A Vicenza

Alle basi americane di Vicenza arrivano batterie di missili a corto raggio: scoppia la polemica

Puggioni (CGIL): "Non sapere cosa c'è esattamente all'interno delle basi militari a Vicenza è un tema estremamente serio". Benigno (FdI): "Non deve preoccupare i cittadini. Serve solo a mitigare i rischi ed evitare l'escalation"

Alle basi americane di Vicenza arrivano batterie di missili a corto raggio: scoppia la polemica
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A Vicenza, l'arrivo di una nuova batteria di missili a corto raggio nelle basi americane fa salire le preoccupazioni dei cittadini. Preoccupata per i venti di guerra in Europa in particolare la CGIL, che chiede più trasparenza (in copertina: la Caserma Del Din - immagine di repertorio).

Nuovi armamenti nelle basi americane

Una notizia arrivata "all'ultimo" tramite le agenzie di stampa nazionale, quella dell'arrivo di una nuova batteria di missili V-Shorad (Very Short Range air defense) alle basi americane di Vicenza.

In sostanza nelle due basi americane in provincia di Vicenza sono stati parcheggiati missili che servono soprattutto come difesa antiaerea dall'attacco di droni. Parcheggiati, nel senso che in Veneto non servirebbero evidentemente a nulla: sarebbero semplicemente in transito verso zone di guerra.

L'Ucraina in primis.

Stando a quanto riportato, si tratta di una decisione delle forze americane risalente allo scorso ottobre 2023, a cui il Governo Italiano aveva dato l'approvazione. Tuttavia, ciò non è stato visto di buon occhio dai vicentini, preoccupati sempre più per i venti di guerra nel cuore dell'Europa.

Si chiede più trasparenza

A fare eco alla polemica è la CGIL di Vicenza, già parte di "No Dal Molin", il movimento antimilitarista che dal 2006 porta avanti la critica contro la presenza di basi americane.

"Pensiamo che la nostra città meriti maggiore rispetto - spiega in un'intervista al TGR Giancarlo Puggioni, Segretario provinciale della CGIL - Oggi non sapere cosa c’è esattamente all’interno delle basi militari a Vicenza, io penso sia un tema estremamente serio".

Giancarlo Puggioni

Una richiesta di maggiore trasparenza, quella della CGIL Vicenza, che segue i timori della popolazione in merito a quello che sta succedendo in Europa, per via della guerra in Ucraina.

"I nostri timori rispetto ad una prospettiva di escalation della guerra in Europa che allontana qualsiasi prospettiva di pace trova dunque conferma nella scelta di procedere con il riarmo delle basi militari americane", scrive la CGIL in un recente comunicato stampa. "La ripresa della rincorsa al riarmo ed alla guerra quali strumenti per definire i rapporti di forza internazionali ci fanno piombare drammaticamente in una realtà semplicemente folle. Siamo di fatto in guerra, il governo ha già deciso dì aumentare le spese militari, di asservire acriticamente gli Stati Uniti d'America,  di sposare la scelta bellicista per di più sul nostro territorio vicentino".

"Continuare a fornire armi significa alimentare la guerra e le guerre", continua il sindacato. "Basta con il riarmo, si dispieghino le diplomazie e tacciano le armi! È questo ciò che chiediamo: abbiamo manifestato in tante occasioni la nostra contrarietà al riarmo ed alle guerre, e continueremo a farlo insieme a quanti credono e lottano per la Pace".

Era già avvenuto in passato

A tranquillizzare la popolazione è stato il Sindaco di Vicenza, Giacomo Possamai, il quale ha spiegato che si tratta di una procedura normale, parte di un movimento di depositi verso i teatri di guerra.

"Quello che abbiamo potuto ricostruire è che si tratta di cose già avvenute molte volte in passato, e cioè di depositi di armi che verranno portati in teatri di guerra. Ed è chiaro che la preoccupazione non è tanto per Vicenza, ma sicuramente è un ulteriore segnale di quanto forti siano in questo momento i venti di guerra, e di quanto all’interno del cuore della nostra Europa la situazione sia critica", spiega Possamai in un'intervista al TGR.

A questo, è seguito anche il commento da parte dalla rappresentanza di Fratelli d'Italia nel capoluogo berico:

Alessandro Benigno

"Ogni azione intrapresa nella logica di deterrenza da tutti i paesi che operano nel solco della NATO non deve preoccupare i cittadini. Serve solo per mitigare eventuali rischi, ed evitare l’escalation", spiega Alessandro Benigno, Presidente FdI Vicenza, nell'intervista al TGR.

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