Dalle prime ore del mattino di martedì 18 novembre 2025, è in corso una massiccia operazione dei Carabinieri di Vicenza su tutto il territorio nazionale contro la mafia nigeriana.
Nel dettaglio, come fa sapere il comando provinciale in una nota diffusa alle redazioni, su delega della Procura di Venezia, i militari dell’Arma di Vicenza hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 20 cittadini di nazionalità nigeriana, di età compresa tra i 25 e i 57 anni, gravemente indiziati di appartenere a un sodalizio criminale transnazionale dedito al traffico di cocaina ed eroina, con base operativa nel capoluogo berico.
Nel dettaglio, l’operazione “Marshall” riguarda anche le altre province del Veneto, ma anche quelle di Frosinone e Viterbo (Lazio).
Le forze in campo sono ingenti, col dispiegamento di 300 carabinieri provenienti da tutta la Regione, ma anche il supporto dei reggimenti Lombardia ed Emilia Romagna, delle squadre di intervento speciale dei reggimenti 7° Trentino Alto Adige, 13° Friuli Venezia Giulia e del 4° battaglione Veneto, aliquota pronto intervento del provinciale di Padova, unità cinofile antidroga e velivolo del 14° elinucleo di Belluno.
Oltre alle misure cautelare personali, sono in atto decine di perquisizioni domiciliari.
La droga dai Paesi Bassi, i corrieri e la base a Vicenza
L’attività investigativa ha consentito di accertare l’esistenza, nel territorio di Vicenza, di un’articolata organizzazione criminale (qualificabile ai sensi dell’art. 74 del D.P.R. 309/90), composta da cittadini nigeriani dediti in modo stabile e continuativo al traffico di sostanze stupefacenti.
L’organizzazione era strutturata per assicurare un costante approvvigionamento e una capillare distribuzione della droga nelle principali piazze di spaccio del capoluogo e della provincia, oltre che in altre piazze di spaccio di tutta la regione Veneto e della limitrofa Lombardia.

Il canale di rifornimento, rimasto invariato per l’intero arco temporale dell’indagine, è risultato collocato nei Paesi Bassi, mentre la gestione dei contatti e degli accordi per l’invio dello stupefacente in Italia era affidata al capo del sodalizio, compiutamente individuato nel corso dell’attività investigativa.
L’importazione della droga dai Paesi Bassi verso l’Italia avveniva attraverso corrieri ovulatori (“body packer”), i quali, previa ingestione degli ovuli contenenti lo stupefacente, raggiungevano il territorio nazionale transitando dalla Francia e attraversando la frontiera di Ventimiglia a bordo di treni passeggeri.
Lo schema operativo si ripeteva con regolarità, secondo una cadenza pressoché settimanale: ogni corriere trasportava circa 1 chilogrammo di cocaina o eroina, suddiviso in ovuli termosaldati del peso di circa 11 grammi ciascuno. Su ogni ovulo era impressa, con pennarello, una sigla identificativa dell’acquirente finale, elemento che ha permesso di tracciare la rete di distribuzione locale.

Tutti i soggetti attinti dal provvedimento cautelare risultano coinvolti, a vario titolo, nella redistribuzione dello stupefacente destinato alle piazze di spaccio cittadine.
Com’era strutturata l’organizzazione criminale
Le indagini, protrattesi per quasi due anni, hanno permesso di definire l’esistenza di un’organizzazione criminale strutturata su più livelli, con ruoli chiaramente delineati:
- un fornitore con base nei Paesi Bassi, incaricato del reperimento e dell’invio dello stupefacente;
- un promotore in Italia, responsabile della direzione e del coordinamento delle attività operative;
- una rete di corrieri ovulatori dedicata al trasporto “corporeo” della droga;
- un gruppo di distributori locali incaricato del confezionamento e dello spaccio al dettaglio.
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Momenti chiave delle indagini
Le attività tecniche e i servizi di osservazione hanno consentito di documentare numerosi episodi significativi. Tra i più rilevanti:
- nell’aprile 2025, presso la stazione ferroviaria di Padova, una 34enne è stata tratta in arresto mentre trasportava 1,1 kg di cocaina occultati nel reggiseno, suddivisi in 110 ovuli, dopo essere giunta in Italia dalla Francia;
- nel settembre 2024, un intervento in un’abitazione di Camponogara ha portato al sequestro di 46 ovuli di cocaina (circa 500 grammi), alcuni dei quali erano stati appena gettati nello scarico nel tentativo di eludere il controllo dei militari;
- nello stesso mese, alla stazione ferroviaria di Vicenza, un corriere 35enne è stato fermato mentre trasportava 20 ovuli di cocaina, di cui 2 occultati nel borsello e 18 ingeriti, successivamente espulsi in ambiente ospedaliero.
Nel corso delle indagini è stato inoltre possibile decodificare il linguaggio criptico utilizzato dagli indagati nelle comunicazioni: il termine “TOP” era riferito alla cocaina, “SPA” all’eroina, “Pantaloncino” alle dosi da 5 grammi e “Fogli di caramelle” al denaro contante.
Il sequestro di quaderni contabili manoscritti ha documentato incassi giornalieri e movimentazioni di denaro riconducibili a un ingente giro d’affari, con pagamenti effettuati tramite bonifici internazionali verso conti correnti nigeriani per importi di decine di migliaia di euro.
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Il G.I.P. del Tribunale di Venezia ha disposto la custodia cautelare in carcere per tutti i venti indagati, evidenziando la “pericolosa professionalità” del gruppo e il concreto rischio di fuga, considerati anche i numerosi precedenti specifici a carico di alcuni appartenenti all’organizzazione.
L’esecuzione dei provvedimenti restrittivi e delle perquisizioni è stata condotta con il concorso di Carabinieri di rinforzo provenienti da tutti i Comandi Provinciali del Veneto, con il supporto dei Reparti Mobili e Speciali dell’Arma, delle Unità Cinofile Antidroga e del Nucleo Elicotteri Carabinieri, che hanno garantito la copertura aerea durante le operazioni.
L’Operazione “Marshall” rappresenta un importante risultato dell’attività di contrasto al narcotraffico internazionale e alle organizzazioni criminali transnazionali, confermando l’impegno costante dell’Arma dei Carabinieri nel presidio del territorio e nella tutela della collettività.
“Si rappresenta che per il principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza delle persone sottoposte ad indagine in relazione alla vicenda sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna o forme analoghe”.