L’ufficio stampa del Comando Generale dei Carabinieri, ha reso noto ieri pomeriggio, 14 novembre 2025, il bilancio dei controlli effettuati nell’ambito dell’Operazione di contrasto al bracconaggio denominata “Pettirosso 2025” e condotta sull’intero territorio nazionale dal Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari Carabinieri (in copertina, Carabinieri Forestali).
Le forze in campo
A coordinare l’operazione è stato il Reparto Operativo – “Soarda” del Raggruppamento Carabinieri Cites, a conferma dell’impegno costante dell’Arma nella tutela della fauna selvatica e nel contrasto al bracconaggio dei piccoli uccelli migratori.
Le attività sono state condotte dai Gruppi Carabinieri Forestali di Brescia, Bergamo, Mantova, Padova, Venezia, Verona e Vicenza, con l’apporto di unità cinofile ed il concorso dei reparti territoriali dell’Arma, che hanno proceduto al ritiro cautelare di numerose armi e delle Licenze di caccia.
All’operazione hanno collaborato anche volontari del CASB, LIPU, Legambiente e WWF.
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Controllo di campagna
Sequestro di armi
Controlli ai cacciatori
I risultati ottenuti
L’attività si svolge tradizionalmente nel periodo autunnale lungo le principali rotte migratorie delle Prealpi lombardo-venete, e quest’anno ha fatto registrare:
- 135 persone denunciate;
- sequestro di:
– 2.467 uccelli (tra vivi e morti),
– 1.110 dispositivi illegali di caccia, come trappole, reti e richiami acustici vietati,
– 135 armi da fuoco,
– 13.330 munizioni,
– 20 Kit di contraffazione di anelli identificativi,
– 73 confezioni di farmaci dopanti.

Liberazione di volatili
Grazie all’intervento dei militari sono stati salvati 930 uccelli: quelli in buone condizioni di salute, sono stati immediatamente liberati mentre quelli feriti o debilitati sono stati affidati ai Centri di Recupero Animali Selvatici “l’Oasi WWF Valpredina” e “Il Pettirosso”.
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Cura di volatili
Liberazione uccelli
Sequestro "richiami vivi"
Altri aspetti dell’operazione
Oltre 1.500 esemplari abbattuti illegalmente erano destinati al consumo o al commercio illecito nel circuito della ristorazione.
La maggioranza degli esemplari vivi di avifauna sequestrati, era priva o con anelli identificativi manomessi, ad indicare il fiorente mercato di “richiami vivi”.
Sono stati sequestrati richiami acustici a funzionamento elettromagnetico, reti da uccellaggione e, nei casi peggiori, archetti e trappole metalliche in grado di infliggere gravi sofferenze all’avifauna, lasciata viva e agonizzante per ore.
Preoccupante – dicono infine i Carabinieri nel loro comunicato – il rinvenimento di farmaci dopanti somministrati agli uccelli per alterarne artificialmente il canto e renderli più performanti. L’utilizzo di tali farmaci, per i danni che essi possono comportare alla salute degli uccelli, configura un vero e proprio maltrattamento animale.