Martedì 16 dicembre 2025, a Palazzo Trissino è stato presentato l’accordo tra il Comune di Vicenza, il Lions Club Vicenza Palladio e l’Associazione “Donna chiama donna” per il supporto all’accoglienza di donne che hanno subito violenza, anche con figli, nell’ambito dei percorsi di uscita dalle situazioni di maltrattamento e di costruzione dell’autonomia personale.
L’emergenza abitativa sfugge alle violenze
Il progetto prevede l’utilizzo di tre alloggi protetti, messi a disposizione dal Comune grazie a un accordo di programma con Ater e Regione del Veneto, destinati all’accoglienza temporanea di donne che, conclusa la fase di emergenza, necessitano di supporto abitativo e di accompagnamento sociale per rafforzare la propria autonomia.
Un quarto alloggio resterà riservato a emergenze sociali complesse.
IL protocollo è stato firmato da Matteo Tosetto, Assessore alle politiche sociali del Comune di Vicenza, Francesco Paolo Russo, presidente pro tempore del Lions Club Vicenza Palladio, e Maria Zatti, presidente dell’Associazione “Donna chiama donna” (da sinistra nella foto di copertina).
L’Assessore Matteo Tosetto
“È un impegno che abbiamo assunto come Amministrazione a garantire uno spazio abitativo per le donne che escono dal percorso di emergenza ma hanno bisogno di un ulteriore sostegno per partire con un nuovo progetto di vita. Un impegno concreto che siamo riusciti a portar avanti grazie a un finanziamento specifico del Comune di Vicenza con cui garantiamo l’affitto di quattro appartamenti Ater, grazie al Lions che ci aiuta ad arredare questi appartamenti e grazie a Donna chiama donna, gestore del nostro centro antiviolenza, che con le volontarie e professioniste in modo anonimo e gratuito dà un accompagnamento a queste donne”.
“Vicenza ha una convenzione con altri 35 comuni per la gestione del Centro antiviolenza – ha proseguito Tosetto – noi ci prendiamo carico di tutte le donne che hanno bisogno di un aiuto. Ma in questo momento abbiamo forti difficoltà a sostenere le spese, anche perché i posti nelle case rifugio non sempre sono disponibili immediatamente nell’emergenza. Per questo auspichiamo maggiori finanziamenti regionali specifici per le donne”.
I numeri
Considerando sia il Centro Antiviolenza che lo sportello di Arzignano, nel 2024, il Centro Antiviolenza ha avuto in carico 466 donne, di cui 266 nuovi ingressi.
Le donne con figli minori accolte nelle case rifugio residenti nell’ATS VEN_06-Vicenza sono state complessivamente 14. Per 8 di queste donne la spesa di 165.454,33 euro è stata sostenuta dai Comuni, con un ristoro da parte della Regione del Veneto di 64.000 euro rimborsati dalla Regione e il resto sostenuti per circa il 60 per cento dal Comune di Vicenza e per il rimanente 40 per cento dagli altri Comuni.
Rapporti consolidati
L’Associazione “Donna chiama donna” e il Lions Club Palladio, già protagonisti dal 2021 al 2023 del progetto sperimentale “La casa di Caterina”, garantiranno l’accompagnamento delle donne accolte attraverso attività di ascolto, consulenza, supporto alla genitorialità e contributi economici per sostenere le spese di accoglienza.
Il Lions Club, inoltre, provvede all’acquisto degli arredi, garantisce il supporto alle beneficiarie con accesso agli strumenti dedicati (visite mediche, consulenze, orientamento al lavoro, supporto alla genitorialità), e promuove campagne di raccolta fondi.
Francesco paolo Russo del Lions
“Il Lions Club Vicenza Palladio ha partecipato sin dalla progettazione di questo servizio con Caterina Evangelisti; adesso si tratta solo di declinare in modo attuale la visione di un progetto: oggi con l’acquisto degli arredi, in passato con la raccolta fondi e la partecipazione di vari soci con la loro competenza e professionalità”.
Negli appartamenti, l’Associazione “Donna chiama donna” garantisce l’affiancamento delle ospiti e, su richiesta, prevede eventuali supporti anche di tipo economico.
Maria Zatti di “Donna chiama donna”
“Le donne che ospiteremo sono motivate e hanno già seguito un percorso di emergenza in un centro antiviolenza; esse non sono in situazioni di pericolo pesante, hanno voglia di rimettersi in gioco e riacquisire forza per la vita propria e dei propri figli. Il periodo di permanenza è di 6 – 8 mesi, in cui la donna deve darsi da fare con il nostro aiuto ma anche con i propri strumenti, per fare un progetto di autonomia e trovare una casa attraverso il suo lavoro e le sue forze”.