Chi era?

Era originaria di Vicenza Dolores Dori, la madre rom uccisa con tre colpi di pistola sul Garda

Secondo i figli, la madre sarebbe rimasta in compagnia del più piccolo anche all'interno dell'ospedale

Era originaria di Vicenza Dolores Dori, la madre rom uccisa con tre colpi di pistola sul Garda

Nella giornata di giovedì 2 ottobre, Dolores Dori è stata accompagnata in ospedale con tre fori da arma da fuoco per i quali, durante l’intervento, è deceduta.

Era originaria di Vicenza Dolores Dori

Dolores Dori aveva 43 anni ed era originaria di Vicenza, ma abitava già da un po’ di tempo in un campo nomadi di Camponogara, nel veneziano.

Inoltre, non è la prima volta che le forze dell’ordine sentono il suo nome. Di fatto, a suo carico ci sono diversi precedenti per truffe, rapine e furti, ma sembra anche che sia la figlia della cosiddetta “Regina dei Sinti” di Pistoia.

In particolare, nel corso degli anni aveva accumulato numerosi precedenti per furti, scippi e truffe, soprattutto ai danni di anziani, con condanne che l’avevano portata più volte in carcere o ai domiciliari. Tra i casi più noti, la truffa a un anziano di Vedelago, al quale aveva sottratto 100 mila euro.

Per di più, sarebbe anche la sorella di un collaboratore di giustizia. Di fatto, il fratello, detenuto fino a pochi mesi fa nel carcere di Prato, aveva deciso di fornire dichiarazioni alla magistratura raccontando episodi di corruzione e traffici illeciti tra le mura dell’istituto penitenziario. Le sue rivelazioni hanno portato a un’inchiesta che ha coinvolto anche agenti della polizia penitenziaria e, lo scorso giugno, a un maxi blitz con oltre trecento uomini delle forze dell’ordine all’interno del carcere pratese. Secondo gli investigatori, tuttavia, il passato del fratello non avrebbe collegamenti diretti con l’omicidio della 44enne.

Nel corso della sua vita, la vittima ha avuto otto figli, di cui uno ancora minorenne e una figlia 23enne, per la quale sembra si sia sacrificata.

Le indagini

In particolare, secondo una prima ricostruzione, la 43enne sarebbe andata al campo Sinti di Lonato del Garda, in via Ferrarini, accompagnata dal figlio minorenne per riportare a casa la figlia 23enne, che sarebbe stata trattenuta contro la sua volontà. Tuttavia, c’erano già delle tensioni tra le due famiglie e ciò sarebbe degenerato fino alla sparatoria che ha ucciso Doris.

Oltre a sapere chi è stato a sparare, sembra che i figli le siano rimasti sempre accanto, secondo quanto dichiarato a Il Gazzettino, accompagnandola all’interno dell’ospedale di Desenzano del Garda. Tuttavia, rimane ancora da chiarire chi guidasse la Stelvio con la targa falsa e perché se ne sia andato così di fretta.

L’Accampamento all’arrivo dei Carabinieri

Un’altra incognita aperta è quella degli altri residenti del campo, poiché, appena saputa la notizia, è stato abbandonato rapidamente, lasciando indietro roulotte e vestiti ancora stesi ad asciugare. Tuttavia, sembra che la sparatoria sia avvenuta proprio lì.

Attualmente, il principale indiziato è il padre del “fidanzato” della figlia 23enne. Di fatto, poco dopo l’arrivo di Dolores al campo, lui e il figlio avrebbero postato sui social un video-minaccia contro la 43enne, in cui mettono in mostra una pistola.

Il corpo di Dolores Dori è ora a disposizione della magistratura bresciana, che ha già disposto l’autopsia per chiarire le cause precise della morte e la traiettoria dei colpi. Le indagini, seguite passo dopo passo dal sostituto procuratore Sussarellu, proseguono a ritmo serrato per ricostruire dinamiche e responsabilità di un omicidio che sembra maturato nell’ambito di una faida familiare.