Con i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il Comune di Vicenza ha realizzato tre nuovi asili nido, il cui servizio sarà avviato dal prossimo anno scolastico con l’offerta di 134 nuovi posti ed un ampliamento del servizio anche di in termini di apertura, così da favorire soprattutto le famiglie dei lavoratoti.
A tal fine, l’Assessore all’Istruzione, Giovanni Selmo, aveva anticipato le intenzioni dell’Amministrazione a riorganizzare il servizio anche facendo ricorso ad Enti del Terzo Settore i quali, in sinergia con le maestranze comunali avrebbero consento l’avvio delle tre nuove scuola.
Apriti cielo, i Sindacati si sono subito stracciati le vesti gradando alla “privatizzazione” del servizio di che trattasi.
Cosa si vorrebbe fare
I sindacati contestano la nuova gestione degli asili nido comunali, che ne prevede il parziale affidamento a cooperative. Non si tratterebbe, insomma, di sgravarsi di costi del personale ma di una riorganizzazione che migliora il servizio con l’inserimento delle figure professionali necessarie all’espletamento del delicato servizio che rimarrebbe sotto la supervisione dell’Amministrazione.
Le Coop
Il Comune, dicono i sindacati, sta andando verso la privatizzazione di servizi essenziali e sono entrati in stato di agitazione, rifiutando sino ad oggi ogni tipo di conciliazione.
I sindacati, in sostanza, temono sia solo una mossa per ridurre la spesa pubblica, non già un miglioramento organizzativo e gestionale per i servizi per l’infanzia.
L’Assessore all’Istruzione
Il punto sulla situazione lo ha fatto proprio ieri, 18 dicembre 2025, l’Assessore all’Istruzione Giovanni Selmo che, con l’Assessore al personale Matteo Tosetto, ha fatto stigmatizzato i principi che hanno guidato la riorganizzazione del servizio degli asili nido comunali.
“Prendiamo atto con dispiacere della posizione dei sindacati di chiusura a qualsiasi tipo di conciliazione e dialogo” ha detto Giovanni Selmo.
“Grazie alle tre nuove strutture realizzate con i fondi Pnrr, a settembre dell’anno prossimo saranno attivati 134 nuovi posti nido: una novità che rappresenta una buona notizia per famiglie ed educatori, ma che purtroppo viene strumentalizzata. Confermiamo con fermezza che non si parla di privatizzazione ma di una modalità di gestione che rimarrà pubblica e che vedrà la collaborazione tra dipendenti comunali e del terzo settore, in continuità con quanto già avviene nei nidi comunali”.
L’Assessore ha inoltre spiegato quali saranno le migliorie che il nuovo modello organizzativo porterà nei confronti delle famiglie e dei lavoratori:
“Oltre ad aumentare i posti, dagli attuali 460 a quasi 600, ampliamo l’orario di apertura di tutti i 10 nidi in città, arrivando fino alle 17.30. Per ciascun nido è prevista la presenza di un coordinatore pedagogico aggiuntivo, figura essenziale per il dialogo con le famiglie e per la supervisione della qualità del servizio educativo. Inoltre, per ogni plesso sarà disponibile il distaccamento di un’educatrice per circa tre ore al giorno, con funzioni di supporto alla gestione burocratico-amministrativa e alle esigenze operative quotidiane, in risposta a richieste avanzate da tempo dal personale e dalle organizzazioni sindacali. Garantiremo anche la presenza del personale sufficiente per coprire le sostituzioni di malattie e permessi, anche questo un tema già al centro delle richieste dei sindacati”.
Gli Assessori alla conferenza di chiarimento
L’Assessore al Personale
Il collega, preposto al Personale, Matteo Tosetto, dal canto suo ha ripreso il percorso di confronto intrapreso con i sindacati e la posizione dell’Amministrazione:
“Ci siamo seduti davanti al Prefetto con rsu e sindacati, abbiamo ascoltato e accettato un confronto, ma la proposta avanzata prevede maggiori costi per il personale e andrebbe così ad ingessare completamente le assunzioni che il Comune potrebbe fare nel 2026 per tutti gli altri servizi”.