stata persa in partenza ed oggi, come tre anni fa, sono solo le armi che potrebbero fermare l’aggressione: con Iran e Cina che appoggiano la Russia, non vediamo altre strade”.

Imperialismi contro?

Mi scusi, ma se il presidente Mattarella avesse preso decisioni tali da portare a far sparire generazioni intere dei nostri figli, non credo che io sarei ancora solidale con lui.

“Neanche noi avremmo voluto questo. Ma così stanno le cose oggi. Se Putin annunciasse un'operazione militare speciale contro la Nato, cosa fareste voi? Sembra uno scenario irreale oggi, come tre anni fa una guerra nel centro dell’Europa, con attacchi missilistici su Kiev, sarebbe sembrata impossibile. Se la Russia avrà la possibilità, continuerà ad espandere il suo dominio non solo sul territorio dell’Ucraina, ma anche in Europa e nel resto del mondo”.

Manifestazione pro Ucraina a Venezia

Alla vicepresidente dell'associazione, fa eco un'altra donna ucraina che vive e lavora a Bassano del Grappa.

Nadja Babushka Syvous, infatti, conferma:

"Noi siamo riparati in Europa prima che le cose diventassero così complicate ed oggi siamo un'ancora di salvezza per tanti connazionali. Sono qui a Bassano del Grappa da 20 anni".

Quindi si viveva male anche prima della guerra, quanti siete?:

"Migliaia. Solo qui a Bassano del Grappa sono un centinaio le famiglie riparate ed ospitate da parenti o conoscenti. Noi siamo partiti nel 1999 quando i rapporti con la Russia non davano a sperare niente di buono ed eravamo appena usciti dal disastro di Cernobyl di cui nessuno parlava. Come avremmo potuto trovare le risorse per migliorare le nostre condizioni se non sacrificandoci e riparando all'estero?"

"Ci siamo sacrificati - conclude la nostra ospite - per dare un futuro migliore ai nostri figli ed aiutare i nostri genitori in Patria. Non siamo dei guerrafondai anche se a lei oggi può sembrare che la nostra richiesta di appoggio militare non sia la strada più adatta per arrivare alla pace".

Non lo credo no, dato che da baby boomer, anche chi scrive è figlio di due guerre mondiali dopo le quali credeva di aver contribuito a costruire un apparato diplomatico tale da scamparci da altre barbarie e che oggi, invece, pur strapagato per fare il contrario, sembra chiamare tutti a raccolta con la stessa spavalderia che dichiara osteggiare ma che di nuovo ci vorrebbe così:"Pugnal tra i denti, e bombe a mano".

Commenti
CITTADINO

Con il voltafaccia di Trump ai danni dell'Ucraina e dell'Europa a favore della Federazione Russa, si aggrava la posizione militare e politica dell'Ucraina, ma anche quella della UE e della tenuta della NATO.

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